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Matera Capitale della Cultura 2019

Matera Capitale della Cultura 2019

Dalle case nella roccia alle terrazze sui sassi la magia della città invisibile ha conquistato l’Europa

Nel 2019 dopo Firenze, Bologna e Genova, il titolo di Capitale della Cultura sarà assegnato nuovamente a un’italiana: Matera è la prima città del Sud ad avere superato il lungo percorso di selezione della Commissione Europea e del Governo Italiano iniziato nel 2012. Tra le ventuno città italiane che hanno inseguito il sogno, anche Bergamo con il progetto “Bergamo oltre le Mura” era arrivata a un passo dall’essere inclusa nella short list delle finaliste. Nella rosa delle possibili vincitrici si erano invece guadagnate un posto solo Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena. Ma, a sbaragliare la concorrenza, la magia dei sassi di Matera non ha avuto rivali.

I criteri di scelta hanno premiato le potenzialità di sviluppo della città, alla ricerca di un dinamismo in grado di valorizzare l’identità dei luoghi attraverso nuovi prodotti culturali. Il progetto presentato da Matera si è distinto per il carattere innovativo delle proposte di eventi, per lo spazio riservato alle forme culturali contemporanee e per la capacità di favorire la creatività facendo intervenire artisti locali ed europei. L’intento è rafforzare la cooperazione fra gli operatori culturali per far emergere la ricchezza delle peculiarità italiane e degli aspetti comuni con l’Europa. Per una Capitale europea della cultura che sia soprattutto partecipativa e che coinvolga in modo attivo l’intera popolazione della città, della regione e di altri luoghi più lontani, l’obiettivo è stringere cooperazioni a lungo termine che abbiano in sé già gli elementi della sostenibilità economica e organizzativa.

Matera, che conta poco più di sessantamila abitanti, offre una simbiosi perfetta tra architettura e natura, in bilico tra antichità e modernità e ha una gran voglia di aprirsi al mondo. Un altro Sud è possibile e i lucani ci lavorano da anni. Dalla piccola terrazza panoramica di piazzetta Pascoli, chiamata così in onore del poeta che nella scuola adiacente insegnò per due anni, è possibile abbracciare con un solo sguardo le case scavate nella roccia. Una vertigine culturale che è possibile vivere anche dal belvedere Guerricchio, seminascosto sotto tre archi, vicino ai resti della chiesa rupestre benedettina del Santo Spirito nella zona di piazza Vittorio Veneto, il ritrovo dell’animata vita cittadina che la sera popola la città. Matera è nota in tutto il mondo soprattutto per i suoi Sassi, dichiarati nel 1993 Patrimonio dell’umanità dall’Unesco, anche grazie ai molti omaggi che hanno ricevuto dal cinema. Naturale set cinematografico che, già negli anni Cinquanta, aveva stregato Mario Volpe e Alberto Lattuada, l’incredibile groviglio urbanistico di Matera viene però consacrato da Pier Paolo Pasolini nel 1964 con “Il Vangelo secondo Matteo” e, in anni più recenti, ripreso da Mel Gibson in “The Passion”.

I Sassi di Matera costituiscono uno dei nuclei abitativi più antichi al mondo: i rioni Sasso Caveoso, Sasso Barisano e Civita si distendono in due vallette in una posizione che per millenni ha reso la città invisibile agli occhi dei nemici. A ridosso si trova la Gravina di Matera, una profonda gola che divide il territorio in due, dove si nascondono chiese rupestri come la Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci.

Ma, dai villaggi del neolitico, alle civiltà rupestri di matrice orientale dell’IX-XI secolo, con i suoi camminamenti, canalizzazioni e cisterne, fino alla “civitas” fortificata di matrice occidentale normanno-sveva dell’XI-XIII secolo e alle successive espansioni rinascimentali e allestimenti barocchi, Matera ne ha fatta di strada. Negli anni Cinquanta il degrado igienico-sociale dei primi del Novecento, conclusosi con la legge di risanamento voluta da De Gasperi, ha decretato lo sfollamento delle persone che vivevano ancora nelle grotte. Ma, a partire dal 1986, i lucani hanno investito tutto nella valorizzazione di uno dei più antichi e meglio conservati esempi di bio-architettura al mondo. Le ex “caverne”, fino a non molto tempo fa abitate da persone, galline e asinelli tra pentole in rame, telai e cuccume per l’acqua, oggi sono case-museo al cui interno è possibile visitare i diversi “ambienti” di un tempo.

Una vittoria, quella di Matera, frutto di anni d’intenso lavoro nei confronti di una città dal fascino mistico, che ha saputo risollevarsi puntando sulla valorizzazione delle proprie origini e di un territorio tutto da scoprire.

Alice Motti

 

Gennaio 2015

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