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Un Nobel per evitare la catastrofe ambientale

A William Northaus e Paul Romer il Nobel per l'economia che affronta la sfida più urgente, quella della sostenibilità

Lo scorso 8 ottobre 2018 l'Accademia reale svedese delle scienze ha assegnato il premio Nobel per l'economia ai due studiosi statunitensi William D. Nordhaus e Paul M. Romer per il rispettivo lavoro di integrazione degli effetti del cambiamento climatico e dell'innovazione tecnologica nell'analisi macroeconomica.

«Le loro ricerche hanno ampiamente allargato lo spettro dell’analisi economica, costruendo modelli che spiegano come l’economia di mercato interagisce con la natura e la conoscenza e che affrontano alcune delle sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo: combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell'economia globale con il benessere della popolazione del pianeta»: questa la motivazione del prestigioso riconoscimento internazionale attribuito ogni anno a persone viventi che si siano distinte nei diversi campi del sapere, apportando maggiori benefici all'umanità con le loro ricerche, scoperte, invenzioni, opere letterarie e per il loro contributo in favore della pace mondiale.

Il Nobel per l'economia non è certo materia per tutti, ma in questo caso nessuno può sentirsi escluso.

Con i loro studi i due economisti americani premiati propongono una soluzione possibile per arginare il riscaldamento globale, proprio nel momento in cui le grandi potenze tornano ad investire nei combustibili fossili, prima fra tutti l'America di Donald Trump.

Un Nobel ancora più importante perché arriva proprio in concomitanza con la pubblicazione dell'ultimo rapporto sul clima del Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’Ipcc, che avverte che ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno.

Nel 2030 il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia di 1,5 gradi e servono al più presto drastici cambiamenti in tutti i settori per ridurre del 45% entro il 2030 le emissioni di Co2 così da arrivare a un punto di emissioni nette zero entro il 2050.

Nordhaus e la “carbon tax” globale

L'economista del clima William Nordhaus ha 77 anni e insegna alla Yale University. Ha dedicato i suoi studi alle interazioni tra società e natura. A partire dagli anni Settanta si è interessato ai temi del cambiamento climatico, problema che iniziava a essere studiato con crescente preoccupazione negli Usa, arrivando a definire il limite dei 2° C per l’aumento del riscaldamento globale, oltre il quale ci sarebbe il disastro in termini di danni alla crescita economica e alla qualità ambientale, limite che gli accordi di Parigi miravano a contenere.

A metà degli anni Novanta, Nordhaus è stato inoltre il primo a teorizzare e realizzare un modello integrato per valutare gli impatti del cambiamento climatico sull’economia.

La ricerca di Nordhaus mostra che il rimedio più efficace per risolvere i problemi causati dalle emissioni di gas serra sarebbe la tassazione delle emissioni di anidride carbonica attraverso una “carbon tax” globale uniformemente imposta a tutti i Paesi, così come un mercato delle emissioni che consenta alle aziende di scambiare crediti per l’inquinamento prodotto.

In questo modo il mercato sarebbe portato a spingere imprese e consumatori verso soluzioni più sostenibili, meno inquinanti e più convenienti, grazie anche a degli incentivi a favore dell'energia sostenibile.

Romer e la teoria della crescita endogena

Paul Romer ha 62 anni e insegna alla Stern School of Business della New York University.

Dimessosi a inizio anno da vicepresidente della Banca Mondiale, con i suoi studi interdisciplinari ha dimostrato come la conoscenza possa essere uno dei principali fattori di crescita economica nel lungo periodo.

Prima degli anni Novanta i modelli economici consideravano il progresso tecnologico e la crescita della produttività come esogeni, ovvero non correlati al normale funzionamento del sistema economico. Questo implicava assumere che la tecnologia si sviluppasse indipendentemente dagli incentivi economici.

Romer ha contribuito a cambiare questo paradigma, sostenendo al contrario che i miglioramenti della produttività sono di natura endogena, ovvero sono il risultato degli investimenti di persone e imprese in ricerca e innovazione e possono essere studiati con gli strumenti standard dell’economia.

Perché questo sia possibile servono interventi governativi ben programmati, come il sostegno e gli aiuti a ricerca e sviluppo e la regolamentazione dei brevetti.

La sua analisi punta a dimostrare che queste politiche sono vitali per la crescita a lungo termine, non solo all'interno di un Paese ma a livello globale.

Mercati sostenibili e politiche lungimiranti per evitare la catastrofe ambientale
Per l'Accademia reale svedese delle scienze i lavori dei due economisti riflettono entrambi su temi globali e di stretta attualità e su modelli economici di crescita a lungo termine. Entrambi hanno messo in luce le contraddizioni del modello capitalista, sottolineando la necessità di decisioni politiche lungimiranti.

Senza una guida infatti, i mercati generano troppo inquinamento o troppe poche idee.
Gli studi di Nordhaus riguardano il mercato e la sua capacità di affrontare il problema più grave che l’umanità si troverà di fronte nei prossimi anni, il cambiamento climatico, mentre gli studi di Romer evidenziano l’importanza delle scelte politiche per un progresso sostenibile.

Entrambi giungono alla conclusione che le soluzioni alla grande sfida del cambiamento climatico più efficienti ed efficaci provengano proprio dal mercato, uno dei sistemi più potenti del pianeta che può condizionare le scelte politiche, ma può e anzi deve anche esserne condizionato e ad ognuno di noi spetta fare la propria parte, perché il mercato siamo, anche, noi.

Arianna Corti

L'umanità sta giocano a dadi con l'ambiente e immette nell'atmosfera gas e prodotti chimici che attaccano l'ozono, causando cambiamenti su larga scala dell'uso dei terreni con le deforestazioni ed eliminando l'habitat naturale di molte specie. Inoltre crea nuove specie transgeniche in laboratorio e accumula armi nucleari sufficienti per distruggere l'intera civiltà. (William Northaus)
L'intuizione ci dice che ci sono due tipi di ottimismo molto diversi: l'ottimismo compiacente è la sensazione di un bambino in attesa di regali. L'ottimismo condizionale è invece quello di un bambino che sta pensando di costruire una casa sull'albero. «Se trovo un po' di legna e persuadono altri bambini a lavorare insieme possiamo costruire qualcosa di veramente bello». Alla base della teoria della crescita endogena c'è l'ottimismo condizionale, non quello compiacente. Invece di suggerire che possiamo rilassarci perché le scelte politiche non contano, suggerisce al contrario che le scelte politiche sono ancora più importanti di quanto suggerisca la teoria tradizionale. (Paul Romer)
 
 
Premi Nobel 2018

> Nobel per la Medicina
James Allison e Tasuku Honjo per il loro contributo alla lotta contro il cancro

> Nobel per la Fisica
Arthur Ashkin, Gérard Mourou e Donna Strickland per l’innovazione delle tecniche laser

> Nobel per la Chimica
Frances Arnold, George Smith e Sir. Gregory
Winter per aver applicato i principi dell’evoluzio ne a beneficio dell’essere umano

> Nobel per la Pace

Denis Mukwege e Nadia Murad per la lotta alla vio lenza sessuale come arma da guerra

> Nobel per l’Economia

William Nordhaus e Paul Romer per il loro contribu to allo sviluppo sostenibile

> Nobel per la Letteratura

Non assegnato, saranno due il prossimo anno.

 
 

 

Ottobre 2018

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