Fino al 25 febbraio la mostra dedicata agli Ambienti spaziali di Lucio Fontana
La riconversione di spazi industriali in centri d’arte contemporanea è una pratica divenuta comune a livello internazionale e i motivi che rendono questo tipo di architettura adatta allo scopo sono diversi. In primo luogo, si tratta di spazi liberi e di notevoli dimensioni che si prestano a più utilizzi: gli artisti contemporanei si esprimono attraverso forme diverse e gli spazi ampi possono essere riconfigurati per ospitare esibizioni di varia natura, per esempio installazioni, mostre fotografiche, proiezioni di video e anche performance e azioni artistiche.
Oltre a offrire uno spazio flessibile, questi edifici conservano un fascino particolare: testimoni di vicende legate alla storia sociale della città, in molti casi sono frutto di progetti architettonici particolarmente curati e in linea con le tendenze dell’epoca.
Ricordiamo che nel 1913 Walter Gropius sosteneva che il nuovo “ideale di bellezza per la struttura esterna” doveva derivare proprio dall’architettura industriale e che, nello stesso periodo, nel mondo dell’arte le fabbriche iniziavano a essere definite “nuove cattedrali” proprio per il loro aspetto moderno e monumentale. Oggi sono i musei a essere considerati le “cattedrali del XX secolo”: l’attenzione che viene dedicata ai progetti per i centri espositivi in molti casi ha prodotto delle icone metropolitane in grado di attrarre visitatori da tutto il mondo generando veri e propri pellegrinaggi laici.
È il caso della londinese Tate modern, museo d’arte moderna e contemporanea che sorge nell’ex centrale termoelettrica di Bankside e che, ogni anno, viene visitata da oltre 4 milioni di persone. Uno dei casi italiani più interessanti e in vista è l’HangarBicocca, a Milano, fondazione no profit nata nel 2004 dalla riconversione di uno stabilimento industriale in un’istituzione dedicata alla produzione e alla promozione di arte contemporanea.
Pirelli HangarBicocca: dai treni all’arte
La Fondazione Pirelli HangarBicocca si trova nel quartiere di Bicocca, area della periferia nord-orientale di Milano che, all’inizio del Novecento, era tra le zone industriali più importanti a livello italiano.
A seguito della delocalizzazione della produzione delle principali industrie del distretto, tra cui Pirelli, Ansaldo e Wagon Litz, nei primi anni Ottanta gli impianti vengono dismessi e il quartiere, ormai svuotato, viene ripensato completamente per diventare un polo terziario con funzioni legate alla ricerca, alla cultura e alla residenza. Gli spazi oggi occupati dall’HangarBicocca inizialmente vengono pensati come sede del Museo dell’Alfa Romeo ma, per motivi finanziari, il progetto viene congelato e il sito rimane dismesso; nel 2004 Pirelli ne intuisce le potenzialità e decide di acquistare i 15 mila metri quadrati dell’area per realizzare uno degli spazi espositivi per l’arte contemporanea più grandi d’Europa.
Il complesso dell’HangarBicocca occupa oggi l’intera area ed è costituito da tre edifici che, prima di ospitare opere d’arte, erano adibiti alla costruzione di treni e macchine agricole: erano infatti sede della “Società Italiana Ernesto Breda”, importante azienda metalmeccanica fondata nel 1886. I tre corpi di fabbrica risalgono a epoche diverse ed erano adibiti a funzioni differenti. Il più antico è lo Shed, primo spazio che il visitatore incontra superato l’atrio: in questo edificio, riconoscibile per i mattoni a vista che ricoprono le pareti esterne e la caratteristica copertura a doppio spiovente, a partire dagli anni Venti del Novecento venivano fabbricate carrozze ferroviarie, locomotive a vapore e poi locomotive elettriche.
A metà degli anni Cinquanta viene eretto l’edificio detto oggi Cubo, sotto la cui volta a botte venivano testate turbine elettriche. Risale invece al decennio successivo Navate, il terzo fabbricato, i cui 9.500 metri quadrati fungono da collegamento tra gli altri due edifici; il suo nome deriva dal fatto che l’enorme spazio, dove un tempo venivano montate e testate macchine elettriche di grande potenza, è oggi ripartito in tre navate, come un’antica cattedrale.
Oggi Pirelli HangarBicocca è un centro di arte contemporanea di profilo internazionale e la sua missione si sintetizza nell’hashtag lanciato dalla fondazione #ArtToThePeople, “rendere l’arte aperta e accessibile a tutti”.
Ogni anno gli spazi dell’HangarBicocca ospitano importanti mostre personali di artisti italiani e stranieri ad accesso gratuito e periodicamente vengono organizzati concerti e performance che raccontano le opere attraverso i linguaggi della musica e delle arti performative, per coinvolgere i visitatori nell’esperienza trasversale e multidisciplinare dell’arte contemporanea.
Ambienti/Enviroments di Lucio Fontana
I progetti espositivi presentati all’HangarBicocca sono concepiti in stretta relazione con l’architettura dell’edificio che li ospita e, nel caso della mostra in corso dedicata a Lucio Fontana (1899-1968) e curata da Marina Pugliese, Barbara Ferriani e Vicente Todoli, l’ambiente dell’ex fabbrica diventa il contenitore degli Ambienti creati dell’artista a partire dal 1949.
Il teorico e promotore dello Spazialismo, filone italiano dell’Informale, si dedica a queste opere per quasi vent’anni: definisce spazi come stanze, corridoi o labirinti utilizzando materiali all’epoca assolutamente nuovi e così vernici fluorescenti, neon e lampade a luce di Wood, grazie alla creatività dell’artista, disegnano “forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose” (L. Fontana, “Spaziali”, 1947).
Nel Manifesto tecnico dello Spazialismo, stilato proprio all’epoca della realizzazione del primo Ambiente, Fontana aveva definito le linee di una nuova estetica i cui pilastri concettuali erano “movimento, colore, tempo e spazio”, ribadendo la visione dell’opera d’arte come evento spazio-temporale generato e controllato dal gesto dell’artista.
Nella mostra il visitatore ha l’opportunità di percorrere diversi Ambienti e di conoscere queste opere, poco note al grande pubblico ma considerate da Fontana l’esito più sperimentale e innovativo delle sue ricerche. Nello spazio delle Navate dell’HangarBicocca, dove un tempo venivano fabbricate macchine elettriche, gli Ambienti spaziali di Fontana sprigionano la loro potenza evocativa e ricordano che visitare una mostra d’arte significa anche mettere in circolo nuova energia.
Per maggiori informazioni:
Livia Salvi
Didascalia foto:
> Spazi esterni Pirelli HangarBicocca. Foto Lorenzo Palmeri. Courtesy Pirelli HangarBicocca
> Lucio Fontana - Ambiente spaziale a luce rossa, 1967/2017 © Fondazione Lucio Fontana - Foto: Agostino Osio
> Lucio Fontana - Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951/2017 © Fondazione Lucio Fontana - Foto: Agostino Osio
> Lucio Fontana - Fonti di energia, soffitto al neon per “italia 61”, a Torino, 1961/2017 © Fondazione Lucio Fontana - Foto: Agostino Osio
> Lucio Fontana - Ambiente spaziale con neon 1967/2017 © Fondazione Lucio Fontana - Foto: Agostino Osio