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Nuove Economie di Comunità. Presentati da Fieb i 10 progetti

Luigi Sorzi

500 mila euro a 10 progetti tesi a valorizzare le risorse ambientali e un'economia solidale e sostenibile. Con uno sguardo particolare alla Fase 2 post Covid-19

Per la prima volta nella bergamasca è stato realizzato un bando dedicato alle “economie di comunità”, con specifica attenzione a quegli ambiti economici che meritano un sostegno particolare perché più di altri riversano i loro effetti positivi sul territorio e sulla società, privilegiando quindi non l’interesse di pochi bensì quello più generale, di un territorio, dell’ambiente e della comunità, con un occhio di riguardo per le fasce più deboli. È l’emblema di quell’Economia Sociale e Solidale (ESS), che la Fondazione Istituti Educativi ha scelto di sostenere e finanziare convintamente con contributi per un totale di 500 mila euro. Al bando hanno partecipato in tutto 30 progetti, con 200 partner coinvolti

La selezione tra i tanti progetti presentati non è stata sicuramente facile, ma la proposta della Fieb ha avuto il pregio di far emergere progettualità e mettere in relazione tanti soggetti e territori diversi, che hanno dimostrato la vitalità di un mondo spesso poco visibile e poco “attenzionato” e finanziato da bandi e istituzioni pubbliche. Speriamo che questo esempio segni una svolta e che tutto il mondo dell’economia di comunità possa sempre di più far sentire la propria voce e farsi portavoce di esigenze importanti della società.

Verso un sistema economico locale solidale e sostenibile

Dopo un lungo periodo di ricerca sul campo, condivisione dei risultati, progettazione territoriale e valutazioni delle proposte, il 10 giugno sono quindi stati presentati i 10 progetti selezionati, comprensivi di 90 soggetti partner, per voce degli stessi protagonisti. I 500 mila euro del bando sono stati così destinati alla diffusione di una cultura dell’integrazione, al miglioramento della convivenza civile, della coesione sociale e delle condizioni di vivibilità del territorio e della comunità, ma anche alla valorizzazione delle risorse ambientali locali, alla tutela del comparto agroalimentare locale della filiera corta e alla promozione dei principi dell’economia sociale e solidale e della sostenibilità ambientale.

Tre gli ambiti di intervento (“territori smart land”, “cultura di sistema e alleanze generazionali” e “economie trasformative e circolari”) in cui i progetti dovevano rientrare; fondamentale inoltre la capacità di fare rete sul territorio con enti, associazioni o strutture partner. I finanziamenti attualizzano gli scopi statutari della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, individuati nella qualità della vita, nella marginalità sociale, nel diritto/dovere di istruzione e formazione e nello sviluppo della persona umana: una nuova tappa nella lunga storia della Fondazione in stretto rapporto con l’economia della terra e della comunità.

«Abbiamo scelto i progetti più innovativi e capaci di coinvolgere il maggior numero di soggetti sociali spiega Luigi Sorzi, presidente della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo -. Diversi progetti hanno mostrato di avere un impatto positivo dal punto di vista dell’occupazione e dell’inclusione di soggetti svantaggiati ovvero la tutela e la valorizzazione del comparto agroalimentare locale». Sorzi specifica poi che è obiettivo della Fieb, attraverso questo bando, «sostenere e promuovere lo sviluppo di un sistema economico locale solido, solidale e sostenibile. Nonostante l’emergenza da Covid-19, abbiamo deciso di onorare il nostro impegno per la provincia bergamasca, per tutelare le peculiarità e le tipicità di un territorio operoso, dinamico e pronto a ripartire con grande forza. Alcuni dei progetti avranno rilevanza anche nell’ambito della ripartenza economica post emergenza, - conclude Sorzi - e quindi per noi hanno un grande valore aggiunto».

I progetti selezionati 

Tra i progetti assegnatari, “Migrantour a Bergamo: i nuovi cittadini raccontano il territorio” proposto come capofila dalla Coop. Impresa sociale Ruah S.C.S - che si pone l’obiettivo di valorizzare il turismo esperienziale con un forte coinvolgimento dei giovani migranti - e “Una rete per costruire un'economia della persona e della sostenibilità”, proposto come capofila dal Biodistretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo, con l’intento di creare un Distretto dell’Economia Sociale e Solidale provinciale. “Relazioni in prova, relazioni in scena” (proposto da Cea Servizi) si occupa di sensibilizzare sul tema dell’apicoltura e dell’orticoltura, mentre dalla capofila Coop. Namastè arriva “Il recupero delle eccedenze alimentari verso una nuova sostenibilità”, che coinvolge una rete di supermercati e numerosi volontari, anche nel mondo della disabilità. 

“Le 5 R: recupero, riuso, riciclo, riutilizzo risorse” (proposto come ente capofila da Associazione Diakonia) lavora per dare nuova vita ad oggetti riciclati. Cinque infine i progetti trasversali a più ambiti: “I mercati degli agricoltori per il benessere della comunità” (ente capofila Promoisola) è un progetto multiarea con più azioni e ricaduta nel territorio Isola Bergamasca, mentre “Nutrire relazioni per sostenere il futuro” - proposto da Ca’ Al del Mans – è indirizzato nello specifico alla Valle Brembana. L'associazione Bossico Borgo Diffuso ha puntato sullo sviluppo turistico innovativo per l'area del Sebino, con “Proposte di turismo sostenibile delle terre alte del Sebino settentrionale”, mentre nel progetto presentato dall'ente capofila Coop. Città del Sole, “Cre-attivi per natura” il focus è sulla creazione di collaborazioni e partnership nell'ambito dell'economia circolare. Infine, il progetto “Giro-Tondo”, proposto come ente capofila da Azienda Bergamasca Formazione, si concentra sulla formazione nell’ambito agroalimentare. 

