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Incontro con il Presidente del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati di Bergamo

Incontro con il Presidente del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati di Bergamo

Incontro tra studenti e il presidente del Collegio bergamasco per capire meglio la realtà lavorativa

Il Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati è un ente che racchiude diverse realtà: i suoi membri infatti si occupano di progettazione termotecnica, elettrotecnica, ma anche meccanica. Fu fondato nel 1945 e conta tutt’oggi circa 600 iscritti, la maggior parte dei quali liberi professionisti, ma non manca anche una piccola percentuale che lavora per le aziende.

Per entrare a far parte del Collegio è sufficiente avere il diploma della scuola superiore, anche se si ha l’obbligo di frequentare un tirocinio di diciotto mesi e poi superare un esame di stato per entrare effettivamente a farne parte.

Tutto ciò, e altro ancora, è stato illustrato dal presidente pro tempore dei Periti Industriali, Massimo Locatelli, il quale ha messo a disposizione di un gruppo di studenti dell’Istituto Natta la sua esperienza lavorativa. Il presidente consegue il diploma come perito elettrotecnico industriale nel 1979, proprio all’istituto Giulio Natta.

Dopo l’allora obbligatoria leva militare, inizia la sua esperienza lavorativa come ricercatore farmacologico all’istituto Mario Negri, per 9 anni circa. Successivamente inizia a lavorare per una multinazionale francese a Milano, svolgendo sempre lo stesso lavoro, ma trascorsi 6 anni, l’azienda decide di trasferire la sua unità lavorativa a Parigi; Locatelli rifiuta e perciò viene “riciclato” nella produzione.

Nel 1994 entra a far parte del Collegio dei Periti Industriali come libero professionista, avviando uno studio che si occupa di ecologia ambientale. Inoltre il presidente del Collegio ha rimarcato l’importanza di entrare in contatto con le dinamiche lavorative poiché, sempre più spesso, capita di avere a che fare con neolaureati con grandi conoscenze teoriche ma scarse competenze pratiche.

Per questo motivo è sempre più impellente l’esigenza dell’inserimento delle cosiddette università professionalizzanti anche in Italia, le quali, a differenza di quelle attuali, propongono un’offerta formativa di tre anni che prepari gli iscritti al mondo del lavoro in maniera diretta, dando loro una formazione sul campo.

Infine il presidente ha esposto i vantaggi dell’essere un libero professionista: l’organizzarsi autonomamente e riferirsi solo ai propri clienti; esso presenta anche alcuni svantaggi come l’alta competizione e il non avere veri e propri orari lavorativi.

Andrea Vismara 

ISIS "G. Natta"

Maggio 2016

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