Sarà aperta fino al 2 maggio la mostra “Andy Warhol e l’Italian Pop”, ospitata nella Sala del torchio presso il Castello di Pagazzano (Bg), una mostra che celebra la carriera del grande artista statunitense: sono ben settanta le opere originali di Warhol in esposizione, tra cui le note serigrafie raffiguranti Marilyn Monroe, la serie “Ladies & Gentlemen”, le copertine discografiche dei Velvet Underground, ma anche disegni, negativi fotografici e una sezione dedicata alla parte cinematografica.
Accanto ai lavori più iconici e d’impatto sono presenti opere meno conosciute, offrendo così al pubblico un percorso espositivo in grado di far emergere il valore dell’artista, nonché la portata rivoluzionaria dei suoi “prodotti” artistici.
Questi prodotti sono manifesto di una realtà caotica e consumistica che caratterizza l’America degli anni Cinquanta, dove tutto diventa merce, dai barattoli di zuppa Campebell’s, alle celebrità come Elvis e Marilyn, alle stesse relazioni umane riprese da Warhol nei suoi film, che si svuotano a causa della perdita di valori di una società che si abbandona al superficiale. Un legame molto forte con il tema della contemporaneità, che si sviluppa anche nelle opere degli otto esponenti della Pop Art italiana -Baruffi, Diazzi, Fortuna, Giardina, Lodola, Roncarà, Rotella e TvBoy- che affiancano Warhol in questa mostra.
Tra le sale del castello di Pagazzano si susseguono così i “Centomini” di Alejandro Roncarà, che riduce la società a tanti identici soldatini colorati, le caricature di TvBoy che raffigurano personaggi dell’attualità in chiave ironica e satirica, o ancora i grandi dipinti di Andrea Baruffi che, in un’atmosfera surreale, mostrano non solo la convivenza ormai utopistica tra la natura e la città, ma anche una società anestetizzata di fronte alla spettacolarità degli eventi. Attraverso questo percorso artistico, che parte da Warhol per arrivare agli artisti di oggi, il visitatore è invitato a una riflessione sulla sua contemporaneità.
La mostra di Pagazzano rappresenta un salto di qualità importante nell’offerta culturale della zona: permette di approcciare uno degli artisti che ha maggiormente influenzato l’arte del ventesimo secolo, ma rappresenta anche un momento per approfondire la conoscenza di se stessi e della propria cultura, all’insegna di un binomio fondamentale: il patrimonio culturale mondiale che si sposa con il patrimonio locale e le sue tradizioni.
Un po’ come se fosse la tradizione ad introdurre il visitatore ad una mostra di così forte stampo contemporaneo. Questo dialogo tra contemporaneità e memoria storica si sviluppa anche all’interno della cinta muraria con la possibilità di abbinare alla visita alla mostra dedicata a Warhol, anche quella relativa al percorso storico e archeologico del castello.
Sheela Pulito
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XXI edizione della Triennale di Milano
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