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E-mobility, sharing e innovazione tecnologica. Parola all'assessore Raffaele Cattaneo

E-mobility, sharing e innovazione tecnologica. Parola all'assessore Raffaele Cattaneo

Regione Lombardia in campo per favorire il rinnovo del parco veicoli. «Con gli incentivi tracciamo un percorso verso un nuovo modello di mobilità»

Pensare la mobilità sostenibile non come un settore a sé stante, ma come parte integrante del processo verso uno sviluppo sostenibile tout court, capace di nutrire una nuova fruizione del contesto urbano e di modificare i concetti di spostamento, automobile e trasporto pubblico.

Insomma un percorso ad ampio spettro, nel quale la mobilità sostenibile diventi perno reale per uno sviluppo territoriale basato sulla circolarità e sulla sostenibilità: è questa la prospettiva che – secondo l'assessore regionale della Lombardia all'ambiente e al clima Raffaele Cattaneo – non può mancare nel concepire una mobilità del futuro, lontana da ideologie di sorta e nella consapevolezza che la soluzione si muove nella direzione di una «integrazione sempre più fattiva tra veicoli elettrici pubblici e privati, trasporto pubblico e intermodale, possibilità di sharing e innovazione tecnologica.

Ma anche nella transizione verso un parco veicoli complessivamente e progressivamente sempre meno emissivo, sia in termini di inquinanti che di climalteranti». Ed è proprio in questa direzione che si sono mossi negli ultimi mesi gli incentivi di Regione Lombardia per la mobilità elettrica: incentivi che hanno riscontrato un grande interesse, dimostrando nei fatti che la mobilità green, oggigiorno, non è più una nicchia.

Mobilità sostenibile. Un nuovo modello

«La mobilità è oggi responsabile di un quarto delle emissioni di inquinanti e climalteranti in Lombardia – spiega l'assessore Cattaneo - non è quindi la principale fonte emissiva, primato che invece spetta agli impianti di riscaldamento e raffrescamento degli edifici (responsabili del 40% delle emissioni).

Ma la mobilità comunque è una componente significativa del problema. Va da sé, quindi, che una soluzione è necessaria e va cercata all'interno di una visione più ampia del concetto di “mobilità”».

A cominciare dai fattori sociali: «Nell'immaginario collettivo, la parola “automobile” rimanda ancora a quella con motore endotermico e a ciò che essa rappresenta, anche come percezione – commenta Cattaneo -: in passato l'automobile era un simbolo di libertà, autonomia, promozione sociale. Oggi le cose sono cambiate, i più giovani vivono molto meno l'idea della macchina come simbolo.

La questione non è affatto irrilevante, perché significa che si sta modificando la concezione stessa della mobilità». In quest'ottica, è chiaro che per costruire un reale sistema di mobilità sostenibile non basti semplicemente sostituire il motore endotermico con quello elettrico, ma sia necessario invece considerare uno spettro più ampio di forme di mobilità, superando così il modello 1:1 (una macchina per ogni cittadino) a favore di un modello di mobilità nuovo e multiforme: il mix tra ricerca della sostenibilità e potenziamento tecnologico e digitale ha infatti portato allo sviluppo di forme di sharing (car sharing, bike sharing, trottinette sharing, cioè monopattino), dapprima nei grandi centri urbani e ora anche in quelli di medie dimensioni, e questo si sta rivelando una straordinaria soluzione per affrontare il problema del cosiddetto “ultimo miglio”, cioè l'ultimo tratto nel percorso tra casa e il lavoro, da sempre problematico.

«In un sistema di mobilità sostenibile - aggiunge Cattaneo - ritorna ad avere centralità il trasporto pubblico.Le forme di mobilità condivisa permettono infatti di riscoprire con comodità il treno quale mezzo di trasporto efficace e a basso impatto. La pluralità di offerta e di strumenti rendono così più accessibile la rete di trasporto pubblico e chiedono di ridisegnare il sistema dei trasporti secondo questa logica. Non è solo un nuovo modello di mobilità: è un nuovo modello sociale».

