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Elezioni nazionali e regionali

Elezioni politiche

Elezioni politiche del 4 marzo. Tutte le 42 formazioni. 12.428 candidati per i 630 seggi della Camera dei Deputati e per i 315 del Senato della Repubblica

Finalmente siamo agli sgoccioli di una campagna elettorale che negli ultimi anni non si è sostanzialmente mai fermata e che con l’avvicinarsi delle elezioni ha fatto degli episodi di cronaca i suoi cavalli di battaglia.

Ma anche dopo il 4 marzo difficilmente si fermerà questa competizione tra partiti, movimenti e minoranze interne ed esterne. L’Italia si prepara a un voto dall’esito incerto, con una nuova legge elettorale che difficilmente garantisce una maggioranza in grado di governare, con lo spettro dell’astensionismo e di un alto numero di indecisi. Eppure, come scrisse Sabatier, cosa peggiore di privare un cittadino del suo diritto al voto è quella di privarlo del desiderio stesso di votare.

Come si vota con la nuova legge elettorale

Si vota nell'unica giornata di domenica 4 marzo, dalle ore 7 alle ore 23. Possono votare i cittadini maggiorenni che si presentino al proprio seggio di riferimento muniti di documento di riconoscimento in corso di validità e tessera elettorale.

Si voterà con una scheda per la Camera e una scheda per il Senato, quest'ultima sarà consegnata solo agli elettori che abbiano compiuto il venticinquesimo anno d'età. I cittadini di Lazio e Lombardia riceveranno un'ulteriore scheda per il rinnovo della Giunta Regionale.

Saranno le prime elezioni con la nuova legge elettorale che prevede l’elezione dei membri di Camera e Senato per i due terzi con metodo proporzionale e collegi plurinominali e per il restante terzo con metodo maggioritario e collegi uninominali. L'elettore darà il suo voto in un'unica scheda, sia per la parte uninominale, candidato unico della coalizione, indicato con nome e cognome sopra i simboli che lo sostengono, che per la parte proporzionale, dove i partiti corrono per sé e sulla quale si applicano le soglie di sbarramento.

Come sarà la scheda e come votare

Entrambe le schede, quella per la Camera e quella per il Senato, sono divise in rettangoli: nella parte superiore di ogni rettangolo è riportato nome e cognome del candidato uninominale, nella parte inferiore è riportata la lista o l'elenco delle liste che lo supportano, ciascuna con il suo logo e il listino bloccato di candidati per i quali non è quindi possibile esprimere una preferenza.

Esistono tre possibilità di voto:

> Tracciare un segno sul candidato uninominale prescelto, quindi barrare il nome riportato nella parte superiore del rettangolo;

> Tracciare un segno sulla lista prescelta nella parte inferiore del rettangolo, il voto andrà anche implicitamente al candidato uninominale cui la lista fa riferimento;

> Tracciare due segni, uno sul candidato uninominale e uno su una delle liste che lo sostengono.

Si ricorda che per le votazioni politiche (nazionali) NON è previsto il voto disgiunto, ovvero il voto per un candidato uninominale e per una lista che non lo sostiene, né l'espressione di preferenze per un candidato del listino di partito, ovvero l'elenco di nomi riportati a fianco dei simboli, pena l'annullamento della scheda.

Per la prima volta le schede elettorali saranno dotate di un tagliando antifrode rimovibile costituito da un codice progressivo alfanumerico generato in serie, concepito per evitare il voto di scambio: quando l’elettore riceverà la scheda gli scrutatori dovranno annotare il codice univoco e una volta votato dovranno controllare che il numero del tagliando corrisponda a quello segnato, infine l’elettore rimuoverà il tagliando antifrode per rendere la scheda anonima e non tracciabile prima di inserirla nell'urna.

Astensionismo, schede bianche, schede nulle e voto di protesta

Quello dell'astensionismo è il grande spettro di queste elezioni. Stando ai sondaggi infatti, il dato di incertezza e astensione resta elevato, attestandosi intorno al 30%, nonostante la data del voto sia sempre più vicina. È bene ricordare che il sistema elettorale italiano si basa sulla percentuale di voti validi e non sulla percentuale di votanti, come invece avviene per i referendum dov’è necessario il quorum, cioè il voto del 50% più uno degli aventi diritto.

L'elettore può comunque decidere di non esercitare il suo diritto-dovere al voto recandosi alle urne e scegliendo di annullare la scheda tracciando simboli non previsti oppure riconsegnandola in bianco. In entrambi i casi l'elettore influirà sulla percentuale di afflusso alle urne, ma non sarà determinante nella scelta dei rappresentanti. C'è poi un'ulteriore forma di non voto, il cosiddetto voto di protesta, che consiste nel recarsi alle urne, farsi registrare, ma rifiutare di accettare la scheda e pretendere che venga verbalizzato il motivo del rifiuto. I cittadini che scelgano di attuare questa forma di non voto saranno tuttavia conteggiati tra i cittadini votanti.

I partiti e le coalizioni

Sono 38 le formazioni ufficialmente in corsa per le elezioni politiche, rappresentate da 42 simboli (4 sono stati adattati per i territori con minoranze linguistiche).

I partiti in lizza si suddividono a loro volta in 36 liste nazionali e 6 create per la circoscrizione estero. Al loro interno si trovano i nomi dei 12.428 candidati per i 630 seggi della Camera dei Deputati e per i 315 del Senato della Repubblica.

