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L’occasione fa l’uomo onesto e l’economia solidale

L’occasione fa l’uomo onesto e l’economia solidale

Tra foreste che (non) resistono ai cambiamenti climatici ed eccezioni che (non) confermano la regola

Occorrerà invertire ufficialmente alcuni detti, se è ancora vero che l’eccezione conferma la regola. Perché purtroppo la regola è ancora lontana dall’essere quella di nostro gradimento, tanto meno di gradimento al nostro Pianeta.

In occasione di eventi particolari, come i recenti fenomeni di devastazione ambientale in Friuli o in Trentino, o in coincidenza di ricorrenze più rituali come il ritorno del periodo natalizio o dei regali di fine anno, viene spontaneo scavare nella superficialità delle nostre abitudini per andare “oltre” e cercare – per l’occasione - di scostarsi dalla “regola”.

Vuoi che si tratti di superare la “normale” disattenzione alle cause che portano ai cambiamenti climatici, vuoi che la regola da superare riguardi la scelta dei regali sulla base di prezzo, pubblicità, comodità, orbene, a Natale e in alcuni frangenti scatta un’attenzione particolare ad aspetti solitamente trascurati o ritenuti secondari. Per un regalo non si guarda solo all’utilità o alla convenienza, ma per una volta si dà più valore alla qualità, al modo con cui un prodotto è stato realizzato, dove e da chi, all'impatto ambientale necessario alla sua realizzazione e così via.

I cosiddetti “regali solidali”, che ormai troviamo per qualsiasi tipologia di prodotto o servizio, fanno da argine, o per qualcuno da contraltare, al consumismo ormai implicito nella frenesia degli acquisti natalizi. Con un valore aggiunto indubbio: il sostegno concreto a progetti o iniziative lodevoli, spesso a favore di un’economia migliore rispetto a quella sostenuta con i nostri acquisti “abitudinari”.

La stessa logica dell’eccezionalità rispetto alla regola vale per alcune azioni effettuate in concomitanza di grandi eventi, che siano calamitosi - come un terremoto o un’alluvione - o che siano manifestazioni propositive, come forum internazionali, convegni, mostre o festival: piccoli o grandi eventi che “smuovono” la regolarità di abitudini consolidate.

Raccolte fondi, cene solidali per Amatrice o simili, appelli internazionali di solidarietà coinvolgono nel profondo le persone e danno effettivamente un contributo concreto e immediato al miglioramento di alcune situazioni. Di fronte a simboli estremi - come intere foreste che, anziché arginare gli effetti del cambiamento climatico, ne diventano emblematicamente vittime - la sollecitazione a compiere gesti importanti di impegno e attenzione è forte, anche per i meno addentro a certe tematiche.

Molte delle cause che provocano fenomeni non desiderabili sono ormai notorie e d’altra parte sono chiare le indicazione di comportamenti da mettere in atto per limitare uno sviluppo insostenibile e un’economia che danneggia la nostra qualità di vita e quella del Pianeta, al di là di tutte le apparenze di maggior benessere.

Le occasioni buone o nefaste che durante l’anno ci fanno essere più buoni e più attenti a un mondo migliore e un’economia più giusta, sono in ogni caso una boccata di ossigeno per progetti solidali e ambientali e sono una opportunità di sensibilizzazione che non va banalizzata. Ma il vero regalo che possiamo fare a noi stessi, ai nostri cari e al Pianeta è trasformare “l’occasione” in un cambiamento stabile delle nostre abitudini, la sfida è riuscire a mantenere una modifica anche minima ma costante delle nostre azioni e della nostra normalità. Con l’augurio sincero che in sempre più casi l’eccezione confermi l’inversione della regola.

Diego Moratti

Dicembre 2018

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