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Covo e Treviglio: politiche pubbliche per un’economia locale e sostenibile

Covo e Treviglio: politiche pubbliche per un’economia locale e sostenibile

A Covo auto elettriche disponibili per i cittadini e si lavora a una moneta locale. Treviglio sostiene la logistica dei negozi di vicinato. Al via il Mercato della Terra

Nell’anno in cui tutto è cambiato e “nulla sarà come prima” - almeno così si dice - lo sforzo maggiore è quello di provare a non tornare alla “normalità” precedente. Questa crisi pandemica ha messo in evidenza tendenze che stavano già minando il nostro sistema economico, che da anni non genera più quello sviluppo e benessere per la maggioranza delle persone. La ricchezza finanziaria e industriale è sempre più concentrata in pochi gruppi in Italia e nel mondo, mentre tutta la classe media, compresa quella imprenditoriale e produttiva anche della prospera Lombardia, fatica a tenere testa a una competizione ormai su scala mondiale.

L’economia locale è sempre più in crisi, dai commercianti alle PMI produttive, a causa di una globalizzazione che rende più conveniente far arrivare i prodotti dalla Cina che produrli in Italia, rende più conveniente e comodo ordinare tutto su Amazon che acquistare nel negozio di vicinato. Così facendo, pensando di risparmiare, spostiamo tutta la ricchezza del nostro territorio (attraverso i nostri acquisti) alle manifatture “cinesi” (per fare un esempio) o ai grandi magnati americani (che sia Jeff Besos di Amazon, o i grandi nomi di Google o Facebook, etc).

Nulla contro la ricchezza o chi ha grandi capacità imprenditoriali. Bravi loro! Però non mi si venga a dire che Amazon o le industrie cinesi “gareggiano” nel libero mercato mondiale a parità di condizioni con i commercianti locali o le piccole e medie aziende lombarde.

Fuori dall’Italia o dall’Europa produrre qualsiasi cosa costa molto meno, perché non ci sono tutele per l’ambiente nè per chi lavora, né esiste una qualità di vita e di servizi che in Europa abbiamo. In altre parti del mondo producono e inquinano, i grandi marchi internazionali sfruttano lavoratori sottopagati, ma noi compriamo da loro perché costa meno. E intanto le nostre aziende e i nostri negozi chiudono o lavorano sempre meno, perché devono “concorrere” con chi non rispetta quelle condizioni che permettono una qualità di vita e di servizi pubblici sicuramente migliore: dalla scuola alla sanità a un tenore di vita che mezzo mondo non si sogna nemmeno.

Come possiamo sostenere l’economia locale, senza abbassare gli standard di vita e il benessere che abbiamo finora raggiunto? Senza inquinare ancora di più l’aria e senza togliere altre risorse all’ambiente e al nostro bel paesaggio? Ma anche senza negare l’innovazione e i benefici che in ogni caso la globalizzazione porta con sé?

Comuni in campo per un’economia green e local

Per uscire da questo vicolo cieco che mette in contrasto lo sviluppo economico globale e la ricchezza dei territori, dobbiamo tutti lavorare per preservare soprattutto chi ha meno “difese” nei confronti dei grandi player dell’economia globale. In particolare è doveroso ed essenziale il compito degli enti pubblici e degli enti locali, comuni, province e regioni in primis: promuovere un’economia locale che sia davvero più sostenibile, sostenere uno sviluppo equilibrato tra i vari modelli.

L’ente pubblico, con risorse pubbliche, non deve promuovere qualsiasi tipo di economia, ma quella che rappresenta un bene comune, che dà vero valore e ricchezza (qualità di vita e benessere) alla comunità di famiglie e cittadini che abitano sul proprio territorio. Altrimenti la ricchezza, le aziende, il lavoro, sempre più si sposteranno altrove nel mondo.

Il ruolo dei comuni, dei sindaci e degli amministratori pubblici diventa cruciale per tutelare le nostre attività economiche e il nostro fervente tessuto sociale e ridare equilibrio al sistema.

A Covo moneta virtuale e car sharing

Non è facile contrastare o anche solo limitare grandi colossi mondiali, né ci sono soluzioni a portata di mano. Una nota di merito però va a quegli amministratori che impostano, si ingegnano e sperimentano politiche pubbliche che vanno nella direzione di un sostegno all’economia locale, naturalmente meglio quando è abbinata alla qualità, alla sostenibilità e ad attività meno inquinanti o meno energivore.

L’amministrazione comunale di Covo (Bg) ha impostato le basi per una moneta “virtuale” locale, spendibile solo nei negozi del paese: anziché dare aiuti “covid” in denaro ai cittadini, ha garantito dei buoni, suddivisi per tipologie di prodotti e spendibili solo presso i vari commercianti aderenti all’iniziativa, in modo dare contemporaneamente un contributo a sostegno sia della cittadinanza sia degli esercenti locali. “Ad oggi non è giuridicamente possibile in Italia la circolazione di una vera moneta parallela – spiega il sindaco di Covo Andrea Capelletti – però stiamo lavorando per produrre con alcune iniziative specifiche gli stessi effetti di una moneta locale, al fine di far rimanere e far circolare nelle attività del paese almeno una parte del valore prodotto dalla stessa economia locale”.

