300 euro la media nazionale della Tari. Ma le disparità tra Nord e Sud si fanno sentire
L'indagine annuale su costi, qualità e tutele nella gestione dei rifiuti urbani, presentata lo scorso novembre da Cittadinanzattiva (che dal 1978 promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti e la cura dei beni comuni) e realizzata grazie al progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, fotografa una situazione ancora molto disomogenea sul territorio nazionale per quanto concerne l'erogazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani, sia negli aspetti tariffari che qualitativi, con importanti differenze tra le aree geografiche del Paese.
Rifiuti, quanto ci costano?
Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2018 dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), in Italia nel 2017 sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. La maggioranza (pari al 47% del totale) è prodotta al Nord, seguito dal Sud con il 31% e infine dal centro con il 22%. La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 55,5%, mentre il 23% finisce in discarica. Anche in questo caso il Nord si posiziona al primo posto (66,2%) seguito da Centro (51,8%) e Sud (41,9%).
Le regioni più virtuose sono Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia: sono infatti le uniche ad aver raggiunto gli obiettivi di legge, con almeno il 65% di differenziata. L'indagine di Cittadinanzattiva si è inoltre concentrata sulle comparazioni in merito alla Tari, la tassa sui rifiuti composta da un importo fisso da moltiplicare per i metri quadrati dell’abitazione e da una parte variabile individuata in base al numero dei componenti del nucleo familiare. La ricerca ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2019 e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone, con una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva, ove applicata, e di addizionali provinciali. In aggiunta alle tariffe deliberate dai Comuni, va considerato un tributo provinciale che può variare dall’1 al 5% della tariffa.
Il costo medio risulta di 300 euro annui, con una variazione in aumento dello 0,3% rispetto all'anno precedente, ma si arriva ad importi pari ai 500 euro nelle aree meridionali. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, dove però si registra un incremento del 3,9% rispetto all'anno precedente. Al contrario, la regione con la spesa più elevata risulta essere la Campania con 421 euro, in linea con i dati dello scorso anno. In Lombardia la spesa media a famiglia è di 241 euro annui, ma si passa dai 191 euro di Brescia ai 332 di Milano.
Secondo Cittadinanzattiva, risulta indispensabile riuscire sempre più a legare il sistema di pagamento alle quantità di rifiuto indifferenziato prodotto, ovvero introdurre la tariffazione puntuale, e prevedere sistemi di incentivi e detrazioni legati al costante conferimento differenziato dei rifiuti al fine di poter raggiungere livelli più elevati di servizio, sviluppando anche un sistema di indicatori che possa rendere facile comunicare i progressi ai cittadini ed implementando la Carta dei servizi.
Cosa fare per migliorare
Secondo l'Istat, la principale leva per aumentare la partecipazione delle famiglie alla raccolta differenziata è quella economica, legata alla previsione di detrazioni e agevolazioni fiscali e tariffarie per chi effettua regolarmente la raccolta differenziata. Sono inoltre richieste maggiori garanzie sul fatto che i rifiuti raccolti in modo separato e differenziato vengano effettivamente recuperati o riciclati. Altre motivazioni che incentiverebbero il riciclo da parte delle famiglie sono le sanzioni per chi non effettua la raccolta differenziata, la disponibilità di appositi contenitori nelle vicinanze dell'abitazione, centri di raccolta per i rifiuti riciclabili e compostabili migliori e più numerosi, maggiori informazioni su come separare i rifiuti e il sistema di raccolta porta a porta.
Con riferimento alla raccolta porta a porta nelle zone servite, nella stessa indagine, viene riportato che nel 25% dei casi le famiglie italiane sono molto soddisfatte del servizio, abbastanza soddisfatte per il 62% e poco o per niente soddisfatte nell'11% circa dei casi. La principale motivazione di insoddisfazione è legata alla frequenza stabilita per il ritiro dei rifiuti.
Arianna Corti
A Bologna un nuovo sistema per l’indifferenziata
In tutta la città di Bologna la spazzatura si butta nei cassonetti, fatta eccezione per il centro, in cui vige invece un sistema di raccolta porta a porta. Ma le cose stanno per cambiare, anche in vista dell’introduzione della tariffa puntuale prevista dalla legge regionale 16 del 2015. Durante l’estate, a partire dal quartiere Savena, sono stati infatti installati i primi 270 cassonetti dell’indifferenziata con lettura chip: per aprirli occorre la cosiddetta Carta Smeraldo – già consegnata a quasi 32 mila intestatari Tari – che ha il vantaggio di riconoscere l’utente e quindi di registrare una precisa quantificazione dei conferimenti, misurando la quantità di rifiuto effettivamente prodotto e consegnato.
L’introduzione dei nuovi bidoni è stata resa attiva alle porte del centro storico dal 2 dicembre 2019 ed entro il 2021 il sistema di raccolta con Carta Smeraldo dovrebbe estendersi all’intera popolazione bolognese. Fino all'11 gennaio, inoltre, presso l'Urp di Piazza Maggiore sarà attivo un Ecosportello informativo sulla Carta Smeraldo. L’iniziativa del capoluogo emiliano, oltre a garantire ai cittadini di pagare equamente per l’effettivo consumo – e non più in base al calcolo sui metri quadrati dell’abitazione e sul nucleo famigliare –, dovrebbe incentivare gli utenti a fare una differenziata più attenta e consapevole. I risultati potranno essere registrati solo quando i cassonetti con lettura magnetica saranno installati in tutta la città. L’obiettivo imposto dalla legge regionale per il Comune di Bologna è quello di raggiungere entro il 2020 il 70% di raccolta differenziata, ma ad oggi il risultato più alto registrato è stato del 62,7% dal quartiere Savena nel 2018.
Laura Spataro