Depositate in Regione Lombardia le oltre 9 mila firme, quasi il doppio rispetto alle 5 mila necessarie a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare
Un successo che rincuora, incoraggia e anzi stimola ancora di più. Siamo tanti e abbiamo voglia di un’altra economia, di altri stili di vita, di altre parole d’ordine. Voglia di istituzioni, imprese, persone che non siano indifferenti al consumo di risorse del pianeta e a una loro più equa distribuzione. Voglia di cambiare, ma soprattutto di far emergere quei notevoli ed efficaci esempi di economia sociale e solidale che esistono già e che, pur dispersi e frammentati, rappresentano una fetta non piccola della torta.
Unendoci e organizzando al meglio i nostri sforzi, abbiamo dimostrato che questa fetta di torta non solo è “buona”, solidale e sociale, ma anche che ha le gambe per crescere e togliere spazio ad altre fette. Le gambe e i volti di oltre 9000 cittadini che, c’è da scommettere, sono solo la punta di un iceberg pronto a partecipare a un cambiamento desiderato da sempre più persone. L’economia sociale e solidale deve crescere, non c’è alternativa, non c’è altra soluzione se vogliamo che il pianeta, il clima, l’ambiente, la qualità di vita nostra e delle prossime generazioni possano continuare ad essere almeno pari a quelli che abbiamo noi.
Mangiare risorse in continuazione alla nostra Terra senza che abbia il tempo per rigenerarle porta inevitabilmente all’insostenibilità di tutto il sistema, a danno di tutti, con le conseguenti crisi economiche, occupazionali, migratorie che abbiamo sotto gli occhi, solo per citare alcuni effetti tangibili.
La richiesta a Regione Lombardia di promuovere una legge che tuteli e riconosca il valore delle associazioni, cooperative, imprese e di chiunque lavori o operi basandosi su criteri di responsabilità sociale, rispetto dell’ambiente, distribuzione del valore, partecipazione e condivisione, è stata sostenuta da un'inaspettata moltitudine di cittadini, che ha fatto leva su una “quasi altrettanto inaspettata” formidabile organizzazione e mobilitazione delle tante realtà, belle ma ancora troppo frammentate, delle reti di economia sociale e solidale della Lombardia.
Segno che il terreno è fertile e maturo per quello scatto di qualità che proprio la proposta di legge intende portare: formare distretti territoriali capaci di unire questi mondi e che a loro volta si incontrino e confrontino ufficialmente, nelle sedi competenti di Regione Lombardia, per sostenere le cause dell’economia che vogliamo.
L’elogio va anche e soprattutto ai promotori dell'iniziativa, organizzazioni da molti anni impegnate quotidianamente nel promuovere stili di vita e d’impresa più sostenibili: la Rete di Economia Solidale della Lombardia (che rappresenta i Distretti di Economia Solidale e i Gruppi di Acquisto Solidale lombardi), le Reti bergamasche Cittadinanza Sostenibile, il Biodistretto per l'agricoltura sociale e il Forum Terzo Settore, rappresentato dall'Unione Regionale delle Pro Loco lombarde. Insieme, lunedì 2 settembre 2019, un gruppo di volontari e promotori ha depositato al Pirellone le oltre 9 mila firme certificate, a compimento di una raccolta iniziata a marzo 2019 e concretizzatasi in tantissimi eventi di informazione e sensibilizzazione.
Ora la legge dovrà essere presa in considerazione dal Consiglio Regionale, sperando che non vada per le lunghe e che non venga annacquata. Ma a prescindere dall’iter che ne scaturirà, il tessuto di persone e realtà convinte che l’economia sociale e solidale debba continuare a crescere si è ormai formato e irrobustito, e, date le premesse e i traguardi raggiunti, non mancherà di generare altri - forse inaspettati – ma concreti e sorprendenti risultati.
Diego Moratti