feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Ecomafie 2019. Cemento e rifiuti i top business illegali

I numeri

Bilancio criminale di oltre 16 miliardi di euro e 368 clan attivi. I dati di Legambiente sulle illegalità ambientali nel nostro Paese

Impennata dei reati nel ciclo del cemento e nell'agroalimentare, nel settore dei rifiuti e contro gli animali, per un business che supera i 16 miliardi di euro e che, soprattutto, è cresciuto dall'anno precedente. Sono questi i dati, agghiaccianti, fotografati dall'annuale report di Legambiente dedicato alle illegalità ambientali nel nostro paese: “Ecomafia 2019.

Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia” è stato presentato all'inizio dello scorso luglio e racconta un paese tenuto sotto scacco da parte di ecocriminali ed ecomafiosi, che hanno fatto dei reati conto l'ambiente la loro nuova miniera d'oro.

I numeri degli ecoreati nel 2018

I dati raccolti da Legambiente per la stesura del documento raccontano una storia grama: l'aggressione alle risorse ambientali in Italia si traduce in un giro d'affari che dal 2017 al 2018 è cresciuto di oltre 2,5 miliardi di euro, raggiungendo i 16,6 miliardi di euro annui, e che nutre le attività di oltre 368 clan mafiosi sparsi in tutto il Paese.

E anche se il bilancio complessivo dei reati contro l'ambiente risulta essere sensibilmente calato (passando dagli oltre 30 mila registrati nel 2017 ai 28 mila circa accertati nel 2018), il dato si riferisce principalmente alla flessione degli incendi boschivi (- 67% nel 2018) e dei furti di beni culturali (-6,7%), perché per quanto riguarda gli altri reati connessi all'ambiente la tendenza è decisamente inversa. Nel 2018 sono infatti aumentati sia gli illeciti legati al ciclo illegale dei rifiuti sia quelli legati alla cementificazione selvaggia: rispettivamente, i primi sono stati circa 8 mila (quasi 22 al giorno, con una predilezione da parte dei trafficanti per fanghi industriali e rifiuti speciali contenenti materiali metallici), mentre i secondi hanno toccato quota 6578 (+68% rispetto al 2017).

Quest'ultimo dato comprende anche tutto l'ambito legato all'abusivismo edilizio, vera piaga per il paese: secondo il Cresme, nel 2018 il tasso di abusivismo si è aggirato attorno al 16% (considerando sia le nuove costruzioni che gli ampliamenti abusivi del patrimonio immobiliare già esistente).

Non solo: nel 2018 sono aumentate vertiginosamente anche le illegalità nel settore agroalimentare, passando dalle 37mila del 2017 alle quasi 48mila del 2018 (123 al giorno), per un fatturato illegale che, solo considerando il valore dei prodotti sequestrati, arriva a toccare i 1,4 miliardi (+35,6%); in crescita anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica (7291 reati contro i circa 7mila dell'anno precedente), mentre il settore delle archeomafie è stato forse quello che più di tutti ha subito un andamento altalenante.

Il racket legato alle opere d'arte e ai reperti archeologici nel 2018 ha visto un calo dei furti, ma anche dei sequestri effettuati (-77,8%): complice è stata senz'altro il numero dei controlli (oltre 33 mila nel 2018, con una media di 90 al giorno). Infine, due dati specifici: la prosecuzione delle campagne per fermare i flussi illegali di shopper (6,4 milioni di borse di plastica illegali sequestrate nel porto di La Spezia, 15 tonnellate nel porto di Palermo e 18 in quello di Trieste) e l'attenzione al mercato nero dei gas refrigeranti HFC.

Per quanto riguarda l'aspetto geografico, secondo i dati di Ecomafia 2019, il 45% delle infrazioni in materia ambientale si è concentrato lo scorso anno nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), mentre la Lombardia si attesta al settimo posto nazionale.

C'è però anche qualche buona notizia, legata soprattutto al ruolo chiave della legge 68/2015 sugli ecoreati sia sul fronte repressivo che su quello preventivo: nel 2018, infatti, la normativa è stata applicata dalle forze dell'ordine 1.108 volte, con una crescita pari al + 129% rispetto agli anni precedenti. Le più applicate sono state la fattispecie dell'inquinamento ambientale (218 contestazioni, + 55,7% rispetto al 2017), quella di disastro ambientale (88 casi, triplicati dall'anno precedente) e quelle per il delitto di traffico organizzato di rifiuti (86 nel 2018), seguite dalle segnalazioni per traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, dai delitti di impedimento di controllo ambientale e di omessa bonifica.

Le proposte di Legambiente

Il report “Ecomafie 2019” è stato realizzato da Legambiente in collaborazione con svariati enti nazionali, tra cui le Forze dell'Ordine, le Capitanerie di Porto, la Corte di Cassazione, il Ministero della Giustizia, Ispra, il Cresme, la Commissione Ecomafie dell'Agenzia delle Dogane: accanto ai dati, la pubblicazione (edita da Edizioni Ambiente) si propone anche di avanzare proposte per un sempre più fattivo contrasto alle illegalità ambientali.

Per Legambiente è ad esempio fondamentale la formazione per tutti gli operatori del settore sulla legge 68/2015, così come la semplificazione dell'iter di abbattimento delle costruzioni abusive (ad oggi risulta effettuato solo il 19% degli abbattimenti previsti) e il riconoscimento di diritti propri agli animali per contrastare i delitti contro la fauna.

Erica Balduzzi

Settembre 2019

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...