Potenzialità e criticità

Accanto al potenziamento del trasporto pubblico locale e al rafforzamento dei mezzi di micromobilità prevalentemente elettrici e in sharing, c'è poi la questione del rinnovo parco veicoli privato a favore di mezzi a emissioni sempre più ridotte: un tema che, secondo Cattaneo, va anch'esso affrontato nel suo insieme di fattori ambientali ed economici: «Entro il 2025 tutte le case automobilistiche avranno in listino automobili elettriche o ibride. L'elettrico è la scelta corretta? Per ridurre le emissioni nell'immediato, direi di sì. Ma non è detto che sia l'elettrico la soluzione definitiva sul lungo periodo: l'elettrico non è privo di criticità».

A cominciare da quelle di natura geopolitica: per la produzione delle batterie per le auto elettriche, infatti, sono necessarie le cosiddette terre rare, in primis il cobalto, disponibili però solo in alcuni paesi del mondo che rischiano di non essere stabili o affidabili nel tempo.

C'è poi il fattore produttivo e imprenditoriale: «La Lombardia è una regione che fa molta subfornitura all'automotive, soprattutto tedesco: la transizione all'elettrico e all'ibrido deve avvenire con gradualità, tenendo un occhio importante puntato anche sull'impatto sul sistema economico nel suo complesso. Dobbiamo prestare attenzione – sottolinea Cattaneo – a non creare un sistema che danneggi quello industriale europeo e italiano a favore di altri mercati e altre industrie: a oggi, la gran parte dei motori elettrici viene realizzata in Cina».

Un'altra criticità riguarda invece la capacità di immagazzinamento energetico inferiore nelle auto elettriche rispetto a quelle con motore endotermico: nei prossimi anni dovrebbero esserci soluzioni migliori: «Secondo le previsioni dell'Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, ndr), da qui al 2030 circa la metà delle nuove immatricolazioni riguarderanno auto full electric e ibride», continua ancora Cattaneo, sottolineando poi che «una parte prevalente del parco auto circolante resterà endotermica. Nel breve e medio periodo non assisteremo alla scomparsa dei veicoli a gasolio e benzina, semmai al loro potenziamento. Ecco perché sono molto significativi gli sforzi del settore automotive verso motori endotermici sempre più innovativi e sempre meno inquinanti».

Gli incentivi di Regione Lombardia

È quindi sulla base di queste considerazioni che regione Lombardia ha impostato i suoi incentivi 2019-2020 a favore della mobilità sostenibile, incentivi pensati appositamente per favorire una transizione verso un parco veicolare progressivamente meno impattante, elettrico (a emissioni zero e quindi con possibilità di ottenere un contributo più alto) oppure a motore endotermico (a emissioni ridotte, per cui era disponibile un contributo minore, ma comunque significativo).

«In passato, gli incentivi erano dati solo per i veicoli commerciali - puntualizza l'assessore Cattaneo -. Noi abbiamo introdotto incentivi anche per i privati: era l'unico modo per cambiare significativamente l'impatto delle misure, visto che la prevalenza del parco auto lombardo è privato». Aperti a ottobre 2019 sul biennio 2019/2021, gli incentivi hanno avuto una risposta significativa: le risorse stanziate per il settore privato (pari a 18 milioni di euro da bilancio regionale) sono finite in un mese, mentre quelle per i veicoli commerciali (8,5 milioni di euro) sono state congrue e sono ancora disponibili, sufficienti fino alla fine del 2020.

Il bando è ancora aperto. «Sono personalmente impegnato a far sì che si possano nuovamente riaprire quanto prima gli incentivi anche per i privati - assicura Cattaneo -. Nel novembre 2019, nell'ambito del cosiddetto Decreto Clima, è stato approvato dal Governo uno stanziamento di 12 milioni di euro all'anno per la Lombardia a decorrere dal 2020 in poi: ora bisogna aspettare che sia data attuazione operativa alla misura. Quando queste risorse arriveranno, potremo riaprire la finestra degli incentivi per i privati. Con qualche aggiustamento, tra cui la possibilità di incentivo anche per i veicoli elettrici a due ruote e per i veicoli elettrici la possibilità di svincolare la rottamazione dal veicolo precedente, come già accade negli incentivi nazionali».

Obiettivo principale degli incentivi regionali è soprattutto quello di tracciare una strada: «Non abbiamo risorse a sufficienza per un rinnovo totale del parco auto lombardo. Tuttavia, possiamo lanciare un segnale: far partire un percorso che sia graduale, integrato e articolato. Che tenga conto di tutte le complessità del nostro territorio, e possa dare risposte positive».

Diego Moratti & Erica Balduzzi

 
 

 

 
 
 
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