Cresce il budget familiare dedicato ai regali di Natale: 216 euro, +4% in Italia. Ma si moltiplicano anche le possibilità di comprare regali solidali
216 euro a famiglia: tanto spenderanno gli italiani per i consumi natalizi nel 2018 secondo un'analisi della Coldiretti basata sui dati della Xmas Survey della Deloitte. Nonostante il perdurare della crisi e le criticità economiche per larghe fette della popolazione, infatti, il periodo natalizio si conferma essere momento di grandi spese: in Italia molto più che nel resto dell'Europa, dove le cifre stimate per lo shopping festivo sono decisamente più basse.
Tra regali, pranzi e cene in famiglia e pensierini a persone care, colleghi e conoscenti, la festività si trasforma progressivamente in un'occasione di consumismo sfrenato, spesso in aperta opposizione con i valori stessi che queste giornate dovrebbero veicolare: solidarietà, sobrietà, fratellanza.
Eppure, nel marasma frenetico degli acquisti natalizi, qualcosa sta cambiando: insieme al giro d'affari, aumenta anche il numero di persone che fa del Natale un'occasione di solidarietà reale, scegliendo di rivolgersi al mondo del mercato equo, della filiera corta e dell'economia solidale e sociale per cercare i propri regali. Insomma, comunismo sì, ma un pò più “sano”.
E i numeri ci dicono che il trend cresce sempre più, confermando un'attenzione crescente alle tematiche collettive e una maggiore consapevolezza sul valore dei propri acquisti.
Spese in aumento, tra crisi e nuove tendenze
L'analisi della Coldiretti sui consumi di Natale evidenzia che nel Belpaese si spenderanno per i regali 216 euro a famiglia, in aumento del 4% dallo scorso anno e più alta del 10% rispetto alle cifre medie spese in Europa (197 euro a famiglia).
Nella classifica europea del consumismo natalizio, il podio lo conquistano gli inglesi con una spesa stimata di 341 euro a famiglia e il record più basso ce l'ha la Polonia, con 124 euro a famiglia. Insomma, crisi c'è ma non si vede, almeno a Natale. O forse sì?
Tra i dati significativi emersi dall'indagine ce ne sono due particolari: l'aumento degli italiani che comprano i regali di Natale entro novembre - sia per risparmiare che per evitare le lunghe file tipiche dello shopping pre-natalizio - e la spinta verso regali utili, oggetti e servizi a cui non è stato possibile accedere durante il resto dell'anno.
Largo quindi a tecnologia, abbigliamento, libri e prodotti di bellezza, ma anche a prodotti enogastronomici locali, principalmente made in Italy. Anche questa è una tendenza: quella di riscoprire le radici, i sapori e i profumi della tradizione, ma pure per sostenere la ripresa dell'economia nazionale e valorizzare per gli acquisti i mercatini nei paesi, nelle città e nei luoghi di villeggiatura, che garantiscono originalità del prodotto a un giusto prezzo. Questo trend, però, si sposa paradossalmente con il suo opposto, cioè l'aumento di persone che guardano all'online per l'acquisto dei propri regali: risparmio, velocità e comodità i fattori principali che, secondo la ricerca condotta da Deloitte, portano il 30% degli europei a comprare i regali con un click su internet.
L'indagine dello scorso anno, ad esempio, aveva sottolineato il fatto che nel 2017 ben il 35% della spesa destinata ai regali natalizi degli italiani era avvenuto online: mai percentuale così alta prima, nonostante sia comunque molto inferiore a quella negli altri paesi europei (51% la spesa natalizia online in Gran Bretagna nel 2017, 48% in Germania e 44% in Olanda).
Scegliere in base alla modalità di produzione
La recente – e sempre più diffusa – tendenza non riguarda però tanto le cifre spese o le modalità di shopping, quanto piuttosto le scelte stesse dei consumatori, che di anno in anno prestano un occhio sempre più attento anche alle questioni etiche.
Se a Natale, come recita il detto popolare, siamo tutti più buoni, allora è giusto che lo siano anche i regali e, sebbene non siano ad oggi ancora disponibili dati ufficiali, è innegabile che questo trend stia prendendo sempre più piede. Associazioni no profit, enti di volontariato, organizzazioni umanitarie e cooperative di economia solidale e sociale costituiscono un argine positivo e “di valore” al consumismo che altrimenti si limiterebbe a perpetuare logiche di sfruttamento, potenziando invece un'economia reale green, circolare e possibilmente solidale.
Attenzione alle dinamiche di produzione, plusvalore umano, cura e tutela dell'ambiente e del lavoro sono gli ingredienti fondamentali di quelli che vengono definiti “regali solidali”, quei regali cioè che – in modalità differenti – contribuiscono a sostenere anche una causa solidale e sociale, un progetto di rinascita e sviluppo o una realtà no profit attiva in qualunque campo, dall'ecologia alla ricerca, dalla lotta contro la violenza sulle donna alla promozione del reinserimento lavorativo dei detenuti.
L'importanza del web
Una realtà, quella della solidarietà, che trova nel web un alleato potente. In Italia, ad esempio, la piattaforma Italia Non Profit raccoglie un database di ong suddiviso per cause sociali, in modo da aiutare chi vuole fare una donazione a trovare facilmente ciò che cerca, il tutto in nome della trasparenza.
Sempre più associazioni e organizzazioni, inoltre, sfruttano lo strumento dell'e-commerce per pubblicizzare i propri prodotti solidali, per raggiungere i sostenitori della propria causa e per farsi conoscere.
Secondo la ricerca “Global Trends in Giving Report 2018” sui trend di beneficenza online, le persone sono più propense a fare offerte e a sostenere cause solidali a cavallo di ricorrenze come il Natale. Condotto su 6.057 persone in 119 paesi del mondo, il report evidenzia come il 54% degli intervistati preferisca fare beneficenza online (le cause più sostenute sono quelle che riguardano la tutela dell'infanzia, gli animali selvatici e la salute, ma anche l'educazione e i diritti civili) e il 41% abbia partecipato o partecipi volentieri a crowfunding.
La maggior parte dell'interazione tra donatore privato e realtà solidale, inoltre, nel mondo avviene grazie ai social media, in particolare Facebook (56%) e Instagram (20%).
Erica Balduzzi


Germania > 48%
Olanda > 44%
Italia > 35%