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Una ventata d’aria “green”

Una ventata d’aria “green”

Claudia Terzi da sindaco di Dalmine alla Regione Lombardia.
Bergamo SOStenibile ha incontrato la giovane assessore regionale all’ambiente, energia e sviluppo sostenibile della giunta Maroni.

Coda alta, portamento fiero, sguardo schietto. Si presenta così Claudia Terzi, neo assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile. Ci riceve nel Municipio di Dalmine, ancora per poco sua dimora “pubblica”: dovrà infatti lasciare l’incarico di Sindaco entro fine mese, a causa dell’incompatibilità di cariche stabilita dal regolamento della Regione Lombardia.

La nostra chiacchierata spazia dalle donne in carriera e la vita da militante leghista, alle questioni spinose come la BreBeMi, l’aeroporto di Orio al Serio e l’Expo 2015. Occhi azzurrissimi accompagnano le parole pronunciate con fermezza e convinzione, mentre il ritmo delle risposte, sempre incalzante, viene smorzato solo dal fruscio delle perle, con cui giocherella la mano impaziente.

Partiamo da questo nuovo ruolo che rivesti (il “tu” ci è stato scherzosamente imposto).
Come mai il salto sindaco-assessore?

Bisognerebbe chiederlo al presidente Maroni, è lui che mi ha chiamata. Sicuramente c’è una volontà di garantire una competenza adeguata all’interno della nuova Giunta e il fatto di avere un’esperienza pluriennale come Sindaco di un Comune impegnativo quale Dalmine è un valore aggiunto molto importante. Non a caso molti degli assessori scelti hanno ricoperto cariche politiche e amministrative di rilievo a livello locale. Detto questo, per me si tratta di un ruolo nuovo e di una sfida avvincente. Sono l’unica esponente bergamasca nella Giunta e questo incarico rappresenta un segno di stima nei miei confronti, ma anche un premio per “l’Amministrazione Dalmine”.

Laureata in legge, avvocato, divieni sindaco nel 2009. Raccontaci un po’ la tua storia politica?

Innanzitutto sono militante nella Lega dal ’99. Anche se il mio interesse verso le idee rappresentate dal partito nasce molto prima: a 14 anni durante una vacanza-studio in Germania rimasi folgorata dal concetto di federalismo, lì già storicamente consolidato. Pensai che sarebbe stato bello riprodurre il modello tedesco in Italia, quindi naturalmente trovai nella Lega quella forza politica che teorizzava le mie convinzioni. Durante l’ultimo anno di università -che coincideva con le elezioni del 2004- mi son data da fare con volantinaggi e militanza tout-court all’interno del partito. Ho sempre pensato che nella vita bisogna impegnarsi e tentare, se si vuole raggiungere qualche obiettivo. Con questo spirito nel 2004 sono diventata consigliere di minoranza a Dalmine e, nel 2009, sindaco. Devo dire che quella di sindaco è l’esperienza più bella che un politico possa fare, perché ti permette di fare qualcosa di concreto per il tuo territorio e per le persone che conosci da sempre: è il modo più bello di passare dalla semplice lamentela all’azione.

Giovane e donna, in una posizione politicamente e professionalmente rilevante, una rarità in Italia: quali i compromessi e quali i miti da sfatare?

Vorrei premettere che io mi schiero assolutamente contro le quote rosa: non mi sento una minoranza etnica da tutelare. Penso che donne e uomini siano molto diversi, per questo anche il concetto di parità per me è tutto da rivedere: ognuno ha le sue peculiarità, ma donne e uomini hanno le stesse possibilità di fare carriera oggi. È solo una questione di scelte e compromessi. Per quanto mi riguarda, lavorare in politica è dura: quando lavori 12 ore al giorno è impensabile immaginare di poter avere una famiglia, però si tratta sempre di priorità e scelte, prese consapevolmente. Mia madre ha sempre lavorato e ha comunque tirato su due figli: occorre organizzazione e forse diminuire le pretese. È anche vero che i tempi sono cambiati: rispetto a 50 anni fa i ruoli nella famiglia non sono più così standardizzati. Me ne accorgo sempre più spesso quando celebro i matrimoni qui in Municipio. Spesso mi piace sottolineare il concetto di reciprocità, ma sono le stesse neospose a dirmi che i loro compagni già si occupano delle faccende domestiche quindi, voglio dire, la mentalità sta cambiando, forse è già cambiata e questo è positivo.