La soglia di sbarramento sotto la quale una lista non ha diritto di accesso in Parlamento è al 3%. Se una lista che corre in coalizione non raggiunge il 3%, ma resta sopra l’1%, i suoi voti saranno spartiti tra gli altri partiti della coalizione, altrimenti andranno dispersi. C’è poi una soglia di sbarramento al 10% per le coalizioni e in questo caso almeno una lista deve aver superato il 3%.

Per il centrosinistra sono quattro i partiti che formano la coalizione guidata dal Partito Democratico. Al fianco del Pd si presentano: +Europa di Emma Bonino, Civica Popolare Lorenzin, e Insieme, che unisce i tre simboli di Psi, Verdi e Area Civica. Anche la coalizione di centrodestra scende in campo con quattro forze politiche: alla coalizione Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia si è aggiunta Noi con l'Italia di Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto mentre corrono da soli i candidati del M5S guidati da Luigi Di Maio. Alla sinistra del Partito Democratico si presentano Liberi e Uguali, guidata da Pietro Grasso, la Lista del Popolo per la Costituzione, di Antonio Ingroia, Potere al Popolo di Viola Carofalo, Per una Sinistra Rivoluzionaria di Claudio Bellotti e il Partito Comunista guidato da Marco Rizzo. A destra della coalizione di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia si trovano invece il partito antieuropeista CasaPound Italia guidato da Simone De Stefano, il partito di Italia agli Italiani, formato da Forza Nuova di Roberto Fiore e Fiamma Tricolore di Attilio Carelli; Destre Unite Forconi di Massimiliano Panero e Blocco nazionale per le libertà di ispirazione monarchica. Tante anche le liste di formazioni minori. Eccole elencate qui sotto. Tutto chiaro? Non ci resta che...votare!

Tutte le altre liste

Partito Repubblicano Italiano-Alleanza Liberal popolare-Autonomie di Denis Verdini; 10 volte meglio di Andrea Dusi; Siamo di Dario Miedico; Democrazia Cristiana guidata da Giovanni Fontana; Confederazione Grande Nord di Roberto Bernardelli; Il popolo della famiglia di Mario Adinolfi; PPA Movimento politico pensiero azione di Antonio Piarulli; Partito valore umano di Pasquale Ruga; “Sms”, Stato Moderno Solidale, di Francesco Lomonaco; Movimento politico Italia nel cuore di Mauro Tiboni; Sudtiroler Volkspartei guidato da Philipp Achammer; Movimento Politico patto per l'autonomia di Massimo Moretuzzo; Fronte Friulano – Front Furlan di Claudio Antonio Boaro; AutodetermiNatzione di Anthony Muroni e Mir Italia di Gianpiero Samori.

Sei le liste create per la circoscrizione Estero. Oltre la Salvini-Berlusconi-Meloni, che fuori confine corrono uniti anche nel simbolo, si ritrovano il Maie - movimento associativo italiani all'Estero guidato da Ricardo Antonio Merlo; Unital - Unione Tricolore America Latina di Fabio Massimo Cantarelli; Free flights to Italy di Giuseppe Macario; Movimento delle libertà di Massimo Romagnoli; Unione sudamericana emigrati italiani Usei, guidata da Eugenio Sangregorio.

Arianna Corti

 

Regione Lombardia. Nuova Giunta e nuovo Presidente. Domenica 4 marzo per i lombardi una scheda in più. Si rinnovano 79 consiglieri, sono i 7 candidati alla Presidenza

Domenica 4 marzo i cittadini lombardi saranno chiamati a votare oltre che per il rinnovo della Camera e del Senato, anche per la Giunta regionale. Gli elettori potranno presentarsi al seggio di riferimento dalle ore 7 alle ore 23 muniti di tessera elettorale e documento di riconoscimento in corso di validità.

Si rinnovano Presidente e Consiglio della Regione

Saranno eletti 80 Consiglieri, compreso il Presidente della Regione. Sarà eletto Presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Gli altri 79 consiglieri sono eletti con criterio proporzionale sulla base di liste provinciali concorrenti, con applicazione di un premio di maggioranza; un seggio è riservato al miglior perdente tra i candidati alla presidenza. Per garantire la rappresentanza di ogni parte del territorio, dovrà obbligatoriamente entrare a far parte del Consiglio regionale almeno un rappresentante di ciascun territorio provinciale, coincidente con le circoscrizioni provinciali: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio, Varese.

Sono sette i candidati Presidente in corsa per il Pirellone.

Per il centrodestra uscente si presenta Attilio Fontana, 65 anni, avvocato, sindaco di Varese dal 2006 al 2016 con la Lega Nord, appoggiato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia - Udc, Energie per la Lombardia, Pensionati e la lista civica “Fontana Presidente” (quest’ultima in sole 7 province su 12).

Guida la coalizione di centrosinistra Giorgio Gori, 57 anni, imprenditore, già sindaco di Bergamo, appoggiato da Partito Democratico, +Europa, Lombardia Progressista – Sinistra per Gori, Civica Popolare, Obiettivo Lombardia per le Autonomie, Insieme per Gori e Lista Civica per Gori Presidente.

È bergamasco anche il candidato del Movimento 5 Stelle Dario Violi, 32 anni, consigliere regionale dal 2013.

Liberi e Uguali sceglie di correre in solitaria con Onorio Rosati, 54 anni, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano dal 2006.

Per l'estrema sinistra corre Massimo Gatti con Sinistra per la Lombardia, sindaco di Paullo dal 1985 al 2004, già consigliere provinciale, mentre all’estrema destra corrono Grande Nord di Giulio Arrighini e, per Casapound Italia, Angela De Rosa, 44 anni, già consigliera comunale e assessora a Novate Milanese. 

Marzo 2018

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