feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Cambiare tutto. In sciopero con in FridaysForFuture

Venerdì 24 settembre tutti in piazza per fare pressione sulle istituzioni e sui cittadini. Le soluzioni ci sono

Per l’Italia l’estate 2021 è stata speciale: le vittorie all’Eurovision e agli Europei di calcio, i risultati straordinari degli atleti e delle atlete alle Olimpiadi e alle Paraolimpiadi. Ma è stata anche l’estate di altri record, come la temperatura più alta mai registrata in Europa (48,8 °C a Siracusa l’11 agosto), o la quantità di eventi estremi (oltre 1200 dall’inizio dell’anno, raddoppiati rispetto al 2020). Anche nella nostra provincia si sono verificate temperature record, eventi meteorologici estremi con danni enormi alle persone e all’economia (soprattutto all’agricoltura), o si sono intensificati fenomeni già presenti negli scorsi anni (stragi di abeti legati al bostrico, arretramento dei ghiacci perenni). Possiamo valutare questi eventi come “straordinari” ed “eccezionali”, come ondate di “maltempo” che colpiscono i nostri territori. Oppure possiamo aprire gli occhi e chiamare tutto questo crisi climatica. Il 9 agosto è uscita la prima parte del sesto rapporto IPCC (il gruppo intergovernativo sul Climate Change) sul riscaldamento globale, che sottolinea come “il ruolo dell’influenza umana sul sistema climatico è indiscutibile”.

Nel rapporto, che delinea un aumento di temperatura almeno fino alla metà del secolo, sono elaborati cinque possibili scenari futuri, in cui, se non avvengono significative riduzioni delle emissioni di gas serra, verrà superata sia la soglia limite (delineata nel 2015 con gli Accordi di Parigi) di +1,5° C che quella critica di +2°C. Già ora in molte regioni del mondo si vedono gli effetti dell’aumento delle temperature: precipitazioni più intense, alternate ad ondate di caldo e siccità, aumento del livello del mare, incendi sempre più frequenti, perdita di biodiversità (e quindi aumento della fragilità degli ecosistemi).

Combustibili fossili Campana a morto?

Le soluzioni ci sono, come ha dichiarato anche António Guterres (segretario generale ONU): “questo rapporto deve suonare come una campana a morto per i combustibili fossili e il carbone, prima che distruggano il nostro pianeta. Nessuna centrale a carbone dovrà essere costruita dopo il 2021. I paesi dovrebbero porre fine a tutte le esplorazioni e alla produzione di combustibili fossili e dirottare le sovvenzioni verso le energie rinnovabili. Se vogliamo azzerare le emissioni nette entro metà secolo, entro il 2030 la portata dell’energia eolica e solare dovrebbe quadruplicare e gli investimenti nelle energie rinnovabili dovrebbero triplicare”. Già venti anni fa si diceva “un mondo diverso è possibile”: oggi non è più solo possibile, è soprattutto necessario. Manca però la volontà politica di agire per azzerare le emissioni: gli impegni presi (dalla maggior parte delle istituzioni, da quelle locali a quelle sovranazionali) sono insufficienti.

Ci aspetta un autunno caldo: il 3 e 4 ottobre le elezioni amministrative in diversi comuni (anche in bergamasca), a fine ottobre ci sarà l’appuntamento conclusivo del G20 a Roma, e ad inizio novembre la COP26 a Glasgow.

La pressione dell’opinione pubblica sui decisori politici (ad ogni livello) è fondamentale: noi saremo in piazza venerdì 24 settembre, per chiedere ancora una volta di mettere in campo misure contro la crisi climatica e a favore della tutela delle persone e dei territori.

Ci vediamo in piazza!

#UprootTheSystem
#SystemChangeNotClimateChange

Francesco Perini - Fridays For Future Bergamo

Settembre 2021

Articoli Correlati

Esposizione di bastoni da passeggio, abiti e accessori originali dell’800. A Martinengo,...
Agire per una maggiore indipendenza delle nostre vite “dal sistema” si può. Persino...
Dopo Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il CSV lancia la piattaforma faxte...
Dall’autofinanziamento alla conoscenza, dall’incontro alle proposte. Tre tappe per un...