Etica, bellezza, democrazia: a Bergamo un convegno sulla nostra storia e il nostro futuro
Il 6 dicembre l’Auditorium di piazza della Libertà di Bergamo ha ospitato un importante convegno su una delle figure più interessanti e di valore della storia e della cultura non solo italiana: Adriano Olivetti, imprenditore visionario e illuminato che a inizio Novecento è riuscito a costruire un modello per un nuovo approccio, etico e sostenibile, al lavoro e all'impresa.
Davanti a un’attenta platea di studenti e studentesse, l’evento ha permesso di conoscere e approfondire la potenzialità dell’azione e del pensiero di Olivetti nel suo ruolo di imprenditore, ma anche e soprattutto nella sua grandezza di persona visionaria, amante della giustizia, della democrazia, della cultura, dell’etica e della bellezza. Con un interrogativo di fondo: che senso ha oggi parlare ai ragazzi del nuovo millennio di una personalità così distante nel tempo?
Una rivoluzione industriale, sociale, culturale
Con il merito di aver dato un taglio estremamente attuale e di alto livello all’incontro, i lavori sono stati aperti da Marco di Marco, Direttore dell’associazione “Etica Sviluppo Ambiente - Adriano Olivetti” e del “Centro di Etica Ambientale di Bergamo”, i due enti organizzatori dell’evento in collaborazione con la FIEB (Fondazione Istituti Educativi) e il Bio-Distretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo.
Dopo i saluti delle autorità, l’intervento del filosofo Luciano Valle ha puntato l’attenzione sulla lungimiranza della visione di Olivetti che, già negli anni ’50, asseriva che il mondo stava male, la società era malata e che c’era bisogno di una rivoluzione mentale, morale, culturale e spirituale. Concetti, questi, che rimandano direttamente alle questioni sollevate e rivendicate oggi, a più di mezzo secolo di distanza (a febbraio cadrà il 60° anniversario dalla morte di Olivetti), da Greta Thunberg, dai Fridays For Future e dai movimenti di protesta ambientale e civile in tutto il mondo.
Come sottolineato da Valle, infatti, al centro del pensiero dell’imprenditore Olivetti non c’era solo la sua azienda, ma tutta la società, il genere umano, il mondo: la rivoluzione che sognava era sociale e culturale, non solo industriale, e oggi più che mai è evidente l’urgenza di metterla in atto.
Valle ha poi evidenziato un parallelo interessante con un'altra grande figura, anch’essa figlia della nostra cultura e della nostra storia, Lorenzo il Magnifico: ambedue hanno avviato un processo di ampio respiro con l’apporto dei più grandi specialisti del loro tempo nei più svariati ambiti. Nella sua Ivrea, Olivetti aveva chiamato i maggiori esperti di filosofia, psicanalisi, psicologia, e poi d’ingegneria, poesia, design, urbanistica, architettura, senza dimenticare le arti e la teologia: un modo di vedere l’uomo e il mondo a tutto tondo, nelle varie sfaccettature. I valori morali e spirituali, la ricerca e la costruzione della bellezza anche quella politica, cioè della polis, erano alla base del suo fare.
L’intervento di Claudio Bonfanti, Presidente del Bio-Distretto dell’agricoltura sociale di Bergamo, è partito proprio dall’impegno politico di Olivetti. Uomo poliedrico, era stato anche Deputato del Parlamento italiano e Sindaco di Ivrea. Si definiva un “socialista liberale e cristiano” e aveva persino fondato un suo movimento politico (Movimento Comunità). Il suo pensiero avanzato, l’idea cooperativistica della fabbrica - considerata “Bene Sociale della Comunità” - e le sue iniziative politiche (non da ultima, la legge per i consigli di gestione delle fabbriche basate sullo stile partecipativo diffuso in Nord Europa) non hanno goduto del favore della politica del tempo. Anche in Confindustria non era amato, nonostante la sua azienda fosse la più grande multinazionale italiana del tempo. Inoltre, si scoprì che era tenuto sotto controllo anche dalla CIA.
Costruire alternative
L’ospite d’onore del convegno è stato Nerio Nesi, classe 1925, importante collaboratore di Olivetti come responsabile dei Servizi Finanziari dell’azienda e poi esecutore testamentario.
