Nel 2017 un milione in più, metà in Cina
Un esempio su tutti? I veicoli a propulsione elettrica, sempre più protagonisti del mercato automobilistico e delle scelte politiche in materia, comprese quelle inerenti all'installazione di stazioni di ricarica. Ciò che fino a pochi decenni fa pareva utopia – l'utilizzo cioè di veicoli ecologici, non vincolati all'approvvigionamento di combustibili fossili e privi di emissioni di inquinanti atmosferici – sta diventando una realtà concreta e condivisa per un numero crescente di paesi e città. E sono i numeri a confermarlo: nel 2017 sono stati venduti in tutto il mondo più di un milione di veicoli a propulsione elettrica, con un aumento del 54% rispetto all'anno precedente.
Elettrica o ibrida?
Quando si parla di veicoli a propulsione elettrica, ci si riferisce a due differenti tipologie di veicolo: le auto elettriche (BEV, cioè battery electric vehicle) e le auto ibride (PHEV, cioè plug-in Hybrid Electric vehicle). Le prime sono equipaggiate esclusivamente con un motore elettrico alimentato da batterie che eliminano totalmente la necessità di un propulsore termico, ma rendono fondamentale la disponibilità di stazioni per la ricarica della batteria.
Sulla ancora scarsa presenza di stazioni di ricarica e sull'autonomia della batteria si concentrano ad oggi i principali scetticismi rispetto alle auto elettriche. Si tratta certamente delle sfide a cui il settore deve fare fronte da qui ai prossimi anni, anche per poter garantire la tenuta di un mercato stabile dell’auto elettrica. Le auto ibride, invece, ovviano a queste problematiche perché sono dotate di due propulsori distinti, uno a combustione (benzina o diesel) e uno elettrico, che lavorano in sinergia a seconda della velocità e della lunghezza del percorso. In questo modo si riducono notevolmente i consumi di carburante e le emissioni nocive. Le batterie al litio presenti sulle auto ibride, inoltre, si ricaricano tramite generatore elettrico durante i lunghi tragitti.
Il settore dei veicoli a propulsione elettrica è fortemente orientato al futuro, tant'è che in alcuni paesi le auto elettriche e ibride stanno progressivamente sostituendo i veicoli con motore a scoppio.
Sebbene i costi iniziali di acquisto di tipologie elettriche o ibride siano infatti sostanzialmente più elevati rispetto a quelli per le auto tradizionali, essi vengono ammortizzati dai successivi risparmi di carburante e rifornimento e consentono in più di ridurre i problemi di inquinamento atmosferico e acustico e di sfruttamento dei combustibili fossili.
Un trend mondiale in crescita
Secondo il “Global Electric Vehicles Outlook” dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), soltanto l'anno scorso nel mondo sono state vendute oltre un milione di unità, con una crescita pari al 54% rispetto al 2016. In totale, certifica l'Agenzia, nel mondo circolano oggi più di 3 milioni di auto elettriche e ibride e il più grande mercato del settore è quello cinese.
La Cina ha registrato all'incirca la metà delle vendite globali del 2017 con 580mila veicoli (+72% rispetto al 2016), seguita dagli Stati Uniti (nei quali sono state vendute 280mila vetture tra ibride ed elettriche contro le 160mila del 2016), Norvegia, Regno Unito, Francia e Giappone.
Nel paese del Sol Levante, le vendite 2017 sono più che raddoppiate rispetto al 2016. Un trend, questo, che non si limita alle automobili. Solo l'anno scorso, i bus a propulsione elettrica nel mondo sono cresciuti a quota 370mila (erano 345mila nel 2016), così come i veicoli elettrici a due ruote (250milioni).
Anche in questo caso, leader del settore rimane la Cina, che conta più del 99% del parco elettrico bus e a due ruote al mondo. La IEA evidenzia inoltre un dato interessante riguardante le infrastrutture per le auto elettriche: nel 2017, il numero di caricatori privati e nei luoghi di lavoro è stato stimato sui 3 milioni di unità. In più, sono stati contati circa 430mila caricabatterie pubblici in tutto il mondo.
Norvegia leader del settore in Europa
Secondo i dati ufficiali dell'European Automobile Manufacturers' Association (ACEA), il 2017 è stato un anno di crescita del settore anche per l’Europa: lo scorso anno il numero di veicoli elettrici nel nostro continente è cresciuto del 39,7%, per un totale di circa 852mila immatricolazioni. Il rapporto rispetto alle motorizzazioni tradizionali è ancora piuttosto basso – corrisponde al 5,7% del parco macchine europeo completo – ma il trend è in crescita.
L'ACEA ha rilevato inoltre che le più ricercate sono le auto ibride (54,8% del totale). Come si è visto, a guidare la classifica europea delle buone prassi in materia di auto elettriche e ibride sono i paesi del Nord. In Norvegia le auto elettriche rappresentano all'incirca il 40% delle vendite di auto nuove e a inizio 2018, per la prima volta, il numero di auto elettriche e ibride nel paese ha superato quelle con motore a combustione. In Islanda la percentuale si attesta sul 12% e in Svezia sul 6%.
E in Italia?
L'accelerazione del settore nel 2017 ha influenzato positivamente anche l'Italia. Nel 2017 le automobili ibride sono passate da 39mila a oltre 66mila e le elettriche da 1.400 a quasi 1.900: in termini percentuali, una crescita rispettivamente del 71% e del 38,6%, ben più consistente dei trend relativi alle auto a motore tradizionale, ma che non basta a dare una scossa reale al settore. I veicoli elettrici rappresentano in Italia lo 0,1% del mercato e i veicoli a benzina o diesel continuano a dominare il settore.
Con qualche segnale incoraggiante: aumenta infatti di anno in anno il numero di comuni che puntano all'elettrico per dare una risposta ai problemi di mobilità delle città e dei territori.
Crescono i car sharing elettrici e le procedure di bando per l'installazione di nuovi caricatori diffusi, in modo da facilitare la ricarica della batteria e rendere la mobilità sostenibile sempre meno utopica, e sempre più concreta. Come dire: la strada anche da noi è ormai tracciata, il veicolo con cui percorrerla non ancora. Aspettando la scossa giusta, in un mix tra investimenti pubblici e privati.
Erica Balduzzi