Alla scoperta di tre gioielli lombardi della lirica (e non solo)
Anche la musica è arte. Anzi, tra tutte le arti è forse quella più poetica e immaginativa, poiché ci spinge a viaggiare con la mente verso mondi familiari ma anche lontani e sconosciuti.
«Come pensiamo di poter stare davanti a un quadro senza conoscerlo, e commuoverci? Non si può. Se andiamo in teatro e non conosciamo quello che andiamo a vedere, ci commuoviamo, perché la musica compie questo miracolo», disse una volta un celebre baritono italiano, Leo Nucci. E come dargli torto?
La musica è essenza stessa delle nostre vite, qualcosa di viscerale che l’uomo si trascina fin dalla notte dei tempi, che ci tiene sempre compagnia, qualcosa di magico ed evocativo che davvero non ci basta mai. È anche la macchina con cui poter sopprimere il tempo, per dirla con le parole di Claude Lévi-Strauss. Tra tutti i luoghi della cultura nazionale, dove potersi concedere una pausa facendosi trasportare dal vento delle note musicali, ne abbiamo selezionati tre particolarmente significativi, in altrettante grandi città lombarde.
Una Scala verso la cima della musica
Il primo di questi è, senza ombra di dubbio, il Teatro alla Scala di Milano. Fu eretto tra il 1776 e il 1778 su un preesistente luogo di culto cattolico, la Chiesa di Santa Maria alla Scala, da cui il suo nome.
L’esigenza di dotarsi di un teatro di opera lirica si fece impellente per i Milanesi quando il Regio Ducal Teatro - che sorgeva nell’area di Palazzo Reale - venne distrutto da un incendio nel febbraio del 1776. L’imperatrice Maria Teresa d’Austria (allora Milano era soggetta alla dominazione asburgica) avviò i lavori di costruzione del teatro, la cui progettazione venne affidata all’architetto Giuseppe Piermarini, cognome con il quale spesso ci si riferisce per estensione, ancora oggi, all’intero Teatro.
Il Teatro alla Scala venne inaugurato nell’agosto 1778 con l’opera “L’Europa riconosciuta” di Antonio Salieri. Fu l’inizio di una gloriosa, ma anche travagliata, avventura. Il Teatro subì gravissimi danni durante il secondo conflitto mondiale, poiché i bombardamenti alleati su Milano determinarono il crollo del soffitto e gravi danni al quinto e sesto ordine di palchi.
I Milanesi però non potevano restare a guardare impotenti: la Scala era il loro simbolo, il luogo della cultura per eccellenza, di cui andare fieri, dove si erano susseguiti e affermati grandissimi maestri, come Giuseppe Verdi: al termine del conflitto si decise quindi di ricostruirla.
L’11 maggio 1946 si tenne il memorabile concerto di riapertura diretto da Arturo Toscanini. Avrebbe avuto inizio da quel momento un’altra gloriosa Era, segnata dall’attività di amatissime soprane e acclamati tenori. Nel 1951 prese il via la tradizione di inaugurare la stagione operistica il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, e da allora la Prima della Scala è un evento mondano di portata nazionale e mondiale trasmesso in tutto il mondo.
Il Teatro è stato ulteriormente restaurato, ampliato e modernizzato tra il 2002 e il 2004, durante la direzione musicale di Riccardo Muti.
Oggi l’incarico del direttore musicale è affidato al maestro Riccardo Chailly, mentre Sovrintendente è Alexander Pereira. Per conoscere gli eventi in programma a luglio e agosto:
Il Grande di Brescia e il Donizetti di Bergamo
Anche le città di Bergamo e Brescia vantano prestigiosi luoghi di cultura, teatri sontuosi dove vanno in scena opere, balletti, incontri. A Bergamo il Teatro Donizetti rappresenta una delle anime culturali della città.
Attualmente l’edificio è chiuso per ristrutturazione - con l’idea di trasformarlo in un tempio pluridisciplinare di eccellenze artistiche per renderlo attrattivo anche ai più giovani - ma i più curiosi possono già farsi un’idea di come rinascerà il tempio musicale bergamasco, visitando il sito www.nuovoteatrodonizetti.it.
La sua storia risale alla fine del XVIII secolo, quando fu voluto e fondato da Bortolo Riccardi, di cui portava il nome. L’inaugurazione si tenne in piena estate, il 24 agosto 1791, ma pochi anni dopo un incendio - come spesso succedeva - lo distrusse.
Si presentò così l’occasione per farlo risorgere, costruendolo interamente in muratura, e gli spettacoli poterono tornare in scena dal 1801. Il suo nome attuale gli venne conferito nel 1897, centenario della nascita del compositore Gaetano Donizetti, che nel teatro bergamasco mise piede una volta nel 1840, accolto dal pubblico cittadino e da Simone Mayr, in occasione della messa in scena della sua opera “L’esule di Roma”.
La figura del compositore tedesco Mayr - che di Donizetti fu maestro - non è estranea nemmeno alla storia di un altro famoso teatro: il Grande di Brescia. Fu lui infatti a inaugurare, nel 1810 con uno spettacolo operistico, l’attuale elegantissima sala a ferro di cavallo, progettata dal milanese Luigi Canonica.
Ma all’epoca dell’inaugurazione della sala il teatro aveva già oltre cento anni di storia alle spalle: la facciata con tre finestroni apparteneva in origine al palazzo seicentesco dell’Accademia cittadina, dove i nobili si ritrovavano per lezioni di matematica, morale, ballo, equitazione e scherma. In onore di Napoleone Bonaparte gli venne conferita la denominazione de “Il Grande”, poi tramutatasi in “Teatro Grande”.
Come grande è la programmazione che il teatro offre alla cittadinanza bresciana, anche in sinergia con altre realtà di settore. Il 7 dicembre, per esempio, il Grande di Brescia consentirà al proprio pubblico di assistere, grazie alla diretta diffusa a livello mondiale via satellite, alla proiezione dell’inaugurazione della stagione operistica della Scala, che quest’anno si aprirà con la “Tosca” di Giacomo Puccini (la partecipazione all’evento è gratuita fino ad esaurimento posti e previo ritiro dei coupon d’ingresso che verranno distribuiti alla Biglietteria del Teatro Grande il giorno dell’evento): www.teatrogrande.it.
Buona musica a tutti!