Nasce a Toscanella di Dozza (BO) il Pollaio sociale dove i ragazzi disabili si prendono cura delle galline in adozione
A Bologna non mancano certo gli spazi sociali, ma quello per le galline è una novità persino per il capoluogo emiliano. È nelle campagne di Toscanella di Dozza, lungo la famosa via Emilia, che nasce l'esperienza del Pollaio Sociale, su iniziativa della cooperativa Sea Coop.
Il progetto funziona così: si adotta una gallina per avere 250 uova fresche e a chilometro zero all'anno. Per aderire bisogna versare una quota di 95 euro che copre le spese per il suo mantenimento e i costi di gestione.
Come prima esperienza del genere in Italia, il Pollaio Sociale è cresciuto più in fretta del previsto: partito con sole 35 galline, da questa primavera ha addirittura raddoppiato! Visto il successo che è riuscita a riscuotere, Sea Coop ha registrato il marchio e ora si impegna a diffondere il modello.
Vita da galline (sociali)
Nel pollaio di Toscanella le galline sono libere di fare vita sociale e scorrazzare di qua e di là; la struttura in cui vivono è in legno, ogni scatola portauova è personalizzata e hanno a disposizione persino un'altalena con cui giocare.
A prendersi cura di loro sono i ragazzi disabili seguiti dal centro occupazionale La Tartaruga. Con un'età compresa tra i 20 e i 40 anni, questi ragazzi sperimentano al tempo stesso lavoro di gruppo e pet therapy. Se inizialmente molti di loro erano spaventati all'idea di entrare nel pollaio, col tempo hanno preso confidenza e adesso alcuni prendono addirittura le galline sotto braccio, le accarezzano e si fanno seguire per dar loro il mangime.
La giornata con galline è scandita di ritmi ben precisi e ognuno ha il proprio compito: c'è chi si occupa della pulizia, chi del cibo, chi del bere, chi confeziona le uova e chi gestisce le relazioni con chi ha adottato le galline. Il Pollaio Sociale, insomma, cerca di coinvolgere tutti in un'attività utile in base alle capacità individuali di ognuno.
Quello avviato a Toscanella è un modello di inclusione e valorizzazione della produzione locale che funziona e ha un grande valore sociale per la comunità. Con la speranza che venga preso come esempio anche da altre città, a Bologna – così si dice nel capoluogo emiliano – la situazione è “polleggiata”.
Laura Spataro