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Il bombo, re degli impollinatori

bombo

A causa di fitofarmaci e insetticidi, l’insetto più prezioso dell’ecosistema è a rischio 

Non solo le api sono in continuo calo: la stessa sorte sta toccando ai bombi, che tra tutti gli insetti impollinatori sono i più importanti per l'agricoltura e l'intero ecosistema. I bombi sono imenotteri pelosi caratterizzati da una livrea a bande gialle e nere, talvolta anche bianche e arancioni. Appartengono alla stessa famiglia delle api e come loro raccolgono nettare e polline per nutrire i propri piccoli e costruire il nido. I bombi sono insetti sociali e poco aggressivi; le regine e le operaie sono in grado di pungere, ma a differenza delle api il loro pungiglione non è seghettato, quindi non rimane infilzato nella pelle della vittima.

I bombi vivono in piccole colonie di massimo trecento esemplari che in genere non superano l'inverno; a sopravvivere sono solo le femmine fecondate, che si rifugiano per ripararsi dal freddo, aspettando la primavera per cominciare a creare una nuova colonia. Risvegliata dal letargo, la femmina fecondata costruisce una piccola cella di cera in cui deporre le sue prime uova; da queste nascono le femmine sterili, ovvero le operaie, il cui compito è quello di raccogliere il cibo e costruire altre celle. È solo a metà estate che compaiono le prime femmine in grado di riprodursi; dalle loro uova nascondo i maschi, che fecondano le femmine regine che svilupperanno la colonia dell'anno successivo.

Eppur non potrebbero volare...

Solitamente più grandi delle api, i bombi hanno un aspetto panciuto e possono raggiungere anche i 27 millimetri di lunghezza. Addirittura, secondo una leggenda metropolitana diffusasi nel XX secolo, le leggi dell'aerodinamica non permetterebbero al bombo di volare: la sua superficie alare e la frequenza del battito delle sue ali non sarebbero sufficienti a sostenerne peso. Se l'origine di tale credenza è difficile da rintracciare, nel 1934 se ne trova menzione nel volume “Le vol des insects” dell'entomologo francese Antoine Magnan, il quale applica le equazioni relative alla resistenza dell'aria al volo degli insetti, ottenendo che effettivamente quello del bombo sarebbe impossibile. Magnan aggiunge: «non ci si dovrebbe sorprendere del fatto che i risultati dei calcoli non coincidano con la realtà». Ciò che è emerso successivamente è che il metodo di Magnan non tiene conto dello stallo aerodinamico, che consente al bombo di volare.

Grandi (e delicati) impollinatori

A differenza delle api, i bombi usano l'apparato boccale per scuotere i fiori e far rilasciare loro grandi quantità di polline, agevolando così l'impollinazione di molti raccolti. Alcuni di loro estraggono il nettare dal fiore con la lingua e lo immagazzinano nel gozzo, altri invece – quando possibile – perforano il fiore alla base della corolla. Il polline rilasciato dai fiori visitati dal bombo e quello con cui entra in contatto stando vicino al pistillo finisce con l'incastrarsi nel suo pelo come fosse polvere. Il prelevamento di polline è in parte accidentale, in parte deliberato: il bombo, infatti, è dotato di apposite tasche (dette cestelle) ai lati delle zampe. Raccolti nettare e polline, i bombi fanno ritorno al proprio nido, dove li depositano in grandi celle a disposizione della comunità o in celle chiuse per le riserve. Visto il loro comportamento, i bombi sono spesso usati in agricoltura per l'impollinazione di molte piante da frutto e ortaggi, quali pomodori, fragole, lamponi, peperoni, patate e melanzane. Ciò a cui però troppo spesso non si fa attenzione è l'alta sensibilità dei bombi a fitofarmaci e insetticidi; questa, infatti, è una delle principali cause della loro continua diminuzione. 

 Laura Spataro

 

The bumble bee, king of the pollinators

As a result of agrochemicals and insecticides, the ecosystem's most precious insect is at risk 

Not only are bees in general declining continuously but the same fate is being meted out to bumble bees, too, the most important of all pollinating insects for agriculture and the eco-system as a whole. Bumble bees are hairy Hymenoptera with a yellow and black, sometimes also white and orange, striped livery. They are part of a wider bee family which all collect nectar and pollen to feed their young and build their nests. Bumble bees are sociable and unaggressive insects: queens and worker bees can sting but, by contrast with other bees their sting is not jagged and thus does not remain in the victim’s skin. Bumble bees live in small colonies of at most three hundred bees 

which generally do not survive the winter. It is only the fertilised females which survive, sheltering from the cold and waiting for the spring to begin building a new colony. When they emerge from lethargy, fertilised females build a small wax cell in which they lay their first eggs. These produce sterile females, i.e. the worker bees whose task it is to collect food and build other cells. It is only in mid-summer that the first females capable of reproducing appear. From their eggs males are born which fertilise the queen bees which will form next year’s colony.

But they shouldn’t be able to fly...

Usually bigger than other bees, bumble bees have a chubby look and can grow up to 27 mm in length. A popular 20th century urban legend had it that the laws of aerodynamics should prevent them from flying as their wing size and wing beat frequency are not sufficient to bear their weight.

Whilst the origin of this legend is unclear, in 1934 it is cited in French entomologist Antoine Magnan’s Le vol des insects in which the author applied aerodynamic resistance equations to the insects’ flight and found that it was effectively impossible for bumblebees to fly. He added: “We should not be surprised by the fact that the results of the calculations do not correspond to reality”. It later emerged that Magnan’s method did not take account of aerodynamic stall which enables bumble bees to fly. 

Large (and delicate) pollinators

By contrast with other bees, bumble bees use their mouth apparatus to shake flowers and release large quantities of pollen, thus facilitating the pollination of many crops. Some of them extract nectar from flowers with their tongues and store it in their gullets while others perforate the flower at the base of the corolla where possible. The pollen released by the flowers visited by bumble bees and the pollen they come into contact with by keeping close to the pistil end up getting stuck in its fur as if it were dust.

This process is partly accidental and partly deliberate as bumble bees have special pockets (called baskets) alongside their feet. Once nectar and pollen have been collected, bumble bees return to their nests where they deposit these in large cells available to the community or in closed cells as a reserve. 

Given this habit bumble bees are often used in agriculture to pollinate fruit and vegetable plants such as tomatoes, strawberries, raspberries, bell peppers, potatoes and aubergines. What is frequently not paid sufficient attention, however, is their great sensitivity to agro-chemicals and insecticides and this is, in fact, one of the main causes of the decline in numbers.

 

Traduzione a cura di ViceVersa Group

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Luglio 2020

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