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Dal latte al Grana Padano Dop

Dal latte al Grana Padano Dop

Una storia di vita e di lavoro dietro a un’azienda simbolo del vero latte 100% italiano

Se arrivate dal centro di Romano di Lombardia (Bg) la strada da imboccare è quella di via della Graffignana, dopodiché continuate verso sud fino al cartello che vi segnala lo Spaccio Chiapparini, parcheggiate ed entrate nel negozio.

Dopo aver comprato quello che vi occorre, qualche mozzarella e uno spicchio di Grana Padano marchiato DOP, magari un po’ di salsiccia, sistemate il sacchetto della spesa e così anche per stasera la cena è a posto. Tutto questo rappresenta l’ordinarietà del fare la spesa, eppure in quel sacchetto c’è molto di più: c’è la storia di un’azienda agricola familiare e di un signore, Giacomo Chiapparini, con i vestiti sporchi di terra, orgoglioso di essere uno dei pochissimi produttori riconosciuti di Grana Padano della bergamasca.

Oggi l’azienda conta 2 mila capi tra vitelli, mucche e tori e produce circa 200 quintali di latte al giorno, tutto trasformato in Grana Padano per un totale di quasi 15 mila forme all’anno.

Come ci ha raccontato la figlia Mary, tutto è cominciato negli anni ’70 con solo «ventisei vacche, mezzo capannone, un trattore e un poco di terra», grazie all’ambizione di un giovanissimo e caparbio Giacomo che decise di dare origine alla propria impresa: «Mio padre Giacomo nasce da una famiglia contadina povera e numerosa, ultimo dei figli, nato nel 1948.

Ha visto per anni il padre fare il mezzadro e non ha mai digerito il fatto che “al padrone con le braghe bianche” spettasse sempre la parte più bella del raccolto, mentre la fatica vera veniva sostenuta da suo padre».

Con il padre e i due fratelli si imbarca così per questa avventura facendo il primo di innumerevoli mutui che segneranno tutta la sua vita. A metà degli anni ’70 prosegue da solo portando l’azienda a sempre maggiori traguardi con l’impiego di più animali, più stalle, più operai e più mezzi agricoli, ma sempre lavorando con la stessa passione e costanza.

Il latte prodotto è stato per anni venduto ai grandi marchi fino a che negli anni Duemila il “Ciaparì”, come lo chiamano gli amici, ha investito le energie in un nuovo progetto che chiudesse il cerchio: trasformare direttamente il proprio latte in un prodotto finito.

Nel 2006, con la matricola BG509, Giacomo Chiapparini è diventato ufficialmente socio produttore e stagionatore della D.O.P. più conosciuta al mondo: Grana Padano, con una produzione annua di circa 15 mila forme.

La Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) garantisce che ogni stadio di lavorazione, dalla produzione, alla stagionatura fino all’elaborazione del prodotto, avvenga seguendo parametri rigorosi e sotto il costante monitoraggio da parte dei sistemi sanitari, assicurandone l’alta qualità del latte utilizzato.

Da sempre, oltre alle competenze agricole e casearie tradizionali, l’evoluzione dell’azienda denota uno spirito innovativo nell’ottica di un continuo miglioramento, come dimostra l’installazione dell’impianto di mungitura “a giostra” con ben 82 postazioni (il più grande dell’Europa continentale) a cura dell’impresa I.R.I.M. di Bortolo Ghislotti.

Questa soluzione tecnologica permette non solo un rendimento maggiore rispetto alla mungitura statica, ma riduce anche lo stato di stress dei bovini. Attenzione costante anche al benessere degli animali, attraverso l’ampliamento del numero delle stalle, l’installazione di impianti di ventilazione e l’attenzione alla loro dieta, che non prevede mangimi, ma solo materie prime analizzate in entrata e miscelate fresche ogni giorno.

Attualmente l’azienda è gestita sempre a livello familiare: insieme a Giacomo con la moglie Angela, vi lavorano il figlio Tiziano con la moglie Clara e i figli Michael e Gabriel, la figlia Mary, tutti con il costante ricordo nel cuore di Emanuele, il terzo figlio scomparso nel 2003.

Ovunque troviate la matricola BG509 impressa sul quadrifoglio del vostro Grana Padano Dop, che sia acquistato direttamente allo spaccio aziendale a Romano di Lombardia o in una qualsiasi nazione del mondo, sappiate che dietro quel marchio c’è il sogno realizzato di un bambino che ha sempre vissuto e creduto nel mondo agricolo e nei suoi prodotti di qualità, e che ogni giorno potete trovare come casaro che lavora in caldaia per realizzare uno dei prodotti di punta del Made in Italy.

Un valore italiano che dobbiamo imparare a conoscere e salvaguardare attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento di cittadini, istituzione e imprese, unica possibilità per fronteggiare la sfida al mercato globale.

Giugno 2016

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