Tornando al tuo nuovo incarico: quali sono le priorità che come assessore regionale ti trovi ad affrontare?

Sicuramente le priorità sul tavolo dell’assessorato sono il problema cave, le discariche, i termo-valorizzatori e le bonifiche delle zone di Ciserano e Verdellino. Sono tutte realtà che riguardano da vicino la bergamasca e di cui mi faccio carico in sede regionale. A questo proposito il Consiglio ha già approvato lo stanziamento di 575.000 euro per la messa in sicurezza delle acque di falda contaminate da cromo esavalente di Ciserano e Verdellino. Un’altra priorità è la qualità dell’aria: sta per essere approvato un piano dell’aria molto partecipato, che coinvolge trasversalmente anche altre aree della Lombardia. Gli interventi saranno molto variegati, ma tutti all’insegna dell’educazione ambientale e delle prospettive di ampio respiro. Le cause principali dell’inquinamento aereo in Lombardia sono soprattutto il traffico, la conformazione geografica del territorio con bassa ventilazione e la densità delle attività produttive: noi agiremo laddove è possibile intaccare queste cause.

Una delle questioni più spinose a proposito di traffico e congestione stradale riguarda la costruzione di infrastrutture quali la BreBeMi e la Bergamo-Treviglio. Cosa ne pensi?

Penso che occorra prendere atto delle esigenze che ha la nostra regione e quindi agire di conseguenza. Creare nuove infrastrutture che snelliscano il traffico è una di queste esigenze: ritengo che la BreBeMi e la Bergamo-Treviglio siano tappe importanti, se si vuole andare in questa direzione. Conosco l’acceso dibattito su questo tema e i pareri discordanti ma, dopotutto, dobbiamo renderci conto che a tutti piacerebbe vivere nel verde sterminato delle praterie americane, ma noi siamo in Lombardia e questo non è possibile. In più, riflettevo proprio l’altro giorno in coda in autostrada, su quanto consumino le auto stando ferme con il motore acceso. Rendere gli spostamenti più agili potrebbe diminuire questa congestione e forse portare benefici alla qualità dell’aria. Per quanto riguarda la Bergamo-Treviglio, questa tratta rappresenterebbe addirittura un sollievo per diversi Comuni, che spesso si ritrovano ad essere attraversati in centro paese da mezzi pesanti in coda: basti pensare a Verdello o Arcene.

Un’altra questione oggetto di dibattito è l’aeroporto di Orio al Serio e l’inquinamento acustico. Qual è la tua posizione?

Non dobbiamo dimenticare che l’aeroporto rappresenta una risorsa economica importante per tutto il territorio bergamasco e per la regione stessa. Detto questo, mi sembra logico che non possa svilupparsi indiscriminatamente, senza tener conto delle esigenze dei Comuni limitrofi, ma non mi sembra che la gestione dell’aeroporto stia andando in questa direzione. Certo, si può sempre migliorare, ma non penso che spostare il traffico merci sull’aeroporto Montichiari, come suggerisce qualcuno, migliorerebbe granché la situazione. Piuttosto si potrebbe ragionare sulle rotte: tuttavia questo non è tema di competenza dell’assessorato, perché ci sono numerosi altri interessi e soggetti in gioco.

Visto il tuo attuale ruolo a contatto diretto con la realtà locale, da Sindaco di un Comune cosa chiederesti all’Assessore della Regione Lombardia?

L’ascolto. Nelle vesti di Sindaco ho capito e sperimentato sulla mia pelle come spesso il Pirellone appaia distante. So cosa significa sedersi dall’altra parte del tavolo, per questo dico che ci vuole più interazione con i singoli territori locali. Basta, quindi, con una Milano lontana: la Regione deve collaborare con i territori e io personalmente mi impegnerò perché questo avvenga.

