Sarebbe bello che il concetto di mobilità facesse rima con sostenibilità, ma ahimè la prima deve fare ancora un po’ di strada per raggiungere la seconda.
Fortunatamente, di strada, la mobilità ne ha percorsa, e sebbene l’andamento sia ancora “slow”, la direzione sembra essere quella giusta, orientata cioè verso un trasporto pubblico che sia efficiente, innovativo ed ecologico, e sull’altro fronte, verso una mobilità privata che soppianti l’utilizzo dei combustibili fossili a favore delle auto elettriche. Se è vero che proprio rima non fanno, quantomeno i due termini non rappresentano più un ossimoro, superando il reciproco tradizionale contrasto. Difatti in questi ultimi anni l’inquinamento non è più il risvolto obbligato di una mobilità che può invece puntare ad essere dolce, salutare, ma anche efficiente e tecnologica, combinando la vivibilità degli ambienti con le esigenze di una società moderna, come testimoniano alcuni esempi nelle pagine seguenti.
Forse, tra le varie opzioni, potrebbe essere la parola “opportunità” quella più indicata per una rima positiva, almeno come auspicio. Per più di un significato e motivazione. Una mobilità dolce, sia per una fruizione quotidiana, sia per un utilizzo turistico o di piacere, rappresenta davvero un’opportunità per staccarsi di dosso un’abitudinarietà che ancora oggi trova nell’auto privata, parcheggiata a due passi da ogni negozio o ufficio, una comodità che non è più tale: in realtà spesso si impiega più tempo a cercare parcheggio che a fare un tratto a piedi, senza contare i costi connessi alla sosta e allo stress. Il benessere collegato a una mobilità più green, che stimoli movimento quotidiano e vita all’aria aperta, è indubbio, a dispetto dell'imperante frenesia urbana.
In secondo luogo, dalla mobilità sostenibile deriva un’altra tipologia di opportunità: la possibilità cioè di reimpostare servizi e ristrutturare quartieri, sia come viabilità sia come recupero edilizio e stradale. Quartieri intasati dal traffico o usati solo come parcheggi di auto o dormitori per pendolari possono invece essere rivitalizzati e valorizzati attraverso piste e spazi nuovi, pensati in funzione di un diverso modo di costruire strade, stazioni e connessioni urbane.
Anche questi esempi fortunatamente cominciano a diffondersi, tanto nel mondo quanto vicino a noi. Innovare la mobilità di un’area significa avere l’occasione di innovare le città, i quartieri e la qualità di vita degli abitanti. Infine, un terzo ambito di opportunità è quello economico: i settori della green economy sono molteplici, ma sicuramente l’indotto connesso alla mobilità è ampio e può significativamente contagiare altri settori come edilizia e progettazione architettonica. Notevole è pure il potenziale delle auto elettriche e ibride, un mercato in forte espansione, che ci auguriamo possa affiancare lo sviluppo del trasporto pubblico per avvicinare sempre più la mobilità alla sostenibilità. C’è da ammettere che nel resto del mondo la strada percorsa dalla mobilità elettrica è maggiore rispetto al nostro Belpaese.
I numeri ci testimoniano che non siamo certo apripista in questa evoluzione: sappiamo però che la strada è segnata, non solo per gli incoraggianti scenari che provengono dal mercato estero, ma anche per le politiche e gli investimenti in infrastrutture che si stanno attuando in Italia, con il chiaro obiettivo, per esempio, di eliminare il problema della mancanza di “distributori” per auto elettriche. Cogliendo anche in questo caso l’opportunità collegata, le colonnine di ricarica si trasformano in stazioni e aree smart digitali e tecnologiche con numerosi servizi aggiuntivi.
Se la rima con sostenibilità crea ancora qualche difficoltà, non così distante è la rima con opportunità, viste le tante sfaccettature che una mobilità sostenibile potrebbe comportare. Ma per cogliere queste potenzialità, occorre che ciascuno faccia fino in fondo, nella quotidianità, ciò che è nelle proprie possibilità.
Diego Moratti