La Chiesa, il Convento, la Scuola di Santa Maria Incoronata a Martinengo.
Uno scrigno di tesori e arte al centro di nuove scoperte e progetti innovativi
Quando entri in questo Convento dell’Incoronata, vi trovi lo spirito e il ‘sogno’ di Francesco e di Chiara e il desiderio di rinnovamento del cuore, della chiesa e della civiltà.
Vi trovi il senso religioso e il desiderio di bene del condottiero Bartolomeo Colleoni e di sua moglie Tisbe, perché la Chiesa francescana racconta la «religiosità» del Colleoni (Solza 1395 – Malpaga 1475) che, con Tisbe, fece costruire questo convento “fuori le mura” per i francescani e contemporaneamente, nel centro di Martinengo, il Convento di S. Chiara per le clarisse. Vi scopri anche, nella vita di una scuola, il ‘sogno’ di S. Paola Elisabetta e dei religiosi della Sacra Famiglia: educare bambini e bambine, ragazzi e ragazze e ‘attrezzarli’ per il loro futuro. Il Convento è stato acquistato secondo l’intenzione della Cerioli nell’anno 1868; da allora è sempre stato abitato dai Religiosi della Sacra Famiglia.
Luogo del Cuore 2025
Il Convento francescano con la chiesa di Santa Maria Incoronata partecipa alla XII edizione di “Luogo del cuore – FAI” per l’anno 2025. La proposta dei “Luoghi del cuore” è una delle grandi campagne nazionali del FAI (Fondo Ambiente Italiano) che si articola su un ciclo biennale. Negli anni pari viene lanciato un censimento dedicato al patrimonio artistico, culturale e paesaggistico italiano: da settembre 2024 ad aprile 2025 chiunque può votare e far votare i luoghi che ama e che vorrebbe proteggere, valorizzare, far conoscere.
“Con il sostegno del FAI si è cominciato a raccogliere le firme necessarie per presentare il progetto che abbiamo immaginato e costruito: ci avvarremo delle più avanzate tecnologie odierne per rendere ogni visita alla chiesa dell’Incoronata un’esperienza immersiva e coinvolgente, attraverso tecniche olografiche e intelligenza artificiale, dando nuova vita e profondità al ricco patrimonio artistico e storico che caratterizza questo luogo - spiega padre Antonio Consonni -. Per poter raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno dell’aiuto e della partecipazione di tante persone: sarà possibile votare anche online sul sito del FAI, con un semplice click. Insieme potremmo ambire a rinnovare la possibilità di fruire e ammirare un bene che continua a stupire e a farsi riscoprire”.
Oggi, ieri. E domani?
Il Convento fu abitato fin dal 1476 al 1810 - anno della soppressione napoleonica dei beni ecclesiastici - dai frati riformati di S. Francesco d’Assisi che dipendevano dalla provincia di Brescia. Nel 1868, in stato di abbandono, fu acquistato dalla Congregazione della Sacra Famiglia che lo ha adattato al suo carisma, quello cioè di dedicare vita e opere ai piccoli della terra, per prepararli alla vita di domani. Questo è stato il sogno (e l’azione) della fondatrice e madre di famiglia, santa Paola Elisabetta Cerioli, che i religiosi della Sacra Famiglia continuano a realizzare ancora oggi.
All’ombra del Convento negli anni è cresciuta una grandissima scuola: con l’inizio dell’anno scolastico erano presenti 1010 studenti, con 101 insegnanti ed educatori. Un mondo e un laboratorio di futuro. Questo spazio è anche la sede della Congregazione della Sacra Famiglia, ma anche dell’Ufficio missionario che alimenta i legami con Scuole e Parrocchie del Brasile e del Mozambico, nonché sede di una storica e rinomata Casa di spiritualità.
Una nobile committenza
Se entri in questa ‘casa’ vi trovi oggi la vivacità della vita e delle nuove generazioni, ma non meno vivace e bella è stata l’origine di questo Convento. Voluto originariamente dal desiderio dei cittadini di Martinengo, il gran condottiero Bartolomeo Colleoni vi ha dato consistenza con il suo genio e le sue ricchezze. Prima della costruzione del Convento, in questa zona, fuori dalla cinta muraria e dal borgo di Martinengo, esisteva un antico molino e una fornace, i cui terreni già dal 1464 erano di proprietà del Colleoni. È significativa la presenza di un molino, che avrebbe dovuto garantire un’attività di sostentamento della comunità conventuale.
Con la costruzione del Convento, avviata nel 1470, ha inizio la creazione di un luogo “fisico” che costituirà una presenza significativa nel territorio e che, come evidenziano le cartografie storiche, permarrà in forma chiara ed evidente fino al dopoguerra. Il borgo storico con la cinta del vallo e le sue presenze monumentali da un lato, il complesso dell’Incoronata con l’incrocio di strade storiche importanti, di canali irrigui e del caratteristico paesaggio rurale dall’altro. L’insediamento del complesso diventa dunque un fatto “territorializzante” che accompagnerà fino ai nostri giorni l’evoluzione urbana ed extra urbana di Martinengo.
È da rilevare che la costruzione dell’Incoronata (1470 - 1476) così come la costruzione del Convento delle Clarisse nella città di Martinengo (1474 – 1479) rappresentano l’esaudimento di un voto fatto da madonna Tisbe, moglie di Colleoni, il quale per onorarne la memoria, ma anche per testimonianza di fede nonostante la sua vita violenta e randagia, ha voluto costruire queste due bellissime chiese, che già gli storici del tempo presentavano prodighi di lusinghe: «non inferiore ad una basilica», «di mirabile architettura», etc.
Storie inedite ancora da scoprire
L’Incoronata è un gioiello architettonico e artistico ancora poco conosciuto, mentre in realtà si presenta come un vero e proprio scrigno di tesori, una ‘piccola cappella Scrovegni’ della pianura bergamasca. Un Convento dal grande valore storico, spirituale, artistico ed educativo, che pone al centro l’amore per la bellezza, capace di comunicare la grandezza dell’essere umano e la sua attrazione per ciò che va oltre. Lo spazio architettonico, gli affreschi e il paesaggio si fondono in una intensa armonia, che trasmette ai visitatori, ai fedeli, ai ragazzi e ragazze della scuola lo splendido intrecciarsi nei secoli di arte, storia e religiosità.
Un intenso lavoro di ricerca per archivi storici ha portato a scoperte inedite, quali l’identificazione di pittori finora ignoti o il ritrovamento di un affresco quattrocentesco della sala capitolare niente meno che in un museo statunitense nello Stato dello Utah. In programma la riattivazione delle tre meridiane a riflesso, altra progettualità ambiziosa e inedita.
Ambizioso e inedito è in effetti tutto il progetto che ci si propone di realizzare: sfruttare l’innovazione ed esplorare al meglio il connubio e le potenzialità di dialogo tra illuminazione, arte e intelligenza artificiale, per valorizzare gli affreschi quattrocenteschi e offrire ai visitatori la possibilità di immergersi con più intensità nell’armoniosa cromia e suggestiva atmosfera di un luogo così carico allo stesso tempo di spiritualità e di umanità: un luogo del cuore.