Il negozio rigenerato nel capoluogo lombardo è diventato occasione di coesione sociale e di lotta alla gentrificazione attraverso l'arte
Nella città europee un elemento chiave della qualità della vita è sempre stato il rapporto esistente tra la residenza e lo spazio del commercio: uno spazio diffuso e capillare di relazione e supporto alla vita sociale che si è progressivamente indebolito perché ridotto sempre più spesso alla sola questione commerciale.
Eppure, non mancano gli esempi di resistenza e innovazione sociale anche in questo ambito: ne è prova l'esperienza milanese di On Off, un negozio chiuso nella periferia del nord est che si è trasformato in uno spazio culturale senza fini di lucro e volto alla promozione dell’arte in tutte le sue forme.
L'arte per la periferia
Alla base dell'idea di On Off c'è la volontà di offrire a tutta la città in generale, e a via Padova in particolare, molteplici occasioni di incontro e di racconto dell’evoluzione della società e un “sostegno attivo” agli artisti nella ricerca di risorse per la realizzazione di loro opere.
E l'ha fatto cercando una relazione con quel pugno di negozi aperti nella stessa via con spirito non dissimile, così da ricreare quelle reti di prossimità che mancavano in zona. L’offerta è contenuta in un calendario espositivo composto da proposte che spesso e volentieri emergono dal “profondo”, facendo emergere realtà presenti in questa periferia ma invisibili ai più oppure portando in questa periferia altre “periferie” del mondo, dove esistono eccellenze che le dinamiche del mercato tendono ad offuscare: esemplare è la relazione che questo piccolo spazio sta gradualmente costruendo con la Lituania e l’arte della fotografia.
Ma è emblematica anche la messa a disposizione di On Off a una comunità sudamericana per promuovere le proprie tradizioni, sia con performance che hanno occupato i marciapiedi della via con balli tradizionali sia con l’esposizione dei costumi folkloristici nella vetrina di On Off.
Contro la gentrificazione
Proprio per rafforzare, anche simbolicamente, l'idea di uno spazio collettivo e rigenerato che sia un po' “casa” per tutto il quartiere, On Off ha scelto di tenere accese le vetrine anche quando fa buio, per permettere alle persone di uscire di casa senza paura, agendo quindi come vero incubatore di comunità e provando a frapporsi ad altre iniziative che - nella stessa porzione di spazio urbano - stanno usando l’arte come motore per l’innesco di programmi di gentrificazione, cioè di trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio con conseguente cambiamento della composizione sociale dell'area e dei prezzi delle abitazioni.
Un processo che On Off cerca di contrastare valorizzando quelle risorse umane che ne hanno permesso la nascita e promuovendo la creazione di reti sociali. In questo spazio infatti non si vende niente: alle inaugurazioni degli eventi i rinfreschi sono sempre gratuiti, molti residenti della via passano a curiosare e agli artisti non sono chiesti denari per esporre. Si sono inoltre attivate forme di co-responsabilizzazione rispetto alla gestione degli spazi, come succede nelle reti di solidarietà all’interno delle comunità. Sarebbe auspicabile che chi governa i beni comuni inizi a farsi carico della loro sopravvivenza e intendere spazi come questo come una “perla all’interno della collana dei beni pubblici”.
Davide Fortini