Molte città del mondo lo hanno capito, la vegetazione urbana ha un valore inestimabile
Contro l’inquinamento atmosferico, come fonte di comunicazione ed educazione del cittadino, come strategia contro la fame, o semplicemente per un valore estetico, la vegetazione sta sempre più ricoprendo negli anni un ruolo fondamentale – se non essenziale – all’interno della città contemporanea.
La natura e l’inquinamento
In vista di un incremento notevole della popolazione urbana, le previsioni indicano che entro il 2050 il 70% degli individui abiterà la città, l’inquinamento è uno dei principali problemi che un’amministrazione si trova a dover affrontare. A questo proposito, il Consiglio della ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Cra) propone una soluzione a basso costo e naturale per migliorare la qualità della vita nelle città: gli alberi.
Non è cosa nuova che il tessuto urbano sia intrecciato dai cosiddetti corridoi ecologici, quei fazzoletti di suolo verde che dalla campagna si incuneano nelle città, per migliorare l’ambiente e incrementare la biodiversità. Meno comune è sentire parlare di specie arboree antismog.
Stando alle ricerche del Cra, gli arbusti originari dell’area mediterranea come il viburno lucido, il corbezzolo, l’alloro e l’ilex sono i più adatti ad assorbire la CO2 presente nell’aria a causa del traffico e delle esalazioni degli impianti industriali. Il Cra, inoltre, ha studiato l’efficacia delle piante antismog per l’assorbimento delle sostanze tossiche presenti in città, riscontrando che la piantumazione delle specie arboree locali può migliorare il microclima dalle 3 alle 5 volte in più rispetto a un albero di medesime dimensioni.
Un dato rassicurante, soprattutto se si considerano i dati Istat per cui, in media, ogni abitante ha a disposizione 31 metri quadrati di verde urbano, una superficie abbastanza grande per far “respirare” la città, anche se nella metà delle metropoli italiane non vengono raggiunti i 20 metri quadrati e in alcune città neanche i 9 obbligatori per legge.
L’orto si fa in città
Un altro esempio di quanto sia fondamentale il rapporto tra città e natura è rappresentato dalle molte città del mondo che hanno adottato la pratica dell’agricoltura urbana come vero e proprio strumento di comunicazione e educazione del cittadino. Gli orti comunitari vengono usati per migliorare il benessere sociale, per l’integrazione delle fasce più emarginate, come i giardini interculturali, per la cura delle persone con malattie mentali, ma anche per contribuire allo sviluppo della biodiversità urbana, per generare un microclima più sano e per assicurare una qualità del cibo migliore.
L’agricoltura urbana, dunque, nutre l’uomo e salva l’ambiente, avvicinando i cittadini alla realtà rurale e sensibilizzando i più piccoli alla cultura del cibo genuino e locale. La città e i cittadini soffrono dell’innaturale lontananza dalla natura, per questo sono sempre più diffuse forme di rifiuto della globalizzazione alimentare e dell’urbanizzazione. Tra le pratiche sostenibili e utili per mangiare in modo sano, ricordiamo l’agricoltura urbana, con la quale è possibile produrre e distribuire cibo all’interno della città.
In alcuni casi si arriva persino all’allevamento, ma è molto più diffusa l’orticoltura, più semplice e meglio adattabile alla realtà urbana; l’agricoltura civica, una sorta di evoluzione dell’agricoltura urbana perché coinvolge le comunità e i cittadini per produrre alimenti con metodi innovativi e commercializzarli attraverso mercati dedicati; il guerrilla gardening, una forma politicizzata di agricoltura urbana, una azione non violenta degli ambientalisti; infine, le tecniche di permacultura, le quali condividono con le altre pratiche di agricoltura urbana l’etica e la responsabilità sociale delle attività agricole, volte alla cura della terra e alla produzione di risorse destinate a un’equa distribuzione.
Uno degli esempi più significativi è la sostituzione delle piante ornamentali con specie commestibili, come ribes, fragole e agrumi. Le caratteristiche uniche in natura delle piante capaci di depurare l’aria che noi stessi inquiniamo, ma anche la grande capacità di adattamento che esse dimostrano dovrebbero far capire che l’ambiente, sia esso urbano o naturale, necessita di rigenerazione e rinaturalizzazione per tutelare e migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi, uomo compreso.
I.D.A.