A Romano esperti a confronto su consumi responsabili
Si è tenuto nel weekend del 10 e 11 settembre, a Romano di Lombardia, la manifestazione ViviRomano SOStenibilmente che quest’anno si è concentrata sul tema della sostenibilità e della solidarietà.
Accanto alle attività economiche e commerciali della città, sono stati allestiti alcuni stand informativi e promozionali relativi al mondo del vivere sostenibile e delle scelte d’acquisto consapevoli e responsabili, tema trattato da alcuni esperti intervenuti in un dibattito pubblico, introdotto dall’assessore al commercio di Romano di Lombardia, Marco Seghezzi, e moderato dal direttore di infoSOStenibile Diego Moratti che ha presentato la questione di fondo: “Lo scorso 8 agosto è stato l’Earth Overshoot Day, che segna la data di sovrasfruttamento della Terra, in cui l’umanità sta consumando molto più delle risorse che il nostro pianeta è in grado di rigenerare in un anno. E’ come se stessimo costruendo i muri di una casa prendendo i mattoni direttamente dalle sue fondamenta”.
Siamo ancora in tempo ad interrompere questo processo?
Nonostante le perplessità, gli interventi dei relatori sembrano mandare un messaggio di speranza: insieme si può, ma c’è ancora tanto da fare.
Secondo l’assessore Seghezzi questa prima edizione di ViviRomano SOStenibilmente può rappresentare l’inizio di un percorso per dare una risposta a queste problematiche partendo dal basso, dai territori e dalle azioni quotidiane.
L’amministrazione comunale si sta impegnando nella ricerca di soluzioni innovative mediante progetti che coinvolgono gli attori principali della città: le scuole, i commercianti, le attività produttive, le associazioni e la cittadinanza, partendo dall’idea che la diffusione della sostenibilità si concretizzi soprattutto nella creazione di reti territoriali e nelle prassi quotidiane del cittadino che deve però riconoscersi in un progetto identificativo della comunità.
Di questo ne è convinta anche Francesca Forno, docente di sociologia dei consumi all’Università di Bergamo, le cui ricerche accademiche evidenziano come un semplice gesto, quello di fare la spesa, incida fortemente sull’economia e sui processi produttivi.
In tempo di crisi il consumatore mostra maggiore attenzione verso i prodotti a basso costo, senza indagare troppo le ragioni di prezzi tanto ridotti.
Ma ragionare esclusivamente in termini di qualità-prezzo è un approccio poco efficace a lungo termine, in quanto trascura l’importante fattore della qualità etica del consumo, sostiene la ricercatrice.
Quello che per il consumatore è un vantaggio economico molto spesso rappresenta un danno per il produttore o per l’ambiente, con conseguenze anche sulla qualità dei prodotti e sulla nostra salute.
Queste dinamiche ricadono sul benessere della nostra stessa comunità poiché “Se le nostre aziende agricole producono e vendono, allora riescono a rimanere sui nostri territori generando lavoro, sviluppo e relazioni sociali”.
Il consumo critico è la caratteristica di fondo dei Gas: “Il GAStone di Romano di Lombardia, gruppo di acquisto solidale costituito da circa trenta famiglie, ha l’obiettivo di acquistare prodotti locali (dove possibile) di qualità, buoni per il consumatore, per l’ambiente e per chi li produce”.
Chiara Bettinelli, rappresentante di questo gruppo nato nel 2009, spiega come i prodotti selezionati, soprattutto se a filiera corta, abbiano prezzi competitivi in quanto acquistati in un rapporto diretto e di fiducia con il produttore, con l’ulteriore vantaggio di conoscerne l’effettiva provenienza e modalità di produzione.
Infine è stato presentato un progetto che riguarda l’agricoltura sociale: Bruno Pelliccioli, vice presidente della cooperativa Areté ha aggiornato sul percorso di costituzione del biodistretto sociale bergamasco, un distretto che coinvolge cooperative e aziende del territorio provinciale.
Questo progetto prevede il coordinamento di quelle realtà che si occupano di produzioni agricole e biologiche e dell’inclusione sociale di persone di categorie svantaggiate, cercando di promuovere e sviluppare l’attività delle aziende del distretto in modo congiunto e pertanto più efficace.
Ciascuno di questi esempi e d queste esperienze dimostra quanto sia reale e a portata di tutti la possibilità di agire nel quotidiano e invertire la rotta di un’economia che consuma sempre più risorse del pianeta, ma soprattutto rappresenta un importante punto di partenza nel percorso di una comunità che intende posare i primi mattoni per costruire un futuro più sostenibile, a cominciare da fondamenta solide.
Sheela Pulito