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Incontro con il neoassessore all’ambiente di Brescia

Incontro con il neoassessore all’ambiente di Brescia Miriam Cominelli

Miriam Cominelli si presenta ai lettori di InfoSOStenibile

Ingegnere edile, 37 anni, amante delle camminate e dello yoga, senza disdegnare cinema e lettura, una passione per la politica che l’ha portata ad essere prima membro della segreteria provinciale bresciana del Partito Democratico con delega alle politiche giovanili e poi deputata alla Camera nella passata legislatura, dove ha fatto parte della Commissione ambiente e della Bicamerale Ecomafie.

È l’identikit in breve di Miriam Cominelli, neoassessore all’ambiente del Comune di Brescia con delega al verde e ai parchi sovracomunali, che il sindaco Emilio Del Bono ha voluto al suo fianco nella squadra che governerà la città nei prossimi cinque anni.

Giusto per ricordarlo, il sindaco Del Bono è stato riconfermato alla guida della Loggia durante le elezioni dello scorso 10 giugno, con 44.237 preferenze e conseguente conferma già al primo turno, senza necessità dunque di andare al ballottaggio. Nella lista del sindaco, Miriam Cominelli è risultata terza per preferenze espresse dagli elettori.

Assessore, che cosa eredita dalla passata amministrazione e che cosa prevede di fare per Brescia nei prossimi anni?

Eredito certamente un lavoro molto positivo avviato dal mio predecessore Gianluigi Fondra, che ha messo in piedi una struttura adeguata, in grado di gestire un tema delicato qual è l’ambiente. Io tra l’altro avevo già avuto occasione di lavorare con Fondra e il sindaco Del Bono per la questione dell’area Caffaro, verso cui c’era stata piena sinergia.

Devo dire poi che a Brescia quello dell’ambiente è un tema molto sentito, perché riceviamo quotidianamente moltissime segnalazioni da parte di cittadini attenti e interessati. Brescia è una città che ha prosperato grazie alle industrie e all’imprenditoria, ma ora – pur non dimenticando il proprio passato – fa convergere le energie verso l’ambiente e la sostenibilità.

La città ha tutte le carte in regola per farlo e soprattutto la voglia, dato che molte realtà lavorative hanno compreso appieno che la filosofia green non è un peso, ma anzi un beneficio che può avere anche interessanti ricadute economiche.

Quindi, in sintesi, valorizzazione della tradizione industriale che ci ha resi grandi, ma anche estrema attenzione per l’ambiente: è il sistema del doppio binario. Un impegno notevole del mio assessorato riguarderà l’area Caffaro.

Come pensa di gestirlo?

Stiamo lavorando molto per rendere Brescia un modello virtuoso di riferimento per altre città italiane.

L’amministrazione ha chiesto allo Stato la certezza della disponibilità di fondi per poter avviare progetti concreti e le bonifiche dell’ex sito industriale su cui sorgeva la Caffaro.

La bonifica dei parchi circostanti è invece già stata avviata. Per poter affrontare il problema dell’inquinamento causato dalla vecchia industria, siamo passati dai sei milioni della prima amministrazione Del Bono ai trentacinque attuali, ma l’intenzione è di arrivare a sessantacinque. Noi crediamo che quell’area spetti ai cittadini e a essi vada restituita una volta pulita.

Per questo motivo abbiamo in cantiere il progetto di un parco pubblico. Per bonificare e sistemare il primo lotto abbiamo a disposizione un arco temporale di 4 anni.

E, a proposito di parchi, abbiamo anche l’ambizione di dotare Brescia di un anello verde. Per il momento le due grandi realtà verdi cittadine sono certamente il Parco delle Colline e il Parco delle Cave, inaugurato pochi mesi fa: in quest’ultimo caso, anziché far sorgere al di sopra dell’area delle ex cave un nuovo quartiere industriale o residenziale, si è deciso di convertire tutto in area naturale, dove i cittadini possano godere del verde e del relativo benessere che porta con sé.
E che funzione avrà questo Parco delle Cave?

A questo parco vogliamo dare una vocazione naturalistica diversa dal solito parco urbano. Dopotutto, si tratta della più grande area di mitigazione urbana in Europa. È aperto, ma ancora in fase di allestimento. Ora dispone di panchine, fontanelle, servizi igienici. Si svilupperà su due milioni di metri quadrati e avrà

quattro bacini accessibili (attualmente sono due). Sorge a sud-est della città e costituisce a tutti gli effetti un percorso di rinaturalizzazione di un ambiente degradato. Per il Comune ha significato recuperare spazi unici, dove poter rilassarsi o fare attività fisica.

Altre ambizioni?

Intendo riattivare la partecipazione di Brescia alle agende 21 locali (i programmi di azione locale a favore dello sviluppo sostenibile) e far diventare la città un riferimento in fatto di bonifiche e gestione del verde.

Vorrei che Brescia entrasse a far parte non solo delle realtà più virtuose in Lombardia, ma anche a livello nazionale. Il successo della raccolta differenziata dimostra che siamo sulla buona strada: il dato di Aprica aggiornato al mese di agosto 2018 è salito a quota 66,5% di raccolta differenziata, ma il nostro obiettivo è di arrivare addirittura al 75%.

L’aumento rispetto al 2013 è stato del 27%. A Brescia si producono meno rifiuti: vuol dire che la sensibilizzazione e la campagna mediatica portata avanti dal Comune ha funzionato e ora i cittadini sono più attenti e consapevoli.
Un grande ruolo viene giocato dall’educazione ambientale nelle scuole, dunque non escludo future collaborazioni con l’assessorato all’istruzione per perseguire strategie su questa linea. Infine, mi piacerebbe proseguire il dialogo con Bergamo, Mantova, Cremona e altre città della Lombardia orientale, operando in sinergia per il bene del territorio.

Lorenzo Dell’Onore e Diego Moratti

Il bilancio arboreo del comune

La legge 113/1992, modificata dalla legge 10/2013, prevede l’obbligo per ogni comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti di piantumare un albero per ogni bambino nato o adottato. L’amministrazione è altresì chiamata a censire e classificare gli alberi sul territorio comunale e a presentare, alla fine del mandato del sindaco, il bilancio arboreo. Al 31 dicembre 2017 gli abitanti di Brescia erano 196.745 (le nascite tra il primo dicembre 2013 e 31 dicembre 2017 sono state 7.747). Tra il 2014 e il 2018 sono stati piantati: 1296 alberi nelle aree comunali; 10.483 tra Parco delle Colline, Parco delle Cave, Villaggio Violino e San Polo Cimabue; 5644 nelle aree private, in accordo con il Comune. Quindi le piante messe a dimora nelle aree pubbliche sono state 11.779, ben al di là del minimo richiesto sulla base dei nuovi nati. Se consideriamo anche le piante messe a dimora in zone private, il rapporto sale a 2,25 piante per nuovo nato (dati aggiornati ad aprile 2018).

Il patrimonio verde pubblico di Brescia ammonta a 4,3 milioni di metri quadrati, così suddivisi:

• parchi e giardini 3.200.000 mq;

• aree verdi scolastiche 260.000 mq;

• verde cimiteriale 333.000 mq;

• boschi del Parco delle Colline 600.000 mq.

Tale patrimonio è curato dal Settore Verde Parchi e Reticolo Idrico dell’Area Ambiente 

Settembre 2018

Green Economy

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