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Il Giro d’Italia tra competizione e leggenda

Il Giro d’Italia tra competizione e leggenda

La gara nata a inizio del XX secolo quasi per caso continua a essere la consacrazione per grandi campioni

Quando si parla del Giro d’Italia ci si riferisce a una profonda tradizione italiana, più che a una semplice gara ciclistica, tanto che anche quest’anno il Giro si è trasformato nel palcoscenico perfetto per la consacrazione di un grande atleta azzurro.

L’edizione 2016 è andata a Vincenzo Nibali, punta di diamante e massimo esponente del ciclismo italiano moderno.

Per quanto riguarda la tradizione del Giro d’Italia, forse non tutti sanno che la sua nascita avvenne, invece, in maniera quasi causale il 13 maggio del 1909.

Siamo nella poetica quanto tetra Milano di inizio ’900 e sono le 3 del mattino, quando un gruppo di 130 appassionati si ritrova in Piazzale Loreto per iniziare una gara di 2448 km, divisi in 8 tappe.

Nessuno di loro si immaginava di dare vita in quel momento a un delle più belle e longeve manifestazioni nella storia di questo sport.

Quella prima edizione fu una vera e propria carneficina e a spuntarla, tra i 50 che arrivarono al traguardo, fu il muratore Luigi Ganna, mattatore a sorpresa in mezzo ai più quotati ciclisti francesi. Comincia così, con un pizzico di sorpresa e con una bella favola dettata dal sacrificio, l’avventura del Giro d’Italia.

Dell’iniziativa ideata da Armando Cougnet, collaboratore della Gazzetta dello Sport, in quel lontano 1909, pur essendo cambiate le formule, i punteggi e la metodologia delle gare, sono sempre rimaste intatte l’anima e lo spirito.

Sono proprio questi gli elementi che hanno permesso alla competizione di sopravvivere non solo alle due guerre mondiali, ma anche ai più attuali scandali legati al doping. La sacralità del Giro, che oggi rappresenta una delle corse a tappe più importanti assieme al Tour de France e alla Vuelta di Spagna, gli è stata conferita dai grandi protagonisti, dalle loro storie, dalle vicende quasi epiche che appartengono a questi mostri sacri del ciclismo nazionale e internazionale.

Ci riferiamo ad Alfredo Binda che, con i suoi cinque Giri vinti tra il 1925 e il 1933, è stato certamente tra i più grandi e indiscussi protagonisti di questa manifestazione. Tanto che solo altre due leggendarie figure del Giro sono riuscite a eguagliare il primato di Binda: il popolarissimo quanto discusso Fausto Coppi, consegnato alla storia del ciclismo per gli epici duelli con Gino Bartali, ed il belga Eddy Merckx.

Anche in epoca recente la gara continua a rappresentare la consacrazione di grandi campioni: da Simoni a Cunego, da Savoldelli a Pantani fino a Contador e Ivan Basso, tutti nomi che hanno lasciato un’impronta indelebile tra le prodezze della corsa rosa e nel cuore degli appassionati.

Gianluca Zanardi

Giugno 2016

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