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Per una Brescia sempre più smart

Per una Brescia sempre più smart

Due importanti convegni hanno fatto il punto sull’economia circolare. Modelli virtuosi, progetti e prospettive

La seconda edizione di BresciaGreen è stata fortemente improntata a un modello di ricerca e sviluppo tra tecnologie e riconversione di imprese, capaci di risposte concrete, frutto di una sinergia sempre più stretta tra enti, istituzioni e associazioni, ben rappresentate e variegate nel loro apporto emozionale e comunicativo. Un’edizione tra la gente e per le vie, nello specifico tra Corso Zanardelli e via X Giornate, dove - solo pochi anni fa - sfrecciavano ancora rumorose autovetture e bus. Nell’Aprile 2018 invece la kermesse ad alto tasso di sostenibilità ha trovato un luogo adatto per l’approfondimento e lo scambio di pratiche, visioni e modelli improntati al benessere dell’ambiente e delle persone.

Il ruolo di imprese e università

Nel primo incontro di venerdi 13 aprile, dopo i saluti dell’assessore all’Ambiente del Comune di Brescia Gianluigi Fondra, si sono seduti al tavolo, per dialogare sulla direzione di Brescia Smart City di oggi e di domani, il professor Lucio Zavanella del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università degli Studi di Brescia; il professor Pierluigi Malavasi, direttore dell’Alta Scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Caterina Braga, coordinatrice dell’area smart city e differenze di genere per la stessa università; l’ingegnere Lorenzo Zaniboni, responsabile degli impianti di A2A Ambiente ed Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia.

Dalla tavola rotonda è emerso il ruolo sempre più attivo dell’Università nella ricerca, come testimoniato da Zavanella, per trasformare l’ingegneria in “atto etico”, sempre più improntato alla Smart Grid (distribuzione energetica efficiente e ottimale) delle rinnovabili e a scelte consapevoli verso una perfetta “simbiosi industriale” capace di ridurre e persino eliminare - attraverso best practice emulabili - qualsiasi scarto. Un concetto da “nuovo Umanesimo”, così come descritto dal professore Malavasi, dove «ognuno, verso questa strada, possa fare la sua parte».

Eugenio Massetti, presente al convegno anche in qualità di delegato nazionale per l’Energia e la Smart City, ha sottolineato come: «per l’economia del futuro sia importante non rinunciare a una notevole tradizione imprenditoriale e occupazionale, industriale e artigiana, purché sia attenta alla qualità ambientale e alla vivibilità del territorio. In questo nuovo contesto di fare economia, le imprese artigiane bresciane guardano con attenzione alle opportunità offerte dall’economia circolare e si devono far trovare da subito pronte, anche grazie al supporto della nostra organizzazione».

A Caterina Braga il compito di dare un taglio più umanistico al tema “smart city”, parlando di attenzione all’ambiente e inclusione sociale, due aspetti fondamentali di una città intelligente. Zaniboni di A2A ha infine chiuso l’incontro con le osservazioni sulla gestione dei rifiuti in un modello di economia circolare, dove gli scarti si trasformano in materia prima seconda, e dove il sistema cerca di riconnettersi, riusare e riciclare il più possibile.

Da rifiuti a risorse

A proposito di rifiuti, come mostrato nel secondo incontro sull’economia circolare di sabato 14 aprile, è possibile affermare che Brescia è già lanciata verso un loro proficuo recupero. Possono dirsi ottimi, a poco più di un anno dalla sperimentazione, i risultati esposti da Aprica: dopo l’introduzione della raccolta differenziata con sistema misto, i dati confermano questa scelta. Grazie ai cittadini e alla sensibilizzazione del Comune e all’operato di A2A.

L’obiettivo quinquennale fissato nel 2016 era di arrivare al 65% di raccolta differenziata, ma entro la fine del 2018, secondo l’assessore Fondra, Brescia potrebbe già raggiungere il 70%. Senza dimenticare la lotta ai furbetti della spazzatura, non residenti che lasciano immondizia sul suolo in città.

«Stiamo parlando, nell'ultimo anno, di circa 1.500 sanzioni comminate», ha dichiarato Fondra. Un ulteriore dato, a testimoniare come la strada intrapresa sia quella giusta, riguarda la produzione di rifiuti pro capite, parametro in cui Brescia figurava tra le città meno virtuose a livello nazionale.

Dai 670 chilogrammi su base annua, il calo ha portato agli attuali 570 kg pro capite, con un ulteriore prevedibile margine di miglioramento nei prossimi mesi. Riscontri positivi che si traducono in un calo della produzione totale dei rifiuti, scesa tra gennaio e dicembre 2017 del 15,7% (-20,84 tonnellate), con una riduzione drastica dei rifiuti urbani indifferenziati di ben il 41,2 %, come sottolinea Fausto Cancelli di Aprica. Oltre a organico e verde, il gruppo A2A ha in carico carta, plastica, vetro e lattine. I primi diretti a Castenedolo (Bs); vetro e lattine a Asti.

Per gli indifferenziati c’è il termoutilizzatore, mentre i metalli terminano la loro corsa a Padenghe sul Garda. Sempre meno rifiuti indifferenziati dunque, mentre ciò che si recupera passa a nuova vita, in un ideale, quanto sempre più sostenibile, “viaggio della materia”.

Fabio Perletti

 

Esempio di innovazione: il caso Fater

Innovazione al centro dell’economia circolare. Capace di trasformare pannolini, assorbenti e altro materiale per la persona in una risorsa. Tra i casi di studio più interessanti emersi negli incontri di Brescia Green 2018, c'è quello della realtà Fater SpA: azienda di Pescara rappresentata, per l’occasione, da Orsola Bolognani, manager Grant&Logistic della società. Con un fatturato di 900 milioni di euro e circa il 4% in ricerca e sviluppo, il ciclo studiato da Fater e presentato a BresciaGreen consente di ottenere plastica, cellulosa e polimero superassorbente dai pannolini. Un processo meccanizzato, estremamente tecnologico, in un impianto capace di lavorare sino a 20 tonnellate di prodotto. E poi la sterilizzazione, con la neutralizzazione degli odori e infine la separazione meccanica dei componenti, che finiscono per esser riutilizzati in diversi campi. Un’economia capace di credere in nuovi progetti e metterli in pratica, perché ciò che è rifiuto si riutilizza e si rigenera, portando benefici per le aziende, ma soprattutto, per l’ambiente. 

Maggio 2018

Green Economy

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