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Wildlife Photographer of the Year: Fotografare per conservare la natura

Wildlife Photographer of the Year: Fotografare per conservare la natura

Torna il più prestigioso concorso di fotografia naturalistica. Ne abbiamo parlato con Marco Colombo, fra i vincitori dell’ultima edizione

A ottobre sono stati rivelati i vincitori dell’edizione 2016 di Wildlife Photographer of the Year, concorso di fotografia naturalistica di fama mondiale.

Nato in seno alla BBC nel 1964 e gestito in collaborazione col Natural History Museum di Londra, quest’anno ha visto oltre 50 mila immagini inviate da tutto il mondo. Il concorso premia un vincitore assoluto fra gli adulti e uno fra i giovani, oltre ai premi per le varie categorie tematiche.

Per quest’edizione, lo statunitense Tim Laman si aggiudica il primo premio con una suggestiva foto scattata nella foresta pluviale del Borneo che ritrae, dall’alto, un orango che si arrampica su un albero ad altezze vertiginose.

Scorrendo le altre categorie troviamo ben tre italiani premiati: Valter Binotto nella categoria “Piante”, il veterano Stefano Unterthiner nella categoria “Paesaggi” e Marco Colombo, giovane naturalista di Busto Arsizio (Va), nella categoria “Rettili, anfibi e pesci”. Proprio con Marco abbiamo scambiato due parole, per capire quale possa essere l’importanza della fotografia naturalistica anche nell’ottica della conservazione della natura.

All’interno del concorso, infatti, sono previste ben due categorie dedicate al fotogiornalismo, per documentare il rapporto tra uomo e natura.

 

Marco, quando hai iniziato a fare fotografie naturalistiche?

Sono sempre stato appassionato di animali e nel 1999, a undici anni, ho cominciato a scattare diapositive. Da allora, sia che si trattasse di immergersi in acque profonde, sia che si trattasse di inoltrarsi nelle foreste più selvagge, non ho mai smesso di ricercare bestiole per poterle ritrarre nel loro ambiente naturale mostrandone bellezza e forza.

 

Pensi che la fotografia naturalistica possa aiutare la conservazione della natura? Come?

Ritengo che la fotografia naturalistica, se fatta con un certo criterio, possa aiutare: si tratta di utilizzare le immagini per far conoscere quanto sia bella la natura, creare un coinvolgimento emotivo con l’osservatore, in modo che prenda a cuore una determinata questione. Esistono poi molte fotografie di denuncia atte a mostrare minacce e problematiche del mondo naturale. Dal canto mio mi prodigo con conferenze, proiezioni, visite guidate, mostre e pubblicazioni varie, l’ultima delle quali è il mio nuovo libro “I tesori del fiume”, che tratta gli ambienti di acqua dolce in Italia, tra i più minacciati in assoluto.

 

Quest’anno sei stato premiato proprio grazie alla fotografia di una testuggine d’acqua dolce minacciata di estinzione. Ci parli di questa specie e della tua partecipazione al concorso?

Si tratta della testuggine palustre europea (Emys orbicularis), che ho ritratto sul fondo di un torbido fiume sardo. Questa specie è minacciata dalla perdita di habitat e dall’introduzione di specie alloctone.

Ho partecipato per la prima volta nel 2011, vincendo un premio per lo scatto di una biscia davanti ad una cascata in Piemonte, da lì ho partecipato altre volte, fino al premio di quest’anno. Ritengo questo concorso una vetrina importante per il nostro lavoro e quindi, indirettamente, per le specie che vogliamo far conoscere.

Le fotografie vincitrici e quelle finaliste sono visibili sul sito del concorso, mentre per visionare i lavori di Marco Colombo e tutte le sue attività, come corsi, mostre o presentazione, visitate il sito www.calosoma.it.

Andrea Corti

 

Wildlife Photographer of the Year is developed and produced by the Natural History Museum, London

© Tim Laman > Wildlife Photographer of the Year, Grand title winner

Dicembre 2016

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