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Capra Ibex, Acrobata ad alta quota

Fino a qualche decennio fa a rischio di estinzione oggi lo stambecco delle Alpi ripopola le regioni alpine

Lo stambecco alpino è un ruminante delle dimensioni di una capra, da cui il nome scientifico Capra Ibex, lungo circa un metro e mezzo, assolutamente riconoscibile per via delle nodose e pesanti corna permanenti (anche 15 chili), lunghe fino ad un metro e dalla forma di scimitarra, con anelli che crescono ogni anno.

Le corna della femmina servono solamente per difendere i propri piccoli e sono piuttosto corte e appuntite. Il mantello è marrone scuro, con gli arti bruni e le parti inferiori del tronco leggermente più chiare.

D’inverno, per migliorare la protezione dal freddo, si sviluppa una fitta lanugine che gli animali perdono poi in primavera strofinandosi contro le rocce, quando scendono verso il fondovalle in coincidenza con la stagione della riproduzione.

Arrampicatore provetto

Lo stambecco è di norma lento ma capace di insospettabili e straordinarie acrobazie sulle rocce e sulle pietraie di alta montagna, grazie alle zampe abbastanza brevi ma dotate di larghi zoccoli e di “suole” elastiche con margini taglienti durissimi, molto adatti a far presa nell’arrampicare, ma non adatte alla neve, dove tende invece ad affondare. Il periodo degli amori è in inverno, nei mesi di dicembre e gennaio. La gestazione dura da 170 a 196 giorni e i piccoli nascono verso fine maggio o inizio giugno. Generalmente ogni femmina di stambecco partorisce un solo piccolo, ma i parti gemellari non sono rari. I piccoli vengono allattati per diversi mesi. Gli esemplari di stambecco più anziani possono raggiungere un peso di 90/100 kg, mentre le femmine generalmente pesano 40/50 kg, l’altezza al garrese non supera il metro per i maschi e gli 80 cm per le femmine. L’ambiente tipico per lo stambecco alpino sono le pareti rocciose, poste oltre il limite della vegetazione arborea, frammiste a prati e ripidi pendii, sino al limite della neve. In inverno e in primavera si abbassa fino a raggiungere boschi di conifere o si avvicina ai colatoi dove la neve scivola via lasciando affiorare la vegetazione. Si ciba quasi esclusivamente di vegetazione erbacea, durante l’inverno la sua alimentazione è integrata da rametti di larice e altre conifere, muschi e licheni. In primavera ricerca i sali minerali leccando le rocce affioranti. Lo stambecco è in grado di accumulare uno spesso strato di grasso durante la bella stagione, in modo da non patire troppo durante il periodo invernale. Dai mesi invernali esce tuttavia smagrito e in primavera si abbassa sovente alla ricerca della nuova vegetazione.

Nuovi territori

Lo stambecco delle Alpi è distribuito sull’arco alpino, in Francia, Svizzera, Austria, Germania e Italia; la specie è stata inoltre introdotta in Slovenia e Bulgaria.
Si stima che la presenza dello stambecco delle Alpi conti oggi complessivamente circa 31 mila capi, dei quali 10 mila presenti nelle 60 colonie italiane, distribuite in tutte le regioni alpine. Nella seconda metà del XIX secolo sopravviveva esclusivamente nel Gran Paradiso, con una popolazione inferiore a 100 esemplari. In Italia, grazie a misure di protezione, la specie si è potuta conservare ed a partire dagli anni ‘60 ha mostrato segni di ripresa. Negli ultimi dieci anni, si è registrato un deciso aumento numerico: da circa 5 mila capi ai valori attuali, con un incremento medio annuo dell’8%.

Dicembre 2014

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