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Psicoanalisi: una storia al femminile

Psicoanalisi: una storia al femminile

Quando si pensa allo studio della psiche e dell’animo umano, è immediato il collegamento a grandi nomi, come Freud, Jung, Lacan, solo per citarne alcuni, in altre parole, il nostro pensiero è prevalentemente al maschile. Ma dove sono le donne nella storia della psicologia e della psicoanalisi? Concediamoci allora la possibilità di scorrere uno spaccato di storia della psicoanalisi, scoprendo un’intensità di ritratti che restituiscono forza intellettuale a grandi signore che hanno apportato un segno distintivo in quel movimento, al quale è sempre stata attribuita una certa misoginia.

È importante ricordare che la psicoanalisi è nata e si è sviluppata in un contesto che vede le donne attive protagoniste, sia come pazienti (si ricordi il caso di Anna O., prima paziente di Freud) che come terapeute e teoriche appassionate. Pensiamo ad Andreas Salomè e Sabina Spilrein, antesignane di tutte le successive psicoanaliste, che hanno permesso l’apertura della psicoanalisi al mondo femminile fino ad allora limitato all’orizzonte della “donna isterica”.

E cosa sarebbe stato senza l’attento lavoro e gli innovativi modelli interpretativi sullo sviluppo del bambino teorizzati da influenti personalità quali Anna Freud, Melanie Klein e Margaret Mahler? La stessa Freud è considerata la fondatrice della “psicologia dell’Io”, approccio teorico che trova integrazione con le contemporanee prospettive relazionali e intersoggettive, nei lavori della ben nota Nancy McWilliams, che ha conferito alla diagnosi una connotazione psicoanalitica.

E la clinica dei disturbi psichici gravi quanto ne ha guadagnato dalle ricerche innovative di Mara Selvini Palazzoli? La ricercatrice fu tra i pionieri che portarono l’applicazione della terapia psicoanalitica al di fuori dei classici disturbi nevrotici, verificando i limiti dell’approccio individuale e sviluppando un nuovo corpus di conoscenze e tecniche conosciuto nel mondo come “Milan Approach”, che allarga il pensiero all’intero nucleo famigliare.

Il debito verso le donne della psicoanalisi è ben più ampio se pensiamo che in questa sede siamo riusciti a dare spazio solo ad alcune delle riflessioni e concettualizzazioni sviluppate negli anni, che hanno sostenuto e conferito ulteriore spessore e profondità al loro stesso movimento generativo.

http://www.theclew.net/

Vera Zanchi

Aprile 2015

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