Regione Lombardia in campo per il rinnovo del parco veicoli: «Così tracciamo il percorso verso un nuovo modello»
Lo sviluppo sostenibile passa anche dalla mobilità, a patto che la si ragioni come un sistema articolato e interconnesso tra strumenti e modalità diverse, tra le quali l'elettrico può giocare un ruolo significativo, sia sotto il profilo dei veicoli privati sia rispetto ai sistemi di sharing e alla micromobilità urbana.
È questa la prospettiva entro cui analizzare le potenzialità della mobilità elettrica secondo l'assessore all'ambiente e al clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, che ha sottolineato come la mobilità sostenibile del futuro debba essere costruita in ottica di «integrazione sempre più fattiva tra veicoli elettrici pubblici e privati, trasporto pubblico e intermodale, possibilità di sharing e innovazione tecnologica. E favorire una transizione graduale del parco veicoli inquinanti verso veicoli sempre meno emissivi, o a zero emissioni come nel caso dei veicoli elettrici».
È quanto ha voluto fare Regione Lombardia con la finestra di incentivi regionali sul 2019-2020, dedicato sia al ricambio di veicoli commerciali che privati: un'iniziativa apprezzatissima soprattutto dal settore privato, che ha portato difatti l'esaurirsi dei fondi appositamente stanziati nel giro di solo un mese. Segnale del fatto che la mobilità elettrica, oggigiorno, è nell’attenzione di moltissimi privati e famiglie.
Gli incentivi di Regione Lombardia
Pur inserendo le azioni della Regione in un contesto più ampio e accanto ad priorità come il potenziamento del trasporto pubblico locale e il rafforzamento dei mezzi di micromobilità prevalentemente elettrici e in sharing, resta fondamentale la questione del rinnovo parco veicoli privato a favore di veicoli a emissioni sempre più ridotte.
È sulla base di queste considerazioni che Regione Lombardia ha impostato i suoi incentivi 2019-2020, andati a ruba in un mese per le auto private (ma si riapriranno nel 2020) e ancora in vigore per i veicoli commerciali. «Secondo le stime delle associazioni di categoria - continua l’assessore Cattaneo -, da qui al 2030 circa la metà delle nuove immatricolazioni riguarderanno auto full electric e ibride. Una tendenza ormai ineluttabile che vogliamo incoraggiare per poi mantenerla a livelli elevati, come succede già in molte nazioni europee».
Gli incentivi sono strutturati a scaglioni a seconda del grado di emissioni dei veicoli, passando da un incentivo pieno (fino a 8 mila euro) per l'acquisto di veicoli elettrici a uno ridotto - ma comunque consistente - per l'acquisto di veicoli a motore endotermico ma innovativo e meno impattante (le varie soluzioni ibride ad esempio). «Negli anni precedenti, gli incentivi erano dati solo per i veicoli commerciali - puntualizza Cattaneo -. Noi abbiamo introdotto le agevolazioni anche per i privati: era l'unico modo per cambiare significativamente l'impatto delle misure, visto che la prevalenza del parco auto lombardo è privato».
Aperti a ottobre 2019 sul biennio 2019/2021, gli incentivi hanno avuto una risposta sorprendentemente significativa e positiva: le risorse stanziate per il settore privato (pari a 18 milioni di euro stanziati dal bilancio regionale) sono andate esaurite in un mese, mentre quelle per i veicoli commerciali (8,5 milioni di euro) sono ancora disponibili.
Il bando per il rinnovo in ottica green dei veicoli commerciali è quindi ancora aperto. «Nel novembre 2019, nell'ambito del cosiddetto Decreto Clima, è stato approvato dal Governo uno stanziamento di 12 milioni di euro all'anno per la Lombardia a decorrere dal 2020 in poi - aggiunge l'assessore -: non appena queste risorse arriveranno, potremo nuovamente riaprire la finestra degli incentivi anche per i privati. Con qualche aggiustamento, tra cui la possibilità di incentivo anche per i veicoli elettrici a due ruote e per i veicoli elettrici la possibilità di svincolare la rottamazione dal veicolo
precedente, come già accade negli incentivi nazionali». Obiettivo principale è soprattutto quello di tracciare una strada: «È chiaro che non abbiamo risorse a sufficienza per un rinnovo totale del parco auto lombardo. Tuttavia, possiamo lanciare un segnale. Come Regione Lombardia possiamo far partire un percorso: percorso che sia graduale, integrato, articolato, che tenga conto di tutte le complessità del nostro territorio, sostenendo al contempo un trend che è certamente positivo per tutti».
Le prospettive della mobilità. Un quadro più ampio
Se è vero che in poco tempo metà delle nuove immatricolazioni riguarderanno auto full electric e ibride, rimane il fatto che una parte prevalente del parco auto circolante resterà endotermica. Nel breve e medio periodo non assisteremo alla scomparsa dei veicoli a gasolio e benzina, semmai al loro miglioramento: ecco perché sono importanti anche gli sforzi del settore automotive verso motori endotermici sempre più innovativi e sempre meno inquinanti, senza pertanto demonizzarli in generale.
Inoltre in un quadro più ampio, anche il percorso verso l’elettrico va affrontato con gradualità, considerando un insieme di fattori ambientali ed economici, comprensivi di questioni geopolitiche (tra cui il procacciamento di materie come il cobalto, necessarie per le batterie dei veicoli elettrici e localizzate in paesi instabili), produttive (inerenti soprattutto al peso dell'industria automotive tradizionale nel comparto lombardo) e tecnologiche (la necessità cioè di potenziare la capacità di immagazzinamento energetico nelle batterie degli e-vehicles).
Se vogliamo infine allargare ulteriormente lo sguardo, secondo l'assessore Cattaneo parlare di “mobilità sostenibile” significa oggi pensare a un modello di mobilità nuovo e multiforme, capace di rispondere alle esigenze delle città del futuro: «Le forme di mobilità sharing, di noleggio, soprattutto elettriche, permettono infatti di riscoprire con comodità altri mezzi di trasporto con cui combinare il proprio stile di vita a basso impatto, offrendo una soluzione efficace e a emissioni zero al problema dell' ”ultimo miglio”, quale può essere il monopattino elettrico, già diffuso in molte città europee, impensabile fino a pochi mesi o anni fa. La pluralità di offerta e di strumenti rendono così più accessibile la rete di trasporto pubblico e chiedono di ridisegnare il sistema dei trasporti secondo questa logica. Non è solo un nuovo modello di mobilità: è un nuovo modello sociale».
Per informazioni: www.regione.lombardia.it