A2A accelera il percorso di decarbonizzazione bresciana. Nel 2020 prima stagione termica senza combustibile fossile
Addio al carbone: è questa la direzione verso cui si sta muovendo A2A, che ha accelerato il percorso di decarbonizzazione del sistema energetico e ha deciso di abbandonare da subito l'uso del combustibile fossile alla Centrale Lamarmora di Brescia. Uno scenario, questo, reso possibile non soltanto dagli investimenti degli ultimi anni, ma anche motivato dall'analisi degli scenari post Covid-19 legati a una probabile incertezza negli approvvigionamenti di carbone nell'immediato futuro.
Questa decisione renderà di fatto l'anno in corso la prima stagione termica senza carbone in largo anticipo rispetto a quanto indicato nel Piano nazionale Integrato Energia e Clima del Mise (che ha sollecitato la decarbonizzazione dell'Italia entro il 2025). Non solo: l'accelerazione messa in atto da A2A verso un sistema carbon-free si inserisce in quella che era già un'anticipazione rispetto alle indicazioni ministeriali, dal momento che l'iniziale scadenza prevista dalla società per questo traguardo era stata fissata nell'ottobre 2022. L’ulteriore anticipo al 2020/21 testimonia gli alti standard ambientali che la società si è prefissata.
Da combustibili fossili a fonti green
L'addio al carbone di A2A si inserisce in un piano di investimenti da 105 milioni di euro messo in campo per sostituire il calore prodotto con combustibili fossili (carbone e gas) nella Centrale Lamarmora con fonti pulite e “green”. Avviato nel 2018, una volta a regime il piano permetterà di risparmiare 15mila tep (tonnellate di petrolio equivalenti) all'anno, cioè pari al consumo di oltre 26mila autoveicoli.
Il piano ha previsto una serie di azioni, tra cui la realizzazione di tre nuovi serbatoi per l'accumulo dell'acqua calda (che consentiranno di accumulare il calore prodotto nelle ore fuori picco e utilizzarlo quando c'è maggior domanda), l'installazione entro l'estate di un impianto fotovoltaico da 250 KW per alimentare le pompe del teleriscaldamento e il recupero calore dai fumi del termoutilizzatore (il cantiere verrà aperto a metà anno e attivato nella stagione termica 2021).
Oggi la stazione cogenerativa della Centrale Lamarmora rappresenta la seconda fonte di generazione del calore per la città e produce ogni anno tra il 25 e il 30% dell'energia distribuita dalla rete di teleriscaldamento.
Teleriscaldamento bresciano. Un'eccellenza europea
Gli attuali investimenti messi in campo per la Centrale Lamarmora e il termoutilizzatore si aggiungono ai 140 milioni di euro stanziati tra il 2005 e il 2017 per il continuo aggiornamento degli impianti: quella perseguita è dunque una direzione di sostenibilità e potenziamento di lunga data, che ha portato il sistema di teleriscaldamento di Brescia a essere riconosciuto come esempio di eccellenza a livello europeo da parte della Commissione Europea: il sistema, infatti, evita ogni anno l'emissione in atmosfera di oltre 400mila tonnellate di CO2.
Inoltre l'impianto non solo rispetta i limiti di emissione attuali, ma è in grado di rispettare anche quelli futuri in relazione all'attesa evoluzione normativa. A ciò si aggiungano gli interventi di digitalizzazione e ammodernamento che hanno riguardato la sala di controllo e telegestione dell'impianto, che hanno permesso un progressivo processo di miglioramento nel monitoraggio e nelle performance.