Expo 2015: il Governo Letta ha incoronato l’Amministratore delegato Giuseppe Sala come Commissario Unico. Per il resto a che punto siamo?

Innanzitutto sono favorevole al Commissario Unico, c’è già troppa dispersione intorno all’Expo. L’Italia si sta muovendo poco sulla cosa. La Regione Lombardia si sta attivando per quella che era la sua competenza, ovvero creare le infrastrutture necessarie ma, come dice il presidente Maroni, non basta limitarsi alle proprie competenze. In Italia bisogna fare più di quanto richiesto perché è un Paese lento, che spesso e volentieri arriva all’ultimo minuto senza aver ancora un programma definito. Va bene l’improvvisazione, ma l’Expo 2015 è una vetrina importante sul mondo, siamo sicuri di poterci permettere di agire “all’italiana”? Non sappiamo esattamente quale sarà il tema del padiglione Italia, come dire, c’è la scatola ma non ancora i contenuti. E questo è grave.

Dal 23 al 26 maggio si terrà a Bergamo, presso il Museo di Scienze Naturali, la ventesima edizione di Expo Scuolambiente. Quale sarà il tema di quest’anno e quali aspettative per questa edizione?

Expo Scuolambiente compie 20 anni e quest’anno si svolge a Bergamo in fortunata concomitanza con il Festival dell’Ambiente. Spero che questo possa valorizzare la città e farla diventare la capitale lombarda dell’ambiente, sarebbe bello! Il tema di quest’anno è “Aria nuova in Lombardia”: si svolgeranno numerose attività rivolte alle scuole, tra cui laboratori didattici, la mostra “Uno sguardo sull’aria” e numerosi momenti di interazione e confronto con grandi e piccini, tra cui la Tavola rotonda sul Piano Regionale degli Interventi sulla qualità dell’aria (PRIA). L’obiettivo è quello di lavorare sull’educazione ambientale. Grazie agli studi di diritto, ho capito quanto sia importante interiorizzare la norma affinché il rispetto di una regola non sia dovuto solo a un’imposizione ma alla convinzione che quella regola sia in sé giusta. Si parte dai bambini perché loro sono il futuro ed è più facile far cambiare stile di vita e abitudini a loro piuttosto che a un adulto.

Un’urgenza locale, estendibile alla Regione, riguarda gli spazi verdi in città: esistono numerosi spazi verdi comunali inutilizzati, che potrebbero essere assegnati a fasce deboli (anziani, disabili, soggetti in difficoltà) o a gruppi di cittadini che promuovono orti sociali e giardini comunitari. Che cosa si può fare per snellire questa pratica?

A dire il vero, essendo sindaco di un comune come Dalmine, questa esigenza non è mai stata particolarmente evidente. Tuttavia, trovo molto interessante l’idea di riqualificare gli spazi verdi urbani in questo modo. In Regione quello che posso fare è proporre e già essere soggetto proponente è una gran cosa. Mi piace l’idea di poter interagire direttamente con la cittadinanza, si ritorna al discorso che facevamo prima sull’importanza dell’ascolto e dell’interazione con i territori locali. Quindi sarebbe bello se il vostro mensile potesse diventare anche una piattaforma di proposte e suggerimenti da parte dei singoli cittadini che la città la vivono quotidianamente.

Ci auguriamo che i nostri lettori, prendendo spunto dalle parole della neo assessore Claudia Terzi, colgano l’occasione di inviarci le loro proposte per una provincia o regione più sostenibile. Con il privilegio di avere una bergamasca a ricoprire il ruolo cruciale delle politiche ambientali ed energetiche, BergamoSOStenibile farà in modo di aprire quel canale diretto di comunicazione tra cittadino e istituzione tanto auspicato, ma soprattutto necessario a orientare un modello di sviluppo condiviso.

Diego Moratti

Mara D’Arcangelo

Maggio 2013

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