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Ritorno alle origini

Ritorno alle origini

Amo Pantelleria intimamente. L’isola del nonno. Ho passato lì con lui le estati della mia infanzia e con gli amici tutte quelle successive. Adoro questa terra dai contrasti forti, dai colori vivi, luminosi, dall’orizzonte alto verso la Tunisia, dai profumi che è facile ritrovare racchiusi nelle bottiglie di passito, anche a migliaia di chilometri di distanza. Quando sono lontana posso tracciare a memoria i suoi suggestivi scorci di mare, i suoi ripidi terrazzamenti, il verde della sua montagna, i suoi sterrati di campagna e i muretti a secco di antica fattura.

Su quest’isola la natura offre da sola ampi spazi che sospingono l’animo verso una sfera più intima. Questa è l’impressione che ho per esempio tutte le volte che decido di arrivare fino alla piccola chiesa di S. Antonio. Bisogna andarci volutamente, decidere di fare una deviazione, di iniziare una strada che man mano si fa sempre più stretta. Immersa nei vigneti di uva zibibbo del piccolo altipiano di Mueggen, cinta da eucalipti, ulivi e oleandri, la chiesina, dal tipico intonaco bianco, è uguale a se stessa da secoli.

Fermarsi per qualche minuto davanti alla sua piccola porta di un azzurro color del cielo, rigorosamente immersi nel silenzio, è un’esperienza che non lascia indifferenti. E dopo un inverno lontana, io non posso farne a meno. Ogni estate, ogni volta.

Denise Pisoni

Insegnante precaria e mamma

 

Luglio 2015

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