Dal 29 giugno al 1° luglio ad Avigliana (TO) la manifestazione dedicata al consumo critico. Obiettivo? Creare partecipazione per immaginare alternative
La grande festa dell’“Altra Velocità”, un appuntamento dedicato a tutte le persone che sperimentano il cambiamento delle alternative possibili, si è svolta dal 29 giugno al 1 luglio ad Avigliana, in Val di Susa (TO). Il programma è stato pensato come un laboratorio di progettazione partecipata e costruito insieme. All'appuntamento hanno preso parte 120 organizzazioni che operano nel consumo critico organizzato (GAS), nella Piccola Distribuzione Organizzata (PDO), nella comunicazione, nell’agricoltura contadina, nell’accoglienza ai migranti e produttori, ma anche educatori, comunicatori, giornalisti, associazioni e reti di economia solidale, che per tre giorni si sono incontrati con l’obiettivo di scambiarsi esperienze, stare insieme e costruire una società orientata al bene comune e al rispetto dell’ambiente. In altre parole, testimoniare che esiste un’alternativa reale a un mondo orientato all’accumulo di ricchezze materiali da parte di pochi.
Partecipare per pensare alternative
I 19 tavoli di incontro e progettazione si sono orientati su tre filoni tematici, cioè benvivere, strumenti e metodi, patti e alleanze. A tal riguardo, sono stati trattati argomenti quali patti di filiera, co-produzioni, sistemi comunitari di scambio, piccola distribuzione organizzata (PDO), comunità sostenuta dall’agricoltura (CSA), comunicazione partecipata, facilitazione, rapporto tra salute e alimentazione, integrazione. E non sono mancati i momenti di intrattenimento: musica, danza, teatro, cinema e attività per i bambini.
Filo conduttore della manifestazione è stata la partecipazione diretta. Alcuni esempi? I camminatori della Compagnia dei Cammini (da anni attivi nella promozione del viaggio a piedi per riscoprire la dimensione locale del viaggio) hanno raggiunto Avigliana dopo tre giorni di camminata lungo la valle: nel percorso hanno incontrato pezzi di storia e di natura del territorio valligiano.
A partire da lunedì 25 giugno venticinque studenti insieme a un nutrito numero di relatori e facilitatori hanno inoltre potuto approfondire gli argomenti legati al tema “Fare comunità oggi: autonomia e autogoverno” all’interno della scuola estiva organizzata da Rete di Reti a Venaus, in alta valle.
Ampia la partecipazione dall'estero, segno del fatto che le tematiche “ad altra velocità” hanno carattere assolutamente transnazionale. Dalla Francia sono infatti arrivati i gruppi di consumo organizzati nella rete “Usine à Gas”, una quarantina di gruppi sparsi per la Francia che si sono ispirati ai Gruppi di Acquisto Solidali (Gas) italiani per importare direttamente prodotti non disponibili localmente.
E sempre dall’estero sono intervenuti gli sviluppatori e attivisti di tecnologie e supporti informatici per l’economia solidale: Cagette, Katuma, Open Food Network. Quest'ultima, ad esempio, è una rete mondiale che sta sviluppando una piattaforma per fornire strumenti informatici per la distribuzione di cibo e altri prodotti dalle comunità locali. I partecipanti ad “Altra Velocità” sono stati accolti dalle organizzazioni del territorio: il co-working Worcup!, l’associazione di imprenditori Etinomia, la rete dei Gas della zona Torino-Ovest e bassa Val Susa RES.TO insieme ad altri Gas della Valle.
Comunicare il valore del cibo
Tra i temi legati al benvivere, un tavolo di lavoro si è confrontato sulla necessità di comunicare il vero valore del cibo e il suo rapporto con la salute, la cultura, il lavoro, l’ambiente, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, la costruzione di legami di fiducia tra produttori e consumatori e la democrazia interna a reti e organizzazioni.
«Da dove viene il cibo che mangiamo? Da chi e in che modo è stato prodotto? Noi che lo acquistiamo e consumiamo siamo consapevoli di cosa “sosteniamo” con le nostre scelte quotidiane? - si chiede Laura Norbis della rete bergamasca “Cittadinanza Sostenibile”, che ha partecipato al tavolo di lavoro e ha avanzato le sue proposte - L’idea è di lavorare insieme, chi produce e chi consuma, per rispondere a queste domande con brevi e incisivi corti animati, un messaggio per grandi e piccoli, per innescare consapevolezza e reazione».
Ciò che è emerso ad “Altra Velocità” è la necessità di continuare a confrontarsi e scambiarsi esperienze in modo tale da sentirsi come un soggetto collettivo unico benché formato da persone già attive in ogni territorio, in nome di resilienza, benvivere, accoglienza, fiducia e solidarietà: il futuro del bene comune è in costruzione.
Cinzia Terruzzi