Interventi concreti per muovere piccoli passi verso una città più sostenibile
«La sostenibilità deve essere un elemento presente nel Dna di ogni nostro atto amministrativo, a partire ovviamente dai nostri bilanci. Ma non è più tempo di scuse. Abbiamo l’obbligo di lavorare nello stesso tempo con rigore e fantasia, facendo alleanze a ogni livello per raccogliere finanziamenti, dall’Europa alla fondazione bancaria locale».
Roberto Scanagatti, 60 anni, sindaco di Monza e militante del Pd, dal 14 settembre 2014 è il Presidente di Anci Lombardia, l’associazione dei comuni della Regione che conta 1.531 primi cittadini lombardi alla guida di una comunità di 9 milioni di persone. «I Comuni non sono mostri che si nutrono di tasse, sono gli enti più vicini ai cittadini ai quali ogni giorno garantiscono servizi indispensabili, nonostante la drastica riduzione dei trasferimenti», ricorda Scanagatti. «I dati dimostrano che i Comuni sono più bravi di altri a fare la spending review e a ridurre la spesa corrente e questo tenendo al centro, fin quando le condizioni lo permettono, i temi dell’ambiente e della sostenibilità. La soluzione più facile e che ci permetterebbe di risolvere i problemi e di affrontare con forza i temi posti dalle emergenze sociali e ambientali è quella di lasciare ai Comuni l’intero gettito prodotto dalle Imposte sugli immobili produttivi. Potremmo rinunciare a ogni altro trasferimento ordinario da parte dello Stato che, tra l’altro, taglia in continuazione i fondi mettendoci in grave difficoltà con la programmazione e i bilanci».
A Monza come si sta cercando di mettere in pratica questi principi?
Come città possiamo vantare alcuni dati importanti. Siamo il comune italiano sopra i centomila abitanti con una delle maggiori percentuali di raccolta differenziata, pari circa al 60%. Per noi ogni punto percentuale guadagnato è sudato.
In questa città però si registra anche un record negativo per la qualità dell’aria e per il numero gigantesco di auto che congestionano il centro cittadino. Il traffico oggi, dopo il tema del lavoro, resta il problema numero uno per i monzesi.
Viviamo in un’area tra le più densamente popolate d’Italia e vantiamo un reddito procapite tra i più elevati d’Italia e un numero notevole di aziende. Abbiamo tutti l’auto e nessuno ci rinuncia. Il sistema viabilistico esistente è al collasso. Serve una risposta globale. Monza è parte di un sistema e non può decidere di fermarsi da sola. Detto questo stiamo completando – con le risorse disponibili – gli anelli delle piste ciclabili con tratti nuovi e stiamo riqualificando quelli presenti perché non si può, come ci hanno suggerito alcune associazioni ambientaliste, semplicemente dipingere le piste sull’asfalto. È stato aperto finalmente il sottopasso ciclopedonale di via Bergamo che cambierà le abitudini di una fetta delle città e fra un anno e mezzo sarà pronto il ponte per pedoni e bici che collegherà in sicurezza il quartiere Sant’Albino al resto della città sopra viale Stucchi. Sono ora operative anche le telecamere ai varchi di ingresso della zona pedonale che così resterà più sicura. In partenza anche le zone 30 km/h nelle vie interne dei quartieri residenziali.
La città chiede un intervento forte in merito ai controlli della velocità dopo gli incidenti che hanno causato la morte di due ragazzi, cosa sta facendo il Comune a riguardo?
Sento il peso di quanto è successo ma non posso combattere la stupidità umana. Ognuno di noi deve fare un esame di coscienza e capire che non si può andare in città a 100 km/h. Mi chiedono di installare dossi e rilevatori di velocità: le norme non me lo consentono e non posso mettere dei dossi sulla strada che porta all’Ospedale, percorsa da decine di ambulanze spesso in urgenza. Non è possibile mettere un vigile in ogni strada. Ripeto: ognuno deve svolgere il proprio compito, a partire da chi guida.
Monza è una città ricca di aree dismesse ma vanta un consumo di suolo elevatissimo rispetto alla sua superficie. Sono tanti per esempio gli appartamenti costruiti ma non occupati. Come intende risolvere queste contraddizioni?
Si è costruito troppo e in modo disordinato. Il mercato ha fatto il resto. Il nostro piano urbanistico ha fermato il consumo di suolo e ha messo 3 milioni di mq di aree verdi in sicurezza da interventi edilizi e, dove possibile, le ha trasformate in parchi. Dopo una lunga battaglia abbiamo chiuso a doppia mandata ogni possibilità di intervento di edificazione sulla famosa area della Cascinazza, inserendola nel Parco della Media Valle del Lambro. Sulle aree dismesse si gioca il futuro della città. Ne abbiamo a decine. L’unica alternativa è fare un’alleanza con i proprietari delle aree progettando insieme interventi che possano soddisfare anche esigenze pubbliche, dalle strutture di servizio alla città al social housing fino a spazi per la green economy e le start up. Il nodo da risolvere in questo caso è come favorire la bonifica di queste aree. Noi abbiamo scelto di concedere una serie di incentivi, in termini di volumetrie e sconti sugli oneri, a chi accoglierà le nostre richieste. È pronto anche il progetto MonzAbitando, che offrirà garanzie in denaro ai proprietari che affitteranno le proprie case alla fascia media di popolazione oggi in difficoltà che non riesce a sostenere il pagamento degli affitti a prezzo di mercato.
Quali progetti green state portando avanti?
Vorrei intanto far notare che al nostro assessore alla cultura Francesca Dell’Aquila abbiamo anche dato la delega alle politiche di sostenibilità. Su questo tema abbiamo impostato una parte importante della nostra attività in termini di mostre ed eventi. Ne cito uno: si sta diffondendo in tutta Italia la nostra campagna “Tenga il resto” che consente di riportarsi a casa, in vaschette di alluminio, piatti avanzati nei ristoranti. Stiamo lavorando a un progetto simile anche per le mense scolastiche. Sta inoltre partendo il noleggio delle bici e i mercatini alimentari di Coldiretti e di Legambiente stanno andando alla grande. Abbiamo appena concluso la terza edizione di “Pulizie di Primavera”, con oltre 3.000 cittadini impegnati a riqualificare 80 punti della città. Stanno partendo altre decine di microcantieri nei quartieri decisi dai cittadini grazie al bilancio partecipato e quasi tutti riguardano temi legati all’ambiente e alla mobilità ciclistica.
Che voto ritiene di meritare in materia ambientale, oggi? Ben sapendo che fra due anni il vero giudizio lo formuleranno i cittadini.
Io mi do una sufficienza piena e conto di migliorare entro la fine del mandato.
Roldano Radaelli