Un cestino per pulire i mari
Pulire i nostri mari è una grandissima sfida, se consideriamo che ogni anno oltre otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. Proprio nel tentativo di fornire una soluzione concreta a questo annoso problema, è stata sviluppata una tecnologia tanto sorprendente quanto elementare.
Esattamente come noi a casa gettiamo i rifiuti nella spazzatura, anche un porto e un tratto di mare possono essere dotati di un loro “cestino” nel quale far confluire tutto lo sporco che galleggia in acqua. E così ecco “Seabin”, un rivoluzionario bidone galleggiante ideato da due surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski, che un giorno hanno deciso di investire cuore, anima e soldi nella creazione di una tecnologia capace di preservare la purezza e la bellezza di un bene che i due conoscono molto bene: il mare.
Il funzionamento di Seabin (letteralmente “cestino del mare”) è molto semplice: elimina i detriti lungo i corsi d’acqua pubblici e nei porti turistici prima che vengano dispersi in mare aperto. Il bidone è in grado di filtrare 25.000 litri di acqua all’ora, catturando in media 1,5 kg di rifiuti al giorno, vale a dire mezza tonnellata all’anno, incluse microplastiche di soli due millimetri.
L’acqua viene persino ripulita dagli oli a base di petrolio. Il vantaggio è che la manutenzione per Seabin costa appena un dollaro al giorno e il cestino può essere svuotato solo una volta al mese. Per di più, le plastiche che vengono recuperate serviranno in parte per costruire altri cestini del mare. Un vero e proprio progetto di economia circolare, che non solo ci restituisce un’acqua pulita, ma salva anche la vita di moltissimi pesci, altrimenti soffocati dalle plastiche.
A settembre questa invenzione è stata installata nei porti di Fano e San Benedetto del Tronto nelle Marche e a Genova in Liguria. Auspichiamo che molte altre località costiere seguano questi virtuosi esempi, per il bene del nostro meraviglioso mare.