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Ecosistema Urbano 2024: Reggio Emilia, Trento e Parma sul podio

Il report annuale sul benessere rileva pochi segnali positivi e miglioramenti troppo lenti, mentre l’overtourism preoccupa tutto lo stivale

Smog, trasporti e rifiuti. Rifiuti, trasporti e smog. Le emergenze che l’Italia si ritrova a fronteggiare vengono ormai ripetute da più di trent’anni come una filastrocca. Tanto, troppo smog imperversa nei grandi centri urbani, i trasporti pubblici sono insufficienti fatta eccezione per alcune grandi città e la gestione dei rifiuti resta un nodo non ancora automatizzato in tutte le regioni.

Ecosistema Urbano fa il punto della situazione e mostra la fotografia di un’Italia ferma sugli stessi livelli dell’edizione precedente, segnalando talvolta lievi peggioramenti e, laddove si riscontrano miglioramenti, troppo lenti o non abbastanza significativi da permettere un sospiro di sollievo. A preoccupare maggiormente sono i dati relativi alla macrocategoria dell’acqua che evidenziano un aumento rispetto al 2023 per quanto riguarda i consumi giornalieri pro capite di acqua potabile per uso domestico e la dispersione della rete idrica, ovvero la differenza tra la percentuale di acqua immessa nella rete e quella consumata per usi civili, industriali e agricoli. Peggiora anche il rapporto tra i metri quadrati di verde totale e il numero di cittadini. Cresce invece il numero di auto circolanti, segnale di una scarsa offerta del servizio di trasporto pubblico, anch’esso in calo.

Un podio in peggioramento

Se nel 2023 l’indice aggregato di sostenibilità delle prime tre città in classifica superava quota 80 su un punteggio massimo di 100 punti percentuali, non si può dire la stessa cosa di Reggio Emilia, Trento e Parma, capoluoghi da podio del 2024. È infatti solo la prima classificata a superare, seppur di pochissimo, l’80%, mentre dalla seconda alla quarta posizione si mantengono oltre il 75%, seguite da altre dieci città tra il 75 e il 70%.

Tra i venti indicatori che il rapporto prende in considerazione, i tre capoluoghi superano di non poco la media italiana per emissioni di biossido di azoto, ozono, pm10 e pm2,5. Nota di merito per sette città del Centro-Sud che nell’anno appena trascorso non hanno mai superato la media mobile sulle otto ore di 120 microgrammi al metro cubo per quanto riguarda le emissioni di ozono.

Buoni risultati nella categoria della raccolta differenziata dei rifiuti, in continuo aumento insieme ad una nuova diminuzione della produzione media di rifiuti ma che non vale alle tre città il podio di categoria, assegnato ai centri di Ferrara, Treviso e Mantova. Un segnale positivo arriva da Trento che si posiziona al secondo posto per verde totale, dietro solo ad Isernia. Aumentano anche i metri equivalenti di piste ciclabili ogni cento abitanti che riconfermano Reggio Emilia regina in questo campo con i suoi 48,14 m eq/100 ab.

L’overtourism che spaventa

Venezia, Milano, Firenze, Roma e Napoli sono le città cardine di un tracciato lungo il Bel Paese che sintetizza l’itinerario della maggior parte dei turisti provenienti da tutto il mondo. Oltre alle già riscontrate difficoltà che portano le metropoli in affanno, si aggiungono gli impatti dell’overtourism, un fenomeno caratterizzato da una fase di crescita esponenziale dei flussi turistici manifestando impatti sociali, ambientali, urbanistici ed economici.

Come questa pratica possa essere compatibile con la fragilità di tanti luoghi è un quesito di non facile risoluzione.

Mentre la frase “Tourist: your luxury trip, my daily misery” sta comparendo sui muri di numerose città europee, a Firenze la sindaca Funaro annuncia il divieto di installare le “keybox” nel centro storico, le microcassette di sicurezza con combinazione utilizzate da chi fornisce servizi di affitto breve per permettere ai clienti di entrare anche quando i proprietari non sono presenti.

Recenti studi hanno individuato ulteriori strategie per gestire al meglio i flussi turistici, partendo da strumenti di regolamentazione volti a migliorare il rapporto individuo-città e valorizzare il patrimonio sociale, culturale e naturale, aumentando la qualità dell’esperienza e preservando l’autenticità e la qualità della vita dei residenti.

Valeria Ferrari

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Come funziona Ecosistema Urbano?

Da oltre trent’anni Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore raccoglie i dati provenienti dai database pubblici Istat, Aci e Ispra per stipulare Ecosistema Urbano, il report che analizza la qualità e compara le performance ambientali dei 106 comuni capoluogo italiani. L’indice complessivo di Ecosistema Urbano considera 20 indicatori, suddivisi in sei macrocategorie, che corrispondono alle principali componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, ambiente urbano, energia, mobilità. L’edizione 2024 vanta alcune modifiche tra cui la revisione del peso di alcuni indicatori e l’introduzione del trend del consumo di suolo che misura la variazione procapite in mq/ab. L’indagine, sempre più chiara e puntuale rispetto alla realtà urbana, scatta una fotografia delle città in cambiamento, tra tante difficoltà e lenti miglioramenti.

 

Dicembre 2024

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