«Il bando sulle nuove economie di comunità - dichiara il consigliere Matteo Rossi - ha portato in evidenza una realtà fortemente presente sul nostro territorio, che cerca di promuovere ogni giorno un’economia che metta al centro la persona, l’ambiente e la comunità anziché il profitto e lo sfruttamento delle risorse naturali. 

È una risposta chiara alla domanda di senso che molte persone si pongono, dopo questa crisi, con la speranza di poter costruire un nuovo modello di sviluppo, ed è la strada giusta sulla quale costruire il rinascimento del nostro territorio, mettendo al centro quei valori che durante l'emergenza ci hanno dato la possibilità di rimanere uniti come comunità bergamasca».

 

I progetti selezionati

Titolo del progetto

Ente capofila

Migrantour a Bergamo: i nuovi cittadini raccontano il territorio

Cooperativa Impresa Sociale Ruah S.c.s.

Una rete per costruire un'economia della persona e della sostenibilità 

Biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo

Relazioni in prova, relazioni in scena

Cea Servizi Società Cooperativa sociale Onlus

Dispensare: il recupero delle eccedenze alimentari verso una nuova sostenibilità

Namasté Società Cooperativa Sociale

Le 5 "R": Recupero, Riuso, Riciclo, Riutilizzo, Risorse

Associazione Diakonia Onlus

I mercati degli agricoltori per il benessere della comunità

Comunità Isola Bergamasca Promoisola

Nutrire relazioni per sostenere il futuro

Cooperativa "Ca' Al Del Mans"

Nuove economie di comunità - proposte di turismo sostenibile delle Terre Alte del Sebino settentrionale

Associazione Bossico Borgo Turistico Diffuso

Cre-attivi per natura

Cooperativa Sociale Città del Sole - Bergamo

Giro-Tondo

Azienda Bergamasca Formazione

 
 
 

Intervista con il referente del Bando sulle Nuove economie di comunità, Matteo Rossi, consigliere della Fondazione Istituti Educativi

L’esito del bando sulle nuove economie di comunità arriva alla fine di un lungo percorso di ricerca e attivazione del territorio. Quali riflessioni?

A gennaio 2019 abbiamo lanciato la proposta del bando insieme a quella di aprire il cantiere dell’economia sociale e solidale bergamasca. La nostra Fondazione è stata semplicemente una compagna di viaggio della bella rete che sta crescendo e che si pone due obiettivi: far crescere il peso sociale e culturale delle economie trasformative e allargarne lo spazio di mercato. Dopo l’emergenza Covid dobbiamo dire con forza “mai più come prima” e “mai come ora un’economia diversa”.

Esiste un filo conduttore che lega i diversi progetti finanziati?

Sì. Tenere insieme la questione ambientale e quella sociale come due facce della stessa medaglia, come indicato dalla Laudato Sì di Papa Francesco. E investire sulle scuole, perché lì è nata la generazione “Fridays for future”. Possiamo dire di aver interpretato in chiave moderna la mission della Fondazione, nata sull’idea dell’economia della terra, della comunità, con un’attenzione particolare al tema formativo.

Questo bando è stato preceduto da una campagna di ascolto e da una ricerca sul campo su punti di forza e debolezza dell’Economia Sociale e Solidale bergamasca. Cosa ne avete ricavato?

Le questioni aperte erano e sono essenzialmente quattro: riconoscere l’importanza pubblica delle reti dell’Economia Sociale Solidale, strutturarle organizzativamente, rafforzare l’alleanza tra consumatori e produttori investendo sulla parte commerciale e logistica anche attraverso le nuove tecnologie, aumentare la consapevolezza politica di ogni piccola scelta che i cittadini possono fare. 

E con quali strumenti si possono perseguire questi obiettivi?

La legge di iniziativa popolare depositata in Regione risponde al tema del riconoscimento istituzionale. Alcuni progetti finanziati dal bando perseguono l’obiettivo di rafforzare la filiera agroalimentare sul territorio e nelle scuole, altri cercheranno di declinare economia e attività produttive in modo sostenibile, oppure di ridurre e recuperare oggetti e scarti, altri tenteranno di anticipare quanto richiesto nella proposta di legge realizzando il Distretto dell’economia sociale e solidale. L’importante è che tutti si sentano parte di un cammino condiviso verso il cambiamento. 

Cosa ci aspetta dopo l’emergenza Covid e quali sono i prossimi passi?

Quanto avvenuto in questi mesi lascia in tutti noi delle ferite profonde e la ripresa non sarà così semplice. Proprio per questo, nel cercare il massimo di unità possibile, occorre rilanciare la questione di una economia che punti sull’equità e la sostenibilità anziché sullo sfruttamento delle risorse e sui vecchi modelli. Non sarà facile, perché chi avversa questa prospettiva è forte, ma credo che questo impegno possa anche essere una possibile risposta di senso e di maggior radicalità per chi pensa che nulla può tornare come prima. Tra ottobre e novembre il forum mondiale di Barcellona e l’Economy of Francesco potranno essere degli acceleratori di questa consapevolezza. Dobbiamo farci trovare pronti, anche a Bergamo, soprattutto a Bergamo. 

 

 

 

 

 
Luglio 2020

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