Altra iniziativa green e innovativa del comune di Covo è un vero servizio di car sharing elettrico, che mette a disposizione dei cittadini (e in uso anche ai dipendenti comunali) la possibilità di prenotare e noleggiare un’auto elettrica. Il concessionario e noleggiatore, convenzionato con il Comune, può inoltre fornire un numero maggiore di auto se ci fosse una richiesta concomitante; inoltre l’auto in questione potrebbe essere addirittura lasciata in un altro luogo (in aeroporto ad esempio) oppure favorire spostamenti ad esempio dei turisti. Un servizio che se fosse diffuso in molti comuni potrebbe evitare la necessità per tante persone e tante famiglie di avere un’auto (o una seconda o terza auto di famiglia), usata magari raramente, che per la maggior parte del tempo riempiono solo strade, parcheggi, garage o producono inquinamento.

Treviglio e il cashback per i commercianti

Anche l’amministrazione comunale di Treviglio ha ideato un modo per sostenere l’economia locale della propria città e in particolare i negozi di vicinato. Per andare incontro all’aggravio dei costi dovuti alle consegne a domicilio in periodo di lockdown e limitare il ricorso alla compartecipazione dei cittadini per pagare questo servizio, il comune in accordo con il Distretto Unico del Commercio ha previsto rimborsi mensili ai commercianti convenzionati, che abbiano provveduto a trasmettere settimanalmente il numero delle consegne effettuate. L’importo rimborsato vale euro 1,50 euro per ciascuna consegna per un massimo di 10 consegne giornaliere per ciascun esercente, a recupero dei maggiori consumi.

Una modalità per dare un sostegno diretto alle attività locali che chiaramente subiscono una concorrenza non sopportabile da parte delle grandi piattaforme on line e dai grandi attori della logistica, che invece accentrano la gestione di merci, magazzini e sfruttano le grandi infrastrutture per abbassare sempre più i costi di trasporto da un punto all’altro delle nazioni e del pianeta. A pagare questi minori costi però è la rete dell’economia locale, che se non sostenuta dagli enti locali e da una cittadinanza consapevole, oltre a disperdere un patrimonio costruito in decenni e secoli di attività commerciali e produttive, diventerà al contrario un costo sociale da sostenere, quanto a disoccupazione e qualità e impoverimento del tessuto imprenditoriale.

Attraverso la gestione dell’app “Treviglio a domicilio”, con l’elenco aggiornato degli esercenti che fanno consegne a domicilio, questo strumento digitale e un parziale rimborso economico collegato, rappresenta una delle possibili risposte a questi fenomeni di competizione con piattaforme globali, un primo passo verso forme sempre più innovative di coordinamento fra piccole e medie attività locali. Solo con politiche attive condivise con amministratori pubblici e cittadini, sarà possibile tutelare e tornare a un virtuoso equilibrio fra vari modelli di sviluppo, senza che siano pochi grandi attori a prendersi (quasi) tutto.

Riparte il Mercato della Terra di Treviglio e della Gera d’Adda

La condotta Slow Food Bassa Bergamasca, in collaborazione con il Comune, la scuola ABF, Legambiente e la Pro Loco tornano a proporre ogni primo sabato del mese il Mercato della Terra, un mercato di piccoli produttori, che coltivano, allevano e trasformano gli alimenti in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e di chi ci lavora. Cibo buono pulito e giusto, come da sempre è il motto di Slow Food, associazione internazionale che da oltre 30 anni opera per salvaguardare la biodiversità delle produzioni, degli alimenti e delle tradizioni agricole e produttive. 

Per dare maggior senso a questa importante esperienza si è costituita a inizio 2021 la Comunità del Mercato della Terra di Treviglio e Gera d’Adda, che avrà il compito di gestire il mercato in maniera condivisa, aperta e trasparente, coinvolgendo nelle decisioni i volontari, gli operatori e i produttori.

Coinvolti anche i ragazzi della scuola professionale di ABF per operatori di cucina, pasticceria e bar, con le preparazioni tipiche della tradizione e l’utilizzo dei prodotti del mercato. Come già sperimentato con successo in autunno, l’area del mercato è in zona di facile accesso, in viale del Partigiano, di fronte all’Istituto Salesiano e sopra piazza Setti. Una quindicina di banchi con tutte le tipologie merceologiche vi aspetta d’ora in poi ogni mese, per l’appuntamento con una spesa sostenibile, a filiera corta e all’insegna di un’economia fatta di relazioni e di persone.

Diego Moratti

Febbraio 2021

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