Avviato il percorso per redigere e condividere una proposta di legge regionale. Necessarie 5 mila firme
L’allettante torta dell’Economia Solidale e Sociale in copertina è artigianale, nostrana, sicuramente gustosa, ma soprattutto è stata preparata da una funzionaria della Provincia di Bergamo. Dagli stessi uffici di Presidenza è stato lanciato in queste settimane un percorso per una proposta di legge regionale sull’Economia Solidale e Sociale che si propone di raccogliere e dare forma ai tanti ingredienti che dal basso e dalla società civile si sono mescolati negli anni scorsi attorno a un’economia che vuole essere “costitutivamente” diversa da quella attuale.
Obiettivo: permettere al settore dell’Economia Solidale e Sociale di fare quel salto di qualità in termini di riconoscimento, legittimazione e massa critica, molte volte auspicato da associazioni e realtà locali. Spesso queste realtà si sono unite più o meno formalmente in reti e distretti di economia solidale, ma raramente sono legittimate dalle istituzioni e soprattutto risultano ancora poco incisive quanto a risorse gestite e influenza sull’economia reale.
Una fetta di torta ancora troppo piccola per essere semplicemente suddivisa dai molti attori chiaramente meritevoli, già operativi in questo settore.
Eppure il trend dell’economia solidale e sociale risulta in crescita e se riuscisse a coordinare i propri sforzi, potrebbe ambire ad allargare il proprio ambito d’azione e finalmente mutare concretamente la direzione dell’attuale sviluppo economico, verso un modello che consenta un equilibrio migliore tra risorse impiegate, consumi e distribuzione del valore tra le persone. Un percorso non facile né dall’approdo scontato, ma doveroso a questo punto, dopo che per anni tante realtà, tra cui anche questo stesso giornale, insieme ai numerosi nodi della rete di cittadinanza sostenibile e delle reti regionali di economia solidale, si sono spese in ogni forma e modalità, dal volontariato all’imprenditoria, per sostenere una logica e fondamenti alternativi alla base del sistema economico e di produzione.
Redigere una bozza di legge regionale, condividerla e portarla all’attenzione degli interlocutori interessati e a tutta la cittadinanza, raccogliere 5 mila firme necessarie e presentarla in consiglio regionale per una discussione e – auspichiamo – approvazione. Queste le prime tappe di un iter che dal territorio e dalla cittadinanza deve prendere la strada ufficiale e istituzionale per vedersi riconosciuto. Un’occasione importante per tutto il movimento delle reti di economia solidale, che trovano finalmente un alleato dentro le istituzioni disponibile a investire tempo, risorse e priorità verso un progetto che completa l’anello sempre mancante di un processo già in atto e molto diffuso: cooperative, associazioni, mercati di produttori, imprese sociali, privati e famiglie, volontari e gruppi sparsi ovunque, ma spesso alle prese con progetti locali e di piccole dimensioni possono trovare l’occasione di sentirsi parte di un movimento comune, di un’identità comune e riprendere motivazione e slancio ciascuno nel proprio percorso.
Privati delle ideologie del passato, ma anche di qualsiasi serio riferimento concettuale, la concretezza delle buone pratiche e la vicinanza delle istituzioni locali, provinciali e regionali, possono essere il terreno giusto sul quale ricostruire le fondamenta di una nuova economia, di una migliore società, di una indispensabile Politica.
Diego Moratti