Il suo intervento lucido, preciso, a tratti commosso, ha fornito uno spaccato sia della vita pubblica che di quella privata di Olivetti. Il suo contributo però non si è limitato a questo: ha aperto una riflessione approfondita sui motivi della fine dell’azienda Olivetti, sulle critiche mosse all’uomo Olivetti, sul collegamento tra potere e proprietà dei media e infine sul nostro futuro, ponendosi le domande “fu un’utopia ripetibile?”, “è possibile attuarla in un altro contesto?” In effetti, nessuno più ha tentato una simile impresa.
Ma il messaggio di Nesi alle giovani generazioni è chiaro e fermo: citando Keynes – secondo cui il capitalismo è detestabile ed è una truffa alla quale non abbiamo inventato l’alternativa - Nesi ha corretto il tiro, sottolineando che l'alternativa non è “ancora” stata inventata. Il suo augurio è quindi di avere il coraggio di credere e dimostrare ciò che si vuole fare, di studiare ed essere sempre e comunque ottimisti. Sull'esempio di un uomo di un altro tempo, eppure ancora straordinariamente attuale.
Simonetta Rinaldi
Vita di Adriano Olivetti in pillole
- L'11 aprile 1901 nasce ad Ivrea, primo di sei fratelli, da Camillo, di origine ebraica, e da Luisa Revel, valdese.
- Segue gli studi all’Istituto tecnico, indirizzo fisico-matematico (pentendosi in seguito di non aver fatto il liceo classico per esprimere la sua inclinazione verso la cultura umanistica).
- 1924 - Si laurea in chimica industriale al Politecnico di Torino e inizia l’apprendistato nell’azienda paterna come operaio, esperienza importante per la sua formazione (cit. “non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri”).
- 1925/26 - Viaggio negli Stati Uniti, dove visita un centinaio di fabbriche, tra cui gli stabilimenti Ford, ed entra in contatto con la filosofia fordista.
- 1932 - L’assemblea degli azionisti ratifica la sua nomina a direttore generale, rendendo possibile il pieno dispiegamento del la sua visione innovativa.
- 1937 - Esce il primo numero della rivista Tecnica e Organizzazione da lui fondata, con lo scopo di accompagnare intellettualmente il processo d’innovazione in atto, mediante la pubblicazione di saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale.
- Luglio 1943 - È arrestato con l’accusa di cospirazione col nemico.
- Febbraio 1944 - Fugge in Svizzera. Durante l’esilio diventa un sostenitore del federalismo europeo.
- 1946 - Viene pubblicato il suo saggio “L’ordine politico delle Comunità dello Stato secondo le leggi dello spirito” dalle edizioni NEI (Nuove Edizioni Ivrea), trasformate poi nelle Edizioni di Comunità, ed esce il primo numero della rivista Comunità.
- 1947 - Fonda il Movimento Comunità.
- 1948 - Negli stabilimenti di Ivrea vengono costituiti i Consigli di gestione, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con poteri consultivi di ordine generale sulla destinazione dei finanziamenti per i servizi sociali e l’assistenza.
- 1949 - Fa rinascere, finanziandola personalmente, la rivista Urbanistica.
- 1954 - All’interno della fabbrica di Ivrea costituisce il Servizio di ricerche sociologiche e studi sull’organizzazione, che permette l’impiego di psicologi e sociologi nello sviluppo delle politiche aziendali.
- 1955 - Fonda l’IRUR - Istituto per il rinnovamento urbano e rurale del Canavese - con l’obiettivo di combattere la disoccupazione nell’area canavesana promuovendo nuove attività industriali e agricole.
- 1956 - Viene eletto sindaco di Ivrea. Nell’azienda Olivetti si riduce l’orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario, in anticipo sui contratti nazionali di lavoro, con i sabati liberi e tre settimane di ferie estive.
- 1959 - Viene introdotto sul mercato l’Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano.
- 27 febbraio 1960 - Adriano Olivetti muore all’improvviso sul treno Milano-Losanna, colpito da una trombosi cerebrale