Il richiamo della natura fa crescere il turismo nel verde
Più ce ne allontaniamo più ne abbiamo bisogno. Un senso di relax o di scoperta, di bellezza e di incanto, di avventura o di intima connessione con il pianeta, con i suoi ritmi, stagioni, colori, odori e vedute mozzafiato: è la natura, che tanto plasma e rende piacevole il nostro mondo, ma che tuttavia ci ostiniamo a limitare e circoscrivere, quando non proprio distruggere e modificare irreparabilmente. Con le vacanze estive in particolare, ma in realtà durante tutto l’anno, pensando alle mete più ambite per ideali gite fuori porta o per viaggi di più giorni, spesso la mente corre verso ambienti il più possibile naturali, immersi in contesti di suggestiva bellezza paesaggistica. Scenari che spaziano, a seconda delle inclinazioni e delle preferenze personali, dalla natura più selvaggia a località agresti o rurali curate e gestite dall’uomo, ma sempre in profonda sintonia con la terra e la natura. Parchi botanici, parchi nazionali ma anche semplici parchi verdi e ciclabili con percorsi o attrazioni più o meno organizzate, sono sempre più considerati anche come vere e proprie mete d’interesse turistico: il numero di persone al mondo che visita i parchi si aggira sugli otto miliardi all’anno, segno che il fenomeno è di rilevanza economica, oltre che ambientale. Anzi, l’unione dei due aspetti non è da sottovalutare perché consente – o consentirebbe, se fossimo meglio capaci di promuoverli – di preservare quella biodiversità di flora e fauna e quegli habitat naturali che poco alla volta vengono erosi dall’attività umana. Invertire la tendenza del rapporto fra natura e urbanizzazione e fare dei paesaggi naturali una meta attrattiva e magari economicamente sostenibile, con le dovute modalità per usufruirne nel completo rispetto delle caratteristiche ambientali, potrebbe essere una sfida da cavalcare per un futuro in cui i parchi non costituiscano solo un sogno esotico o un mondo riservato a prodi avventurieri, ma un contesto di frequente accesso, in cui trascorrere il proprio tempo libero e, nei migliori casi, riuscire a far convivere natura e attività umana in una simbiosi tanto necessaria quanto piacevole e stimolante.
Nel mondo esistono già parchi da sogno, spesso visitati come destinazioni turistiche di grande pregio, di cui raccontiamo nelle prossime pagine. In Italia e in Lombardia le potenzialità ancora inespresse di questo ambito sono enormi, grazie anche al nostro patrimonio di biodiversità ambientale, oltre che storico e culturale. Prendiamo esempio dai grandi parchi americani e inglesi e caliamoli nella realtà della nostra penisola, già di per sé turisticamente attraente. Ma non solo: con uno sforzo in più, soprattutto quanto a capacità di cura, gestione e organizzazione del verde, parchi e natura possono diventare compagni non tanto di viaggio, ma di vita quotidiana. Lo sforzo organizzativo e di gestione, che in Italia non è chiedere poco, è sicuramente impegnativo, ma lo sforzo primario è di cambiamento culturale, confidando di riuscire prima o poi a invertire il valore che fatalmente attribuiamo a uno sbilanciato rapporto uomo natura.
Diego Moratti