feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Scuola e lavoro: un silenzioso conflitto ancora da risolvere

Scuola e lavoro: un silenzioso conflitto ancora da risolvere

Il mondo del lavoro e quello dell’istruzione si trovano su piani ben diversi. Le scelte affrettate degli studenti li portano a seguire il guadagno, che poi però non percepiscono a causa della considerevole esperienza professionale richiesta dai datori di lavoro

«I ragazzi ormai sono costretti, dalla scuola come dalla società, a scegliere troppo presto», queste le parole di Massimo Locatelli, presidente pro tempore del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati di Bergamo.

Già dall’adolescenza i ragazzi si ritrovano a dover convivere con mille dubbi e domande che spesso non trovano risposta, a causa della tempestività con cui sono obbligati a scegliere un percorso specifico.

Molti prediligono le materie umanistiche, convinti che garantiscano un’ampia offerta lavorativa, ma ben presto si accorgono che non è così. Sempre più frequentemente i ragazzi sono costretti a rimanere a casa senza lavoro o ad accettare occupazioni che non richiedono qualificazioni particolari, acquisite dopo aver studiato per un quinto della loro vita.

Vi è un altro problema di fondo però nel rapporto tra insegnamento e lavoro. «Per poter svolgere un lavoro come il nostro, le conoscenze e le competenze fornite dalla scuola non sono abbastanza mirate o adeguate», continua Locatelli.

Troppo spesso i ragazzi di oggi, che studiano per ottenere un posto di lavoro valido, sono costretti a tornare a casa insoddisfatti perché ai colloqui ricercano persone con esperienza. Al tempo stesso, sottolinea il perito, l’industria non è affatto pronta ad accogliere gli studenti in maniera opportuna, in modo da garantire loro una formazione valida e una comprensione delle dinamiche lavorative.

Il progetto di alternanza scuola-lavoro, che permette di -svolgere l’intera formazione dai 15 ai 18 anni, attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con imprese […] o con enti pubblici e privati […] disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio- come cita l’art. 4 della L. 53/2003​, è tutt’ora in fase di sviluppo, questo perché gli ambienti lavorativi non sono ancora in grado di ideare delle attività fruttuose sia per loro, che per gli studenti.

Lo studente si ritrova vincolato: da una parte la voglia di poter dare una svolta alla propria vita, di cambiare quando ci si rende conto di aver fatto la scelta sbagliata (che può essere garantita solo da un insegnamento di base forte, ma non specifico) e dall’altra la necessità di acquisire le competenze necessarie e di fare esperienze direttamente sul campo per poter riuscire a garantire a se stessi un posto di lavoro sicuro.

Occorre quindi fare in modo che i due mondi riescano a giungere a un compromesso, garantendo a noi giovani la possibilità di costruire il nostro futuro che, come possiamo ben intendere, è quello di tutti.

Aurora Forlani 

ISIS "G. Natta"

Maggio